La Nissan di Formula E che esordirà il prossimo anno

C'è Nissan, la regina a batterie dalla prossima stagione sarà al via degli E-Prix

di Nicola Desiderio
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Il campionato 100% elettrico mancava il costruttore che prima di tutti ha creduto nell’auto a batterie. Ecco perché la prima casa giapponese ad entrare in Formula E non poteva che essere la Nissan confermando il credo già espresso con il lancio nel 2010 della Leaf, l’auto zero emission più venduta al mondo e che con la seconda generazione, arrivata da pochi mesi, ha lanciato la volata per vendere un milione di auto elettrificate.
L’annuncio del grande passo è arrivato il 26 novembre scorso, in occasione del Salone di Tokyo, per bocca di Daniele Schillaci, capo marketing e vendite mondiale per Nissan oltre che responsabile della divisione Zero Emission Vehicle and Battery Business di Nissan Motor Company per i marchi Nissan, Infiniti e Datsun.

Nel frattempo, l’alleata Renault annunciava di volersi dedicare esclusivamente alla Formula 1 chiudendo un carniere che contiene tutti e 3 i titoli Costruttori finora assegnati in Formula E e uno Piloti. Il debutto della macchina e della livrea ufficiale è invece avvenuto lo scorso marzo, al Salone di Ginevra, un paio di settimane prima che la monoposto fosse spedita sul circuito di Monteblanco, al Sud della Spagna, per i primi test insieme ad altri team. Oltre alla scritta Nissan e a Nissan Intelligent Mobility, lo slogan che racchiude la vision della casa giapponese per il futuro della mobilità, ci sarà ovviamente il marchio Nismo che appare su tutte le auto da competizione del costruttore orientale il quale, in verità, aveva già costruito auto elettriche per la pista. La prima è la Leaf Nismo RC, concept presentato al Salone di New York del 2011 e concepito come un capitolato di proposte per la FIA. La più celebre però è la Zeod RC iscritta alla 24 Ore di Le Mans del 2014 che in verità era in ibrida in serie e, pur terminando la sua corsa al quinto giro per rottura del cambio, sarà ricordata come la prima auto a compiere un giro intero (13.629 metri) ad emissioni zero, solo con i suoi due motori elettrici da 120 kW superando i 300 km/h sul rettilineo dell’Hunaudières.

Al volante dovevano alternarsi Satoshi Motoyama lo spagnolo Lucas Ordóñez e il belga Wolfgang Reip, quest’ultimi due frutti della GT Academy, il programma con il quale Nissan dal 2009 trasforma piloti “virtuali” da consolle in piloti veri con risultati tutt’altro che disprezzabili visto che Ordóñez ha conquistato un secondo posto nel 2011 e un terzo nel 2013, proprio sul circuito di Le Sarthe nella categoria LMP2 e su prototipi motorizzati dal leggendario VQ45DE, il V8 aspirato di 4,5 litri che dal 2011 fino al 2016 ha stradominato gli schieramenti e i podi a Le Mans – l’ultimo anno era su 20 delle 23 auto partenti – e nel WEC. Da dimenticare il 2015, edizione corsa con l’ardita GT-R LM Nismo a trazione anteriore dotata di sistema ibrido meccanico e di un V6 3 litri biturbo sviluppato insieme alla Cosworth e che è stato “recuperato” dalla Bykolles per correre nella categoria LMP1. Storicamente, il miglior piazzamento di Nissan sul circuito della Loira è il terzo posto ottenuto dalla R390 GT1 nel 1998 mentre nel 1990 la R90CK stabilì la pole position, ma in gara non andò oltre il quinto posto.

Parlando ancora di corse di durata, meglio è andata alla 24 Ore di Daytona, vinta nel 1992 e nel 1994, e soprattutto alla 12 Ore di Sebring dove Nissan ha trionfato per 5 volte: dal 1989 al 1991, nel ’94 e di nuovo nel 2018 con la Onroak del team ESM, guidata da Pipo Derani, Johannes Van Overbeek e Nicolas Lapierre e motorizzata dal V6 3.8 biturbo derivato dalla GT-R, anch’essa vincitrice di vari campionati GT e Super GT e legata ad un altro nome leggendario per Nissan: Skyline. La più famosa tra queste è sicuramente la R-32 che vinse 4 campionati Turismo giapponese di fila dal 1990 al 1993, oltre alla 24 Ore di Spa del 1991 ed era un vero mostro di potenza e di tecnica: motore 6 cilindri in linea 2.6 biturbo sequenziale da 650 cv con 4 ruote motrici e sterzanti.

Momenti di gloria indiscussi al Rally Safari dove Nissan ha vinto ben 7 edizioni delle 5 quali con la Datsun (1970, ’71, ’73, ’79 e 80) e altre 2 nel 1981 e 1982. Le prime due per merito del duo tedesco composto da Edgar Herrmann e Hans Schuller, le altre per opera dei keniani Shektar Mehta e Mike Doughty che detengono il record assoluto di vittoria per la massacrante gara che dal 1953 al 2011 attraversò Kenya, Uganda e la Tanzania. Così, mentre Nissan spera di poter entrare sugli ovali della Nascar dal 2020, prima ci sarà da dedicarsi alla Formula E e alle sue metropoli, magari ripetendo i trionfi conquistati tra le foreste del Continente Nero.
 

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Lunedì 23 Aprile 2018 - Ultimo aggiornamento: 16:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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