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VALENCIA – La seconda stagione di Maserati in Formula E coincide con la prima del 25enne indiano Jehan Daruvala, il solo debuttante della stagione 10. «Quest'anno comincia veramente la mia carriera di pilota professionista», sorride il giovane di Bombay, che arriva dalla Formula 2. Daruvala aveva già guidato la monoposto Gen 3 a Berlino in occasione della prima giornata dei rookie test, mentre a Roma, dove era in programma la seconda, non aveva compiuto che un giro per via dei problemi tecnici rilevati sulla Mahindra. «Cominciare proprio con Maserati – insiste il pilota indiano – significa molto per me, anche perché la scuderia arriva da un'ottima stagione». «Spero che tutto il lavoro di preparazione che ho fatto in questo periodo sia servito», aggiunge. Daruvala è già stato anche al volante di una Maserati stradale: «Una Grecale. E mi piacerebbe anche tenerla», sorride.
«Mi pare di aver esordito in questi test in maniera accettabile – insiste – Per me è importante prendere le giuste misure alla macchina. Vediamo cosa riusciamo ancora a fare in questi giorni: più tempo in auto riesco a trascorrere e meglio è, anche perché guidare una monoposto di Formula E è diverso dal guidarne una di Formula 2». Maximilian Günther è già un veterano del mondiale elettrico, nel quale ha vinto 4 ePrix, uno dei quali proprio con la Tipo Folgore del Tridente la passata stagione: «Sono molto contento di essere in questo team – esordisce il tedesco – soprattutto dopo l'anno difficile con la Nissan, alla quale ero arrivato dopo l'esperienza con Bmw. L'avvio non era stato facile, ma poi abbiamo svoltato e adesso vogliamo portare con noi lo spirito giusto, quello che ci ha accompagnato nella seconda parte della stagione».
«Abbiamo grandi ambizioni», sorride il pilota tedesco, che parla di una stagione «molto forte, perché il “pacchetto” è migliorato parecchio». Nell'ambiente è noto come l'“ingegnere”, per la cura con quale segue lo sviluppo dell'auto: «Fa parte del mio carattere – spiega – e l'interesse per la comprensione di tutti gli aspetti di una monoposto così complessa fa parte del mio carattere».
Günther spiega con il nuovo asfalto del circuito di Valencia i migliori tempi ottenuti in pista (un anno fa il più veloce in assoluto era stato proprio lui), almeno nell'unica sessione di prove completata finora a Valencia: «Quello cambia le cose di parecchio, con molta più presa – osserva – ma è anche interessante rilevare quanto siamo migliorati a dodici mesi di distanza dai primi test malgrado la macchina non abbia subito modifiche dal punto di vista dell'hardware. Speriamo solo di riuscire a guidare ancora in questi giorni». Una domanda d'obbligo è su Roma, che non farà parte del calendario 2024: «È uno dei miei tracciati preferiti ed è anche uno dei circuiti cittadini classici. Almeno avremo ancora una gara in Italia, però», conclude Günther.