La Mercedes di Hamilton sull'erba di Melbourne

La Mercedes è la grande delusione di questo avvio di campionato

di Massimo Costa
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Il tanto atteso salto di qualità non arriva. Se a Sakhir qualcosa di positivo la Mercedes l’aveva offerto in qualifica con il solo George Russell, bravo a cogliere il terzo crono, a Jeddah e Melbourne è calata la notte.  La W15 non è granché nonostante l’intervento dell’esperto progettista James Allison, richiamato in servizio a gran voce un anno fa. E forse questo spiega il motivo per cui Hamilton, probabilmente a conoscenza della poca competitività della nuova Mercedes quando aveva ricevuto i primi dati forniti in galleria del vento, ha voluto buttarsi sulla Ferrari per il 2025 e oltre.  

Il futuro pilota Ferrari, in tre gare disputate ha segnato come miglior piazzamento soltanto un settimo posto a Sakhir, seguito dal nono di Jeddah mentre in Australia si è dovuto ritirare per guasto tecnico. Russell ha firmato un quinto e un sesto posto nei primi due appuntamenti, a Melbourne era in lotta con Fernando Alonso per la sesta posizione quando una manovra scellerata dello spagnolo lo ha costretto a una brutta uscita di pista all'ultimo giro.
   
Toto Wolff, team principal Mercedes, è arrabbiatissimo per questo inizio di campionato. Non vede la luce in fondo al tunnel che sta percorrendo dal 2022 e questo non può che provocare una enorme frustrazione. Per distrarre, Wolff tra Jeddah e Melbourne si divertito a tenere alta l’attenzione della stampa mondiale su altri temi. Ha “gigioneggiato” riguardo il possibile arrivo di Verstappen nel 2025 al posto di Hamilton, poi è stato il primo a riconoscere che per un pilota vincente come l’olandese in questo momento la Mercedes non sembra essere certo il miglior posto per continuare a dominare gare e mondiali. Ha addirittura lanciato un salvagente al nemico Helmut Marko quando lo storico consigliere della squadra inventata da Dieter Mateschitz ha fatto capire che questa poteva essere la sua ultima stagione in Red Bull. “In Mercedes manca una figura come la sua”, ha detto Wolff, un ruolo che in qualche maniera era prima ricoperto dal compianto Niki Lauda.

Tante parole si sono sentite tra Sakhir e Melbourne, tutte innescate dal caso Christian Horner riguardo le presunte molestie (dalle quali è poi stato scagionato) alla sua assistente Fiona Hewitson. Da cui, l’attacco di Jos Verstappen a Horner (il gossip racconta che la signora accusatrice abbia una storia con il padre di Max e nel weekend arabo è stata allontanata dalla Red Bull) e il conseguente incontro tra Raymond Vermeulen, lo stesso Jos, e Wolff per parlare evidentemente di un possibile passaggio di Max in Mercedes. Tra l’altro, la battuta era che il trasferimento eventuale non sarebbe stato “traumatico” essendo Milton Keynes (cittadina sede della Red Bull) e Brackley, dove ha la base il team di Wolff, divise da 30 chilometri.

E pensare che nel 2013, Verstappen quando correva ancora in F3, il suo primo anno in monoposto, era ormai un pilota Junior Mercedes pronto per affrontare la Formula 2, ma subito dopo entrò a gamba tesa Marko proponendo qualcosa di più ai Verstappen: il passaggio immediato in F1 con la Toro Rosso. E così, Max è diventato pilota del gruppo Red Bull lasciando a bocca asciutta la Mercedes. Tanto per essere precisi, pochi mesi prima del debutto in F3, Verstappen si era offerto al Ferrari Driver Academy, ma fu respinto… 

Insomma, le promesse di riscatto da parte della Mercedes, lanciate nel corso dell'inverno, sono state ampiamente smentite dai fatti. Nella classifica costruttori, conta appena 26 punti contro i 97 della Red Bull, i 93 della Ferrari e i 55 della McLaren, che adotta, guarda l'ironia, un motore della Casa di Stoccarda. Hamilton è avvilito, Russell spinto dalla sua giovane età crede nel miracolo di un pronto recupero, ma intanto c'è anche la Aston Martin che incalza in campionato ed è a un solo punto dalla Mercedes. Per Wolff sono giorni di grande ansia.

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Domenica 31 Marzo 2024 - Ultimo aggiornamento: 12:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA