Sticchi Damiani (Presidente Aci)

Sticchi Damiani, Presidente Aci: «La sicurezza deve essere la priorità nel ricambio del parco circolante»

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BENEVENTO - È stato Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a trarre le conclusioni dell'incontro che si è tenuto a Benevento sul tema "Sicurezza Stradale - Un impegno per la legalità". La provincia sannita vanta purtroppo un record assolutamente negativo per quel che riguarda la sicurezza stradale, basti pensare alla 372 telesina che si conferma tra le strade più pericolose del Paese. E dunque è stato importante l'incontro che si è tenuto presso l'Aula Magna dell'Università Giustino Fortunato. Una iniziativa che ha visto insieme oltre all'Unifortunato, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, l'Ordine degli Avvocati di Benevento e l'Aci, Automobile Club Italia.

L'appuntamento ha preso il via con i saluti del magnifico Rettore Giuseppe Acocella, del sindaco di Benevento Clemente Mastella e del Presidente dell'Ordine degli Avvocati, Stefania Pavone. Sono intervenuti inoltre l'Avvocato Armando Rocco, consigliere Giuridico del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti in materia di sicurezza stradale, codice della strada e diritto della circolazione stradale e Paolo Di Marzio, Giudice della Corte Suprema di Cassazione.

Tra gli interventi più efficaci quello di Angelo Sticchi Damiani, presidente dell'Automobile Club d'Italia: «Quando si parla di anzianità del parco circolante in Italia, esiste un dato che deve far riflettere tutti e servire da monito: Chi dovesse incorrere in un incidente, a bordo di un’auto di oltre vent’anni, ha un rischio cinque volte maggiore di avere conseguenze gravi o mortali. Basterebbe questo elemento a indurre tutti ad una riflessione seria e approfondita sul tema. Pensiamo solo che, a quell’epoca, non esisteva l’obbligo di montare l’air bag per i costruttori, forse la più importante delle protezioni attive integrate poi in tutte le vetture di serie. Ecco perché è fondamentale, oltre che per le ragioni ambientali, indurre un rapido ricambio del parco circolante italiano, uno dei più vecchi d’Europa. La sicurezza deve sempre essere al primo posto in un Paese civile. Ed in questo senso non si può non fare un grande plauso all’azione di questo Governo che sta lavorando con grande capacità per questo obiettivo. Ne sono una prova i nuovi incentivi per la rottamazione in rampa di lancio, che saranno ancora più mirati e modulati per evitare sperequazioni, incrociando tre parametri come l’ indice Isee, l’ anzianità della vettura rottamata e la tipologia della vettura nuova prescelta.

E poi, per la prima volta, viene inaugurata -in via sperimentale- una nuova forma di incentivazione che non prevede più l’acquisto della vettura, ovvero il cosiddetto noleggio sociale, che consentirà alle famiglie italiane di utilizzare vetture nuove, pagando soltanto i costi operativi e lasciando tutti gli altri allo Stato, con canoni a partire da 75 euro circa. Benissimo, dunque, questa è la strada maestra che va proseguita e rafforzata con sempre maggiori risorse. Eppure, proprio mentre si va in questa direzione, non può non evidenziarsi una stortura davvero macroscopica. Anche qui, un dato può aiutare. Nel 2023 sono state rottamate il doppio di euro 5 ed euro 6, rispetto alle vetture Euro 0 ed Euro 1 (dati sommati). Che significa questo? Come mai vengono rottamate auto più nuove e salvate quelle più vecchie? La risposta, purtroppo risiede in una normativa (art. 60 del Codice delle Strada) superata, che va cambiata subito per non compromettere il buon lavoro del Governo. Se si consente di avere sgravi pesanti per vetture ventennali, seppure in buone condizioni ma a prescindere dal loro reale valore storico, il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi e la situazione, peraltro, non potrà che peggiorare.

Occorre bloccare questa concessione -quasi automatica- di certificati che vanno a vetture di scarso valore storico e che vengono utilizzate, massivamente, invece come "daily car" che beneficiano di sgravi fiscali come il mancato pagamento del bollo. Solo le vetture  con vero valore storico devono essere tutelate, quelle certificate e tutelate dagli esperti del settore, perché solo così si potrà avere un corretto e fisiologico equilibrio fra vetture nuove e vetture antiche, raggiungendo un triplice obiettivo, ovvero preservare le vetture di reale interesse storico collezionistico (che vengono utilizzate assai raramente) e avere un parco circolante più sostenibile, ma soprattutto, come detto, più sicuro».  

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Giovedì 18 Gennaio 2024 - Ultimo aggiornamento: 19-01-2024 08:23 | © RIPRODUZIONE RISERVATA