La Toyota CH-R

Toyota, l'ibrido ora è plug-in. Il brand di Nagoya, che ha inventato il recupero di energia, accelera sulla spina

di Nicola Desiderio
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Avanti, su tutti i fronti, con un nuovo management e con una nuova strategia industriale e di prodotto. Il nuovo ceo di Nagoya, Kōji Satō, non è un presenzialista, ma sta già imprimendo la propria impronta con l’appoggio del suo predecessore, Akio Toyoda, e anche dei mercati azionari che hanno accolto con evidente favore i programmi che riguardano il futuro del gruppo automobilistico numero uno al mondo. Nella sostanza, Toyota conferma la sua visione multitecnologica, ma spinge ulteriormente l’acceleratore su elettrico e l’idrogeno, allocando oltre la metà delle risorse sullo sviluppo avanzato e, allo stesso tempo, punta sulla razionalizzazione industriale e l’abbattimento dei costi.

Tra i macro obiettivi: maggiore localizzazione delle attività di sviluppo dei prodotti nelle singole aree (dunque auto più europee per l’Europa); riduzione del peso attraverso l’impiego di presse giganti sull’esempio di Tesla, che utilizza sistemi costruiti dalla Idra Group di Travagliato (BS); infine ricorso all’intelligenza artificiale per la progettazione, in particolare per l’aerodinamica. La struttura dei veicoli sarà ancora più modulare permettendo di dimezzare gli investimenti sugli stabilimenti e ridurre del 30% quelli per lo sviluppo già dal 2026 con la prospettiva di arrivare al 50%. Così come per i sistemi di propulsione, anche per le batterie l’approccio sarà multiplo: si andrà dalle più economiche LFP (Litio-Ferro-Fosfato) a quelle con celle prismatiche fino a quelle allo stato solido in arrivo per il 2025 che potranno raggiungere un’autonomia di 1.000 km con la prospettiva di arrivare fino a 1.500 km. In generale, entro il 2026 l’autonomia crescerà del 20% e i costi saranno abbattuti del 40%.

Nel 2027 ci sarà anche una batteria high performance da 1.000 km di autonomia che nel triennio successivo aumenterà l’autonomia del 10% e calando i costi della stessa percentuale. Toyota sta anche studiando motori elettrici più compatti, economici ed efficienti. In ogni caso, tutte le attività che riguardano l’auto elettrica sono state centralizzate in una nuova entità chiamata BEV Factory che integra le attività di sviluppo con quelle di produzione. I programmi per l’elettrico sono già noti: oltre 62 miliardi di euro di investimento per oltre 30 modelli da qui fino al 2030. Tra questi, un crossover compatto che si posizionerà al di sotto della bZ4X in una famiglia che prevede 6 membri entro il 2026. Ci sarà anche una sportiva dotata di cambio “virtuale” con tanto di leva, pedale della frizione e marchio GR sul cofano. L’obiettivo è produrre 1,5 milioni di auto elettriche nel 2026 e 3,5 milioni del 2030 con una quota delle vendite in Europa del 50%. Nell’immediato, le novità più importanti sono la nuova Prius, che in Europa sarà commercializzata solo in versione plug-in, e non è mai stata così muscolosa nello stile e brillante nella guida, grazie al suo sistema con motore 2 litri da 223 cv che assicura uno 0-100 km/h in 6,8 s. con consumi di 0,5-0,7 l/100 km pari a 11-16 g/km di CO2. Sicuramente più importante per il mercato sarà la nuova C-HR che stupisce ancora per lo stile e avrà anch’essa l’ibrido ricaricabile della Prius accanto a quelli senza spina da 198 cv e 140 cv già visti su Corolla e Corolla Cross. In arrivo c’è anche il restyling di metà vita della Yaris che vedrà una versione da 130 cv affiancare quella da 116 cv e avrà un livello di sicurezza e digitalizzazione superiore, tanto da avere la navigazione in cloud e la chiave integrata nello smartphone.

Altra grande novità sarà il ritorno della nuova Land Cruiser, anch’essa dotata finalmente di propulsione ibrida. Ambiziosi anche i piani sull’idrogeno in un mercato delle fuel cell che nel 2030 varrà 5mila miliardi di yen (oltre 32 miliardi di euro). Anche qui la riorganizzazione ha portato alla creazione di una struttura di coordinamento centrale denominata Hydrogen Factory e l’obiettivo è abbattere i costi delle celle a combustibile del 37% spingendo su sviluppo e cooperazione per l’impiego di questa tecnologia nei campi più disparati, che vanno ben al di là dell’automobile. A Nagoya affermano di avere già 100mila ordini in portafoglio, in prevalenza per i mezzi commerciali. E all’orizzonte si prospettano altri utilizzi dell’idrogeno come quello degli e-fuel e da combustibile per i motori a pistoni. Toyota sta già sperimentando questa tecnologia con una Corolla dotata del 3 cilindri 1.6 della GR Yaris nelle corse di durata in Giappone e a Le Mans ha presentato la GR H2 Racing Concept, un prototipo pronto per correre la 24 Ore del 2026.

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Venerdì 30 Giugno 2023 - Ultimo aggiornamento: 16-08-2023 10:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA