Gioielli britannici a Parigi: la McLaren P1 e l'Aston Martin Vanquish

Stelle potentissime illuminano Parigi:
supercar, il fascino non tramonta mai

di Sergio Troise
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PARIGI. Supercar, che passione. Belle, veloci, sofisticate, concentrati di lusso e tecnologia in grado di abbattere record d’ogni genere: ogni new entry segna un passo avanti in materia di potenza, leggerezza, prestazioni, efficienza. Una corsa infinita alla ricerca del meglio. In genere sono le auto più care del mercato, ma anche le più ammirate: facoltosi acquirenti o inguaribili sognatori ne fanno oggetto di culto e di passione. Ai Saloni sono sempre al centro dell’attenzione, protagoniste assolute della scena. E Parigi non poteva essere da meno: sotto i riflettori del Mondial luccicano i migliori prodotti dei grandi dell’auto. Ricerca e sviluppo si concedono una pausa solo per mettere in mostra lo stato dell’arte.

Guai a sbagliare una mossa, però. Se necessario, il processo viene rallentato: si va avanti per gradi, anche a costo di allestire uno stand dove la protagonista è un’auto di là da venire.
Prima telaio e motore, poi il resto. E’ il caso della Ferrari, eccellenza assoluta del made in Italy rombante: l’erede della Enzo (sigla di progetto F70) non ha ancora una carrozzeria definita, lo stile è nelle mani di Flavio Manzoni, ma in piena evoluzione, i collaudi procedono tra galleria del vento e pista di Fiorano. E dunque a Parigi viene portato soltanto il telaio, ovvero la base di lavoro sulla quale nascerà quella che Montezemolo ha già definito “la Ferrari stradale più rivoluzionaria di sempre”.

Telaio in compositi con tecnologia F1. Per la nuova vettura, che verrà prodotta in serie speciale limitata, la casa di Maranello ha utilizzato la vasta esperienza sui compositi maturata nelle competizioni. Il progetto è stato condiviso con la Scuderia Ferrari: un gruppo di lavoro misto che ha visto anche la partecipazione di Rory Byrne, nella squadra di F1 per molti anni. La scocca presentata a Parigi è costituita da una combinazione di quattro diverse fibre di carbonio con caratteristiche specifiche a cui si affiancano altri materiali nobili come il kevlar. Grazie a questi materiali e alle metodologie di lavorazione il peso complessivo della monoscocca è ridotto del 20% rispetto a quello della Enzo.

La prima Ferrari ibrida della storia. L’erede della Enzo adotterà il motore visto al salone di Pechino sul concept Hy-Kers: un V12 ibrido in grado di abbattere le emissioni di CO2 e di sfruttare la tecnologia F1 per ottenere una potenza record (la Casa non dà anticipazioni, ma si ipotizza tra 800 e 900 cv) con prestazioni velocistiche superiori a 350 kmh.
Una gamma di successo nel mondo. Se in Italia le cose vanno decisamente male (vendite dimezzate), nel resto del mondo la Ferrari continua ad incrementare vendite e fatturato. L’incremento al giro di boa del 2012 è stato del 7,4%, con crescite consistenti negli Usa e in Cina, ma anche su alcuni mercati europei come Gran Bretagna, Germania, Svizzera, dove il rinnovamento della gamma ha incontrato il favore del pubblico. La F12 berlinetta, tra l’altro, si è conquistata un posto da leader prima ancora che avessero inizio le consegne: è infatti la più potente e prestazionale di sempre grazie a 740 cv e a un’architettura compatta e leggera. Al suo fianco la FF, rivoluzionaria 4 posti/4 ruote motrici che si mostra a Parigi con il nuovo tetto panoramico in uno speciale cristallo riflettente, che garantisce l’isolamento termico dando la sensazione di viaggiare all’aperto. Tra le Ferrari con il motore V8 (due volte premiato con il Best Performance Engine Award), viene riproposta la 458 Italia nelle versioni coupè e spider, affiancata dalla più tranquilla (si fa per dire…) Ferrari California, bella decapottabile comoda e versatile (offre 4 posti) recentemente aggiornata con un incremento di potenza di 30 cv e una riduzione di peso di 30 chili. Un discorso, questo dell’alleggerimento, che Ferrari ha portato avanti con il polo Scaglietti, specializzato nella lavorazione dell’alluminio. «Nel complesso – dicono gli uomini di Maranello – il lavoro compiuto sui pesi e sull’efficienza dei motori ha prodotto un abbattimento del 30% di consumi ed emissioni rispetto a quattro anni fa, con il contemporaneo aumento della potenza media di circa cento cavalli».

La sfida di McLaren, dalla pista alla strada. Al Salone di Parigi Ferrari e Mclaren si affrontano come in Formula 1. Anche la casa di Woking, infatti, s’è lanciata alla ricerca del top con una supercar ad altissime prestazioni costruita su una scocca in carbonio e con motorizzazione ibrida. L’auto, che si chiama McLaren P1, non è ancora pronta a debuttare sul mercato (arriverà nel 2014), ma è stata definita in quasi tutti i dettagli ed è stata esibita a Parigi come se fosse pronta. E’ una due posti compatta, dalle linee fluide e aggressive, e dal “sapore” decisamente racing. Il motore è un V8 3,8 litri da 800 cv derivato da quello della MP4, anche in questo caso abbinato al Kers, ovvero al sistema di recupero dell’energia in rilascio e in frenata. Altre caratteristiche da vera e propria auto da corsa sono l’aerodinamica attiva e le sospensioni pushroad elettroniche adattive. Secondo Ron Dennis, «la P1 è il risultato di 50 anni di corse automobilistiche ai massimi livelli».

In prima linea anche Maserati. Tra le sportive ad alte prestazioni, ma meno estreme, c’è a Parigi anche una magnifica scoperta proveniente da Modena, presentata in anteprima mondiale: è la Maserati GranCabrio MC, cabrio con quattro posti “veri”. Ispirata e stimolata dal successo della Gran Turismo MC Stradale, una super sportiva dai forti contenuti racing sapientemente adattata all’uso stradale, la nuova GranCabrio MC ha un aspetto estremamente aggressivo pur mantenendo le doti e le caratteristiche di una gran tourer ideale per i lunghi viaggi. Più lunga di 48 mm rispetto a GranCabrio e GranCabrio Sport, la MC è caratterizzata da un frontale che utilizza un profilo studiato per ottimizzare i flussi e la portanza aerodinamica. Lievi modifiche riguardano anche le appendici al posteriore, adeguate alle riviste dimensioni della carrozzeria: l’elemento più vistoso è uno spoiler di dimensioni abbastanza generose, per un miglior carico deportante alle alte velocità (volendo può essere richiesto con finitura in carbonio).

Il Made in England punta su Jaguar. Dal Regno Unito arriva la nuova Jaguar F-Type, sportiva a due posti, in alluminio, che dovrebbe rinverdire i fasti della mitica Jaguar E, proponendosi in versione cabrio (dal 2014 anche coupè) con un prezzo non superiore a 70.000 euro. La F-Type adotta tre motorizzazioni a benzina: il nuovissimo 3.0 litri V6 sovralimentato nelle varianti da 340 e 380 cv, e una nuova unità derivata dal 5,0 litri V8 sovralimentato. Tutti i propulsori sono dotati del sistema Stop/Start e abbinati ad un cambio automatico a otto rapporti. Adrian Hallmark, responsabile a livello globale del marchio inglese (di proprietà dell’indiana Tata) ha dichiarato: «La nuova F-Type rappresenta per noi una tappa fondamentale. Come è stato per le sue progenitrici, è un’auto molto innovativa, in grado di dimostrare dove sono arrivate le tecnologie ingegneristiche e l’eccellenza stilistica di Jaguar».

Aston Martin rinnova la DB9. L’altro marchio britannico di grande prestigio, Aston Martin, rinnova invece la DB9 con un restyling ispirato alla Virage uscita di produzione e l’impiego del poderoso V12 (lo stesso della Vanquish) con potenza portata a 517 cv. “E’ la migliore gran turismo inglese”, dicono con orgoglio gli uomini di Gaydon, sottolineando anche il lavoro fatto per l’alleggerimento (con largo uso di carbonio e kevlar), il forte impegno sull’aerodinamica, l’introduzione dell’ultima generazione di sospensioni adattive, e l’aggiornamento degli interni (nel segno dell’opulenza).

Audi rilancia la supercar R8. Un altro restyling è quello eseguito dai tedeschi dell’Audi sulla R8. Rivisto il frontale, che prevede una nuova griglia single frame di colore nero; modificati i gruppi ottici (a Led) e modificati alcuni dettagli estetici. Sottoposta a cura dimagrante, la nuova R8 è più leggera, grazie ad un uso più massiccio di alluminio e fibra di carbonio. Nell’ultima evoluzione, inoltre, il motore V8 4,2 litri dovrebbe assicurare una potenza di 450 cv. Ma la novità più interessante è l’introduzione di una versione V10 Plus, con motore 5,2 litri FSI da 550 cv.

Arrivano le Porsche Carrera 4 e 4S. Le varianti a trazione integrale della 911 sono arrivate, puntuali, ad allargare la gamma della immortale sportiva di Zuffenhausen. Nello stand parigino sono state esibite sia in versione chiusa sia cabrio. Entrambe sfruttano il PTM (Porsche Traction Management), sistema di trazione integrale di ultima generazione con cui la Casa tedesca sfrutta al meglio il controllo e la gestione della trazione. Esteticamente le Carrera 4 e 4S si distinguono per impercettibili dettagli, come il rosso tra le luci posteriori, il retrotreno con carreggiata e gomme più larghe. Sul piano strutturale e dell’efficienza, invece, la Porsche tiene a ricordare che sono stati risparmiati una sessantina di chili e contenute le emissioni di CO2. Per il Cavallino tedesco le versioni a trazione integrale rappresentano il 34% delle vendite, e dunque ai nuovi modelli viene attribuita particolare importanza.

Dai francesi di Peugeot il facelift della RCZ. La casa del leone ha sottoposto ad un restyling la RCZ, originale coupè che nel model year 2013 andrà in vendita nel primo trimestre del prossimo anno. Esternamente si distingue soprattutto per il frontale, caratterizzato da una nuova griglia e da una nuova presa d’aria inferiore, e per i gruppi ottici a Led. Più ricchi e curati gli interni, con equipaggiamenti e dotazioni nuove, mentre meccanica e motorizzazioni sono rimasti immutati. Ma entro la fine del 2013 arriverà una RCZ in versione R equipaggiata con un motore turbo THP 1.6 da ben 260 cavalli, in grado di regalare prestazioni da autentica sportiva. E non solo per la potenza: la R avrà anche sospensioni nuove, un differenziale autobloccante Torsen e nuovi cerchi specifici.

Una Mini a due posti da 218 cv. Grinta e prestazioni, da sempre, caratterizzano anche le versioni sportive delle auto di dimensioni più piccole. Antesignana della categoria “piccoli mostri” è la Mini, che negli allestimenti JCW (John Cooper Works) riesce puntualmente a stupire. L’ultima nata è la JCW GP, versione a tiratura limitata (soltanto 2000 unità) segnalata come “la Mini dalle prestazioni migliori di sempre”. Trasformata in una due posti secchi per fare spazio, dietro, ad una barra d’irrigimento della scocca, questa Mini tuttagrinta ha un motore 4 cilindri 1,6 litri a iniezione diretta sovralimentato con turbo twin-scroll e comando valvole variabile, in grado di erogare 218 cv e di consentire prestazioni eccezionali: 0-100 in 6,3 secondi, velocità massima di 242 kmh. Provata sul mitico tracciato del vecchio Nurburgring, la John Cooper Works GP ha ottenuto il tempo di 8’23” sul giro, nuovo record per la categoria.

Anche il lusso conquista la scena. Supercar e sportive, l’abbiamo detto, conquistano il pubblico parigino. Ma nella Ville Lumiere fanno girare la testa anche le regine del lusso. Un po’ demodé in Italia e in alcuni Paesi della vecchia Europa, ma decisamente in prima linea su alcuni mercati emergenti, come la Cina e la Russia, e in alcuni Paesi del Vecchio Continente che risentono meno di altri della grande crisi. In questo scenario, il Mondial parigino regala momenti di gloria a molte auto di prestigio. Qualche esempio? Tra le big, spiccano Bentley e Rolls Royce, apparentemente rivali dirette del made in England, in realtà punte di diamante dei gruppi Volkswagen e BMW. Una sfida tedesca, insomma. BMW, tra l’altro, ha portato a Parigi (dopo l’anteprima a San Pietroburgo) anche la nuova Serie 7, ammiraglia in grado di esaltare, in magnifica sintesi, sportività e comfort, classe e prestazioni.

I primati della nuova Range Rover. Altro esempio di contaminazione esemplare – in questo caso lusso e forza da 4x4 – è venuto da Land Rover, che a Parigi (dopo l’anteprima londinese) ha portato la nuova Range. Un’auto che entrerà nella storia. E’ il primo Sport utility diesel ibrido al mondo (le emissioni di CO2 sono stimate in 169 g/km) ed è il primo Suv con struttura monoscocca leggera, interamente in alluminio (il peso è di ben 420 kg inferiore a quello della precedente versione). Arriverà nel corso del 2013, con un listino a partire da 91.000 euro.

Giapponesi superstar con l’ibrido sportivo. La via dell’ibrido viene battuta con convinzione anche dai giapponesi di Lexus (il marchio di lusso del colosso giapponese Toyota), che a Parigi hanno portato la LS Hybrid F Sport , versione sportiva dell’ammiraglia caratterizzata da un kit aerodinamico e da un motore V8 5,0 litri da 389 cv abbinato ad un elettrico da oltre 220 cv. Un modo per ricordare al mondo, una volta di più, che ibrido non vuol dire soltanto “lento e compassato” in nome dell’ambiente, ma anche potente e prestazionale.

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Martedì 25 Settembre 2012 - Ultimo aggiornamento: 14-06-2017 11:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA