Vincenzo e Giovanni Malagò alla presentazione della Levante

Il Tridente e il Cavallino, la mitica storia romana. Giovanni Malagò fa parte della dinasty che ha fatto grande l’auto nella Capitale

di Nicola Desiderio
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Cinquant’anni e non sentirli, anzi riviverli con piacere e con il dolce calore dei ricordi. È infatti mezzo secolo che la Sa.mo.car è concessionaria Maserati a Roma e Giovanni Malagò, in occasione di questo importante anniversario, sfoglia idealmente le foto che raccontano la storia di un’azienda, di un marchio, ma soprattutto della sua famiglia a meno di un anno dalla scomparsa del padre Vincenzo, fondatore di una pianta dalle radici antiche nata invero da tre realtà distinte. «Pochi sanno quali sono le nostre origini – ricorda Malagò – e da dove venga il nome Sa.mo.car. All’inizio eravamo tre concessionarie: la Sport Auto Roma, la Motor e la Car Center. La sigla Sa.mo.car nasce dalle loro iniziali. La prima era per la Ferrari, la seconda per la Maserati e con la terza eravamo distributori per Rolls-Royce e Bentley. Poi è arrivata anche la BMW. Tanta acqua è passata sotto i ponti, credo però che nessun altro concessionario come Sa.mo.car si identifichi nel rapporto con la fabbrica e il cliente, non soltanto a Roma e in Italia, ma in tutto il mondo».

Eppure la storia dei Malagò commercianti di auto inizia lontano sia da Roma sia dai marchi prestigiosi. «Mio padre era figlio di un medico e a 23 anni lasciò gli studi per andare in provincia di Pistoia a vendere camion usati. Quelli erano gli anni dopo la Guerra e stava rinascendo il commercio. Quando iniziò il rapporto con Maserati e con Ferrari, io non ero ancora nato. Lui andava a Modena e all’hotel Canalgrande aspettava uno, due o anche cinque giorni che la macchina fosse pronta. La ritirava direttamente in fabbrica, la guidava personalmente fino a Roma e la consegnava al cliente con già 7-800 km sul contachilometri». E parlando sempre di legami, il discorso non può che virare verso il rapporto che storicamente esiste tra Maserati e Ferrari e sul modo in cui è stato vissuto da chi è stato ed è ancora concessionario per entrambi i marchi. «Diciamo che noi abbiamo visto dall’interno tutte le fasi possibili ed immaginabili di questo altalenante rapporto. Per un lungo periodo Maserati e Ferrari sono state rivali sulle piste e concorrenti sul mercato perché avevano lo stesso target di clienti. Poi, per una serie di vicende e di combinazioni, hanno seguito due strade separate per poi ritrovarsi. Anzi – ricorda il presidente del CONI – con la presidenza Montezemolo ci fu una fortissima volontà di mettere insieme i brand tanto che le insegne dei concessionari avevano al centro il proprio nome, a destra il marchio Ferrari e sinistra quello Maserati. Poi è stato deciso di separarli: il Cavallino è diventato indipendente con la quotazione in borsa e il Tridente vive ancora all’interno del gruppo (Stellantis, ndr)».

A Malagò figlio non facciamo la solita antipatica domanda ovvero: vuoi più bene a papà o a mamma? Da buon sportivo e senza la propria abituale diplomazia, gioca d’anticipo: «Oggi sono molto felice di guidare una Maserati Levante, rigorosamente blu e con interno cuoio, nonostante la storia della mia famiglia sia una cosa sola con quella della Ferrari. Lo faccio perché penso che nell’automobile, come in molte cose della vita, ci sia una componente soggettiva ed io sono cresciuto con il culto del cruscotto delle prime Quattroporte, con tutto quel legno e quella strumentazione dalla ricchezza straordinaria. Penso che sia il più bello di tutta la storia dell’automobile! Anche per questo, per me Maserati vuol dire classe ed eleganza. Ed è una cosa che non la trovi al mercato».

Oltre alla tradizione e ai ricordi, per Sa.Mo.Car e Maserati ci sono anche il business e il futuro.
«Maserati ha programmi di allargamento della gamma prodotti e ambizioni di mercato molto importanti e noi stiamo facendo investimenti altrettanto importanti che testimoniano la fiducia che abbiamo nel marchio. Non posso negare – conclude Giovanni Malagò – che la transizione energetica rappresenti un punto interrogativo, che riguarda non solo Maserati, ma tutto il mondo dell’automobile. E accanto a tutte le opportunità offerte dall’elettrificazione ci sono oggettivamente alcuni problemi che dobbiamo ancora risolvere. Io però, per natura, sono ottimista…».

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Martedì 21 Novembre 2023 - Ultimo aggiornamento: 23-11-2023 10:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA