La Toyota Rav4 Plug-in

Rav4 Plug-in, è anche “alla spina” il Suv più venduto al mondo. Toyota migliora ancora il suo gioiello

di Giampiero Bottino
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MILANO - Da alcuni anni è il Suv più venduto al mondo, e a fine febbraio ha tagliato il traguardo dei 10 milioni di unità consegnate (2 milioni in Europa e 255.000 in Italia) da quando, nel 1994, ha di fatto inventato la categoria dei veicoli a ruote alte di taglia urbana. 

Come se non bastasse, esibisce il badge del marchio che per primo ha creduto nella tecnologia ibrida oggi adottata da tutti i competitor, anche da quelli che all'inizio l'avevano accolta con condiscendente sufficienza. Poteva una vettura con un simile pedigree restare insensibile al richiamo dell'ibrido nella sua declinazione più evoluta? Certamente no. Quindi, giunto alla quinta generazione, il Toyota Rav4 si appresta a presentarsi sul mercato con la propulsione plug-in.

Ovviamente, nonostante il lancio sul mercato avvenga in un momento tutt'altro che facile per il comparto dell'auto (e non solo), la ambizioni sono coerenti con la sua storia di successo, oltre che supportate da scelte tecnologiche che inducono Toyota a rivendicare la leadership della categoria in termini di potenza ed efficienza, mettendo a frutto l'esperienza accumulata con lo sviluppo di due generazioni della Prius – la «madre» di tutte le auto ibride – in versione plug-in.

In effetti Rav4 Plug-in, rispetto al full-hybrid lanciato nel 2016, vanta alcuni miglioramenti come quelli che riguardano il 2.5 a benzina a ciclo Atkinson, la cui potenza è passata da 178 a 185 cv. Stessa tendenza, ma con valori ancora più importanti, per il motore elettrico anteriore da 134 kW (182 cv) rispetto agli 88 (120 cv) del Rav4 Hybrid, mentre è rimasta inalterata a 40 kW (55 cv) la potenza erogata dall'unità elettrica posteriore «responsabile» della trazione integrale Awd-i che ottimizza automaticamente la distribuzione della coppia tra i due assi in base alla condizioni di guida e alla situazione del fondo stradale. 

Il risultato è un sistema da 306 cv che propiziano un'accelerazione 0-100 in 6 secondi (rispetto alla versione full hybrid il 38% di potenza in più e 2,1 secondi in meno), mentre depone a favore del piacere della guida l'incremento del 50% dei cavalli disponibili a 60 km all'ora. E anche in modalità 100% elettrica le performance sono di tutto rispetto, visto che i 10 secondi necessari per arrivare a 100 km orari partendo da fermi sono paragonabili al tempo mediamente attribuito a un motore 2.0 a benzina.

Se quanto a prestazioni il Rav4 Plug-in si colloca ai vertici della gamma, sul piano dell'efficienza non è certo da meno: i dati di omologazione finale hanno evidenziato emissioni medie di 22 g/km di CO2 nel ciclo combinato Wltp, equivalenti a un consumo, quasi incredibile, di un litro di benzina ogni 100 km, dimostrando al di là di ogni dubbio la validità dalla tecnologia ibrida Toyota ormai giunta alla quarta generazione. 

Gli stessi protocolli Wltp hanno poi certificato un'autonomia in modalità solo elettrica di 75 km, che salgono a 98 nel ciclo di prova urbano. È il convincente risultato di un approccio tecnologico finalizzato a privilegiare il funzionamento a emissioni zero quando la carica della batteria è a livello adeguato, consentendo di viaggiare fino a una velocità di 135 km all'ora senza bisogno di ricorrere al motore termico.

Distanze e prestazioni che ovviamente dipendono anche dalle scelte del guidatore, il quale ha a dispozione quattro alternative di gestione del sistema. In modalità Ev (Electric vehicle), quella di default, si utilizza finché è possibile il solo motore elettrico. Il conducente può comunque decidere di partire in modalità Hv (Hybrid vehicke) che prevede la collaborazione tra i due propulsori, mentre il modo Auto Hv/Ev entra in gioco offrendo automaticamente un surplus di potenza, per esempio quando serve un'accelerazione improvvisa, per poi tornare immediatamente alla modalità puramente elettrica. La modalità Charging, infine, consente di ricaricare più rapidamente la batteria utilizzando l'energia fornita dal motore a benzina.

Proprio la batteria agli ioni di litio è uno degli elementi che concorrono a fare la differenza rispetto al gemello full-hybrid: di nuova concezione, è costituita da 96 celle e vanta una capacità aumentata a 18,1 kW. La sua collocazione sotto il pavimento del Rav4 ha consentito di raggiungere due tipi di vantaggi: abbassare il baricentro della vettura, a tutto vantaggio della stabilità e del comportamento dinamico e mantenere quasi inalterato il volume a disposizione dei bagagli, i quali possono contare su un vano di 520 litri, leggermente ridotto a causa del piano di carico rialzato per accogliere la batteria ma sempre all'altezza dei concorrenti. 

Anche l'utilizzo dell'impianto di condizionamento per refrigerare le celle della batteria aiuta a mantenere elevate le performance elettriche del primo Suv «alla spina» di Toyota, offrendo una concreta dimostrazione dell'attenzione con cui i tecnici hanno cercato di evitare qualsiasi spreco energetico. Emblematico in tal senso il controllo «S-Flow» che dirige il riscaldamento o la ventilazione esclusivamente sui sedili anteriori e posteriori che per i sensori di bordo risultano occupati, mentre la temperatura nell'abitacolo viene gestita tenendo anche conto in tempo reale dell'irraggiamento solare. Un ulteriore contributo al risparmio energetico è costituito dalla possibilità di spegnere il deumidificatore quando il suo apporto non risulta produttivo ai fini dello sbrinamento dei vetri, dell'eliminazione degli odori e del comfort ambientale. 

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Martedì 2 Febbraio 2021 - Ultimo aggiornamento: 04-02-2021 13:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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