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PARIGI – I piloti della Formula E della Ds Penske hanno un doppio impegno, anche se il circuito elettrico ha la precedenza in caso di sovrapposizioni. Lo hanno chiarito sia Jean Eric Vergne, il solo ad aver vino finora due volte il campionato riservato alle monoposto elettriche, sia Stoffel Vandoorne, entrambi confermati dalla scuderia franco americana. Praticamente la metà dei 22 piloti impegnati in Formula E fa il “doppio lavoro” e combina alla rassegna a zero emissioni quella del World Endurance Championship (Wec).
Il calendario dei due mondiali che si disputano sotto l'egida della Federazione Internazionale dell'Automobile (Fia) si sovrappone nel secondo fine settimana di maggio (domenica 11 per la precisione) quando sono in programma il secondo dei due ePrix di Berlino e la 6h di Spa. «Personalmente – chiarisce Vergne – non sono troppo preoccupato perché la prova belga la possono correre i miei due colleghi, anche se mi dispiacerebbe non essere con loro». «Per noi (anche Vandoorne è stato messo sotto contratto dalla Peugeot per la prossima stagione, ndr) la Formula E ha la priorità, ma mi chiedo come sia per quei piloti che invece hanno il Wec al primo posto».
Uno dei due campionati rischia di venire “snaturato” in un una tappa con il rischio di perdita di credibilità. Nel caso qualche pilota di punta sia in lotta per le posizioni di vertice (o la scuderia che rappresenta) si tratta di una sovrapposizione penalizzante. Vergne ha suggerito che un «un anno ha cinquantadue settimane» e il compagno di squadra Vandoorne ha spiegato che le due competizioni sono «complementari». Ai piloti, tra le altre cose, vengono richieste non solo capacità di guida, ma anche abilità nella gestione della parte elettrica.
Eugenio Franzetti, direttore di Ds Performance, ha sollecitato gli organizzatori delle rassegne a dialogare: «Ci auguriamo che si confrontino e che riescano a trovare una soluzione perché altrimenti entrambi i campionati verrebbero danneggiati. È nell'interesse di tutti», ha dichiarato. Circa la collaborazione con Penske il manager italiano si è dichiarato soddisfatto, anche se Vergne è andato un po' oltre aggiungendo che le prestazioni della monoposto «non erano quelle che ci aspettavamo». «L'obiettivo è sempre quello di vincere il mondiale, ma chi non non lo vuole?», si è chiesto retoricamente. Ha anche aggiunto che vanno trovate soluzioni aerodinamiche e sulle gomme affinché «chi è al comando in gara voglia anche restarci», ma anche già avvisato che quello che è accaduto a Berlino e a Portland quest'anno si ripeterà. «E forse sarà anche peggio – ha osservato – perché tutti abbiamo imparato».
A proposito delle polemiche e sulle restrizioni alle dichiarazioni relative al Wec, sul Balance of Performance (Bop), e alla sanzioni rimediate al termine dalla gara di Portland, Vergne è stato ironico e diplomatico e comunque diretto: «Non so cosa sia il Bop e non mi ricordo cosa si accaduto a Portland – ha scherzato prima di farsi serio – La Formula E ci ha chiesto di esprimerci: non siamo in una dittatura, ma nel rispetto di tutti è giusto dire ciò che si pensa. E io lo faccio anche con il cuore».