La nuova Alfa Romeo 4C sulla pista di Balocco

Alfa Romeo 4C, ritorno al futuro:
compatta supercar a 54 mila euro

di Sergio Troise
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BALOCCO - Dopo l’anteprima del marzo scorso al Salone di Ginevra e la recente passerella a Francoforte, arriva finalmente la versione definitiva dell’Alfa 4C, supercar tascabile (è lunga meno di quattro metri) alla quale la casa del Biscione assegna un compito molto importante: risvegliare lo spirito Alfa e regalare nuove emozioni. Per centrare l’obiettivo, sono stati investiti 100 milioni di euro. «Un investimento cospicuo ma non elevatissimo» ha ammesso Mauro Pierallini, responsabile dello sviluppo ingegneristico, spiegando che si è fatto di tutto per ridurre costi (e pesi).

Lo stile è chiaramente ispirato alle Alfa del passato, in particolare alla mitica 33 Stradale degli anni 60, mentre le soluzioni più avanzate sono mirate all’affinamento aerodinamico e, soprattutto, alla leggerezza. Nessuno spreco per la motorizzazione: è stato sviluppato il 4 cilindri turbo della Giulietta Quadrifoglio Verde portando la potenza a 240 cavalli. Il risultato è una autentica coupè sportiva, due posti secchi, acquistabile ad un prezzo non proibitivo: tra 54.300 e 60.000 euro.

Il cuore del progetto è la monoscocca in fibra di carbonio. Una “culla” rigida che contiene il peso in appena 64 kg. All’Alfa Romeo la fornisce la Adler, azienda napoletana fondata da Paolo Scudieri, imprenditore con la passione per l’auto, con un passato da pilota della domenica nel Trofeo 500 Abarth. Forte dell’esperienza maturata come fornitore della Ferrari, la Adler ha assicurato la lavorazione di 3500 scocche/anno per la 4C. A tanto ammonterà infatti la produzione della nuova Alfa, negli stabilimenti modenesi della Maserati.

Il peso complessivo è di appena 895 kg a secco, distribuiti al 40% sull’asse anteriore, al 60% sul posteriore. Oltre alla fibra di carbonio, sono stati utilizzati altri materiali leggeri come l’alluminio, la vetroresina, il poliuretano. Si è lavorato all’affinamento di molti dettagli per guadagnare peso, e sorprendente è stato il risultato raggiunto sul motore con basamento in alluminio, alleggerito di ben 22 chili. Quanto alle sospensioni, s’è ricorso a un ibrido, per conciliare costi e pesi: davanti c’è un sofisticato sistema a doppi triangoli sovrapposti, come su certe auto da corsa, ma l’unica parte in alluminio è il telaietto di base; dietro s’è tagliata la testa al toro con un tradizionale McPherson modificato. In sintonia il lavoro fatto sugli interni, spartani fino al punto da escludere la regolazione del sedile passeggero. Evitati inutili orpelli, la strumentazione digitale è concentrata su uno schermo davanti al guidatore, che racchiude tutte le informazioni più importanti.

Esternamente l’auto è piccola ma molto vistosa. Le forme sono quelle di una supecar bassa, compatta, aggressiva, con motore in posizione posteriore/centrale, che spunta dal cupolino in plexiglass. L’arodinamica (Cx 0,33) è stata studiate a lungo in galleria del vento: esclude appendici vistose e privilegia la sintesi di forma e funzione, tanto da consentire – secondo le informazioni fornite dai progettisti – un carico verticale pari a quello che assicurerebbe un alettone. Belli, ancorché datati, i cerchi da 17” (o anche da 18”), mentre stonano un po’ i fari privi di carenatura e la mancanza di un alloggiamento per la targa davanti.

Gli stilemi Alfa sono riconoscibili a mille miglia, grazie al trilogo e allo scudetto centrale, chiavi di lettura inequivocabili del legame tra passato e presente. “In verità c’è dentro anche qualcosa delle Alfa del futuro” ha confidato Louis Vignon, il manager francese che guida le vendite Alfa nell’area Emea. Nessuna ammissione, però, è stata fatta su eventuali “anticipazioni” dell’Alfa Spider che sta nascendo in collaborazione con Mazda (sulla base della prossima MX-5) e delle tanto attese nuova Giulia e nuova ammiraglia, alle quali la 4C dovrà aprire le porte del mercato americano.

Il motore è il “piccolo” turbo 4 cilindri 1750 cc della Giulietta QV. Un motore rivisto in vari particolari, compresi pistoni, camme, pressione del turbo, che ora assicura 240 cv/350 Nm, e prestazioni adeguate al carattere della 4C. La velocità massima è di 258 km/h, mentre il passaggio in accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in 4,5 secondi. Il tutto, utilizzando l’ultima evoluzione del cambio Alfa TCT doppia frizione 6 marce, con paddles al volante, che assicura passaggi di rapporto in 0,13 secondi. Roba da auto da competizione.

Al volante ci si sente piloti più che guidatori. La posizione di guida è bassa e raccolta. Lo sterzo, diretto e progressivo, è privo di qualsiasi tipo di assistenza, e il volante ha forma asimmetrica e impugnatura adeguata ad un uso “da pista”. Fa molto racing anche il pedale del freno incerneriato in basso. Provata sul circuito di Balocco, la 4C ci ha regalato sensazioni entusiasmanti, soprattutto regolando il selettore Dna in modalità Race, ovvero disattivando tutti i controlli (tranne, in parte, il differenziale elettronico Q2), e attivando il Launch Control per le partenze brucianti. La potenza viene scaricata a terra con brutalità, gli inserimenti in curva sono decisi, in quanto l’auto è leggera e compatta, molto agile, ma quando si schiaccia a fondo l’acceleratore in uscita, il rischio di sovrasterzo è incombente. Ci vuole molta sensibilità e si deve essere capaci di controsterzare con prontezza. Proprio per questo l’Alfa Romeo ha previsto un corso di pilotaggio per i primi clienti che ritireranno l’auto ad ottobre ed ha inserito il corso tra gli optional a pagamento (da definire l’importo).

Tutto più facile con i controlli attivati. Il selettore del Dna prevede, naturalmente, anche la modalità Dynamic, che regala il giusto compromesso tra sicurezza e guida emozionante, tenendo sotto controllo la trazione attraverso l’ASR, che agisce esclusivamente sui freni e non taglia la potenza del motore. Ancora più moderato diventa il comportamento della 4C in modalità Natural, adatta alla guida in città, dove si può usare anche il cambio con funzionamento automatico. Infine è prevista la modalità All-Weather, che assicura protezione su percorsi difficili, come quelli innevati dell’inverno. Inutile dire che la “vera” 4C è quella che si guida in Race, e con l’opzione scarico libero, che regala il fascino del mitico “rombo Alfa”, sia pure a svantaggio del comfort di marcia. Chi vuole, comunque, può richiedere la versione con silenziatore.

Quante Alfa 4C si venderanno? Secondo le informazioni fornite dalla Casa, dopo l’anteprima di Ginevra sono pervenute quasi mille “manifestazioni d’interesse” per quest’auto dal forte valore simbolico. Viene dunque dato per scontato che la produzione di 3500 unità/anno saturerà la domanda. Esclusa, per ora, una versione roadster, anche se la modifica non comporterebbe gravi problemi, mentre si sta valutando (“ma con prudenza”) la possibilità di organizzare un trofeo monomarca, per riportare l’Alfa in pista, eventualmente nel 2015.

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Lunedì 30 Settembre 2013 - Ultimo aggiornamento: 03-10-2013 16:57 | © RIPRODUZIONE RISERVATA