Una Maserati equipaggiata con dispositivi elettronici Bosch sulla pista di Varano

Conoscere l'auto per guidare sicuri:
in pista con Bosch e la Maserati

di Sergio Troise
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VARANO - La sicurezza stradale è un tema di costante attualità. Ma c’è ancora molto da fare per ridurre il numero di incidenti e di vittime della strada. In Italia c’è stata, negli ultimi dieci anni, una riduzione del 20%, ma si contano ancora 600 incidenti al giorno, con 11 morti e 800 feriti. Gravissima, in particolare, la situazione per i motociclisti, che lamentano una vittima ogni tre incidenti. Che fare? Si deve intervenire ancora sulla tecnologia, migliorando e diffondendo sempre più i sistemi elettronici legati alla sicurezza delle auto (e delle moto), ma c’è tanto lavoro da fare anche sull’uomo. Chi sta al volante deve imparare a guidare meglio, con più attenzione e responsabilità: è provato infatti che l’80% dei sinistri è provocato da distrazione.

E’ partendo da queste considerazioni che la filiazione
italiana di Bosch, multinazionale tedesca dell’elettronica (e non solo) ha organizzato a Varano de’ Melegari, in collaborazione con Maserati e con il Centro di Guida Sicura di Andrea De Adamich, un master di due giorni, per approfondire il tema della sicurezza. Una iniziativa interessante, al termine della quale è emerso un dato incontrovertibile: il fattore umano non può essere trascurato. Guidare bene, con attenzione e responsabilità, è importante quanto dotare un’auto di tutti i dispositivi messi a disposizione dalla tecnologia più avanzata.

Come tutti sanno, dopo l’Abs e l’Esp sono stati perfezionati
dispositivi capaci di ridurre di molto il rischio di una frenata su fondo viscido o di una sbandata, di un tamponamento o di un investimento, di un cambio di corsia non voluto, di una traiettoria sbagliata. Le macchine di ultima generazione sono piene di sensori, radar, videocamere, infrarossi, vedono al buio e negli angoli ciechi, controllano, avvisano, allertano, regolano la velocità, segnalano limiti e ostacoli, cartelli stradali e pedoni, fanno manovra da sole e consigliano persino la pausa caffè se si accorgono che chi guida è stanco. E noi guidatori? Siamo rimasti indietro. Anzi, siamo peggiorati: telefoni cellulari, navigatori e altre diavolerie legate alla connessione e all’infotainment ci distraggono maledettamente. E alla guida, spesso, siamo poco concentrati. Un problema grave, che si somma ad una imbarazzante ignoranza sui reali limiti dell’auto di cui disponiamo e sulle giuste modalità di reazione in situazioni difficili.

Andrea De Adamich parla di fattore CQG.
Vuol dire Coefficiente di Qualità di Guida. Oggi è generalmente troppo basso, perché ciò che si impara alla Scuola Guida è insufficiente. “Sarebbe opportuno rendere obbligatori i corsi di perfezionamento come i nostri – dice l’ex pilota di Formula 1, da molti anni dedicatosi a tempo pieno ai corsi di guida sicura –. C’è un progetto di legge che giace in Parlamento, ma non va avanti. E non parlo solo per me, esistono anche corsi organizzati dall’Aci e da altri qualificati operatori del settore. Noi, intanto, formiamo molti autisti dei vari corpi di polizia, si alternano a Varano corsi per personale pubblico, di flotte e di aziende private, e tutti quelli che passano da noi escono arricchiti, sicuramente con capacità di guida migliorate. Da noi si impara a conoscere meglio la macchina, qualsiasi macchina, e se stessi. Si comincia dalla posizione di guida, dal modo di tenere il volante tra le mani, e si arriva fino alla sbandata controllata”.

L’amministratore delegato di Bosch Italia, Gabriele Allievi,
è un fiero sostenitore della sinergia uomo/tecnologia. “Noi della Bosch – dice – stiamo lavorando al perfezionamento dei sistemi di controllo più avanzati, vogliamo ampliare l’offerta e mettere la migliore tecnologia al servizio anche delle auto più piccole ed economiche. Ma intanto è nostra intenzione contribuire al miglioramento della sicurezza stradale facendo passare anche il messaggio della guida sicura: chi sta al volante non può sfidare le leggi della fisica, e nessun congegno elettronico, per quanto avanzato, potrà impedire un incidente se il guidatore non è capace di tenere sotto controllo il veicolo. Perciò è giusto far progredire le capacità di guida degli utenti della strada, oltre che sviluppare nuove tecnologie”.

Il master Bosch-Maserati organizzato a Varano
ha messo dunque alla prova una ventina di giornalisti-guidatori. Un campione significativo di automobilisti medi (dai 30 ai 70 anni), ai quali sono state date dimostrazioni concrete – con simulazioni d’errore e dimostrazioni di guida eseguite da istruttori professionisti – di che cosa può succedere quando si sbaglia al volante. Le auto erano le Maserati Quattroporte, Granturismo, Granturismo S e GarnCabrio, potenti sportive da oltre 400 cavalli, tutte equipaggiate con i più avanzati sistemi Bosch. E’ stato possibile verificare, dunque, quanto può cambiare il comportamento di un’auto tanto impegnativa staccando i controlli di sicurezza, sia su fondo asciutto sia bagnato. Ed è stato dimostrato scientificamente, con la prova della telemetria, quanto sia importante accelerare con pregressione, frenare al momento giusto, con l’intensità giusta, agire sul volante con dolcezza, svoltare guardando all’interno delle curve e calibrando i trasferimenti di carico, per evitare che l’auto si scomponga e perda aderenza. Un atteggiamento al volante attento e responsabile, abbinato ai controlli elettronici, assicura piacere di guida e sicurezza. E, se sperimentato in un autodromo, dove i margini di protezione sono infinitamente superiori rispetto alla strada, regala persino emozioni tutte da scoprire.

La tecnologia applicata alla sicurezza comunque va avanti.
Tra i progetti più interessanti di Bosch c’è la camera stereoscopica, che diventerà disponibile dal 2014. Si tratta di un sistema che abbina a una rapida e precisa rilevazione in 3D degli oggetti anche la misurazione della distanza dal veicolo che precede fino alla velocità di circa 100 km/h. Già quest’anno, intanto, Bosch completerà la sua gamma di sensori radar con una versione a medio raggio in grado di offrire una più precisa misurazione della distanza. Con una portata leggermente ridotta rispetto alle versioni a lungo raggio, questo sensore più piccolo ed economico potrà rappresentare la base per l’Adaptive Cruise Control fino a velocità di 150 km/h, o per sistemi di assistenza nelle frenate d’emergenza da adottare su auto compatte. Presto sarà possibile, inoltre, disporre di un sistema che segnala l’eventuale velocità troppo alta in prossimità di una curva stretta. Se non bastasse, è in fase di sperimentazione un sistema di manovra completamente automatico per il parcheggio, che eviterà anche l’incombenza di agire sui pedali del gas e del freno. Arriveremo fino all’auto-robot? Secondo un sondaggio sulle aspettative degli automobilisti tedeschi, francesi e italiani, circa la metà degli intervistati pensa effettivamente che arriveremo al pilota automatico. A condizione, però, che possa essere disattivato.

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Mercoledì 14 Novembre 2012 - Ultimo aggiornamento: 18-12-2012 21:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA