TORINO - «La fragilità dello scenario globale e il rischio di recessione tecnica nell’ultima parte dell’anno dovrebbero impattare anche sul settore automobilistico, portandolo a chiudere il 2022 a circa 1.300.000 immatricolazioni, -10,8% sul 2021 e 158.000 unità in meno, un volume pari a quello di minimo storico che si registrò nel 2013 con 1.304.000 autovetture». È la previsione di Michele Crisci, presidente dell’Unrae. Per quanto riguarda il prossimo anno invece, secondo Crisci, «la stagnazione economica e gli effetti della recessione tecnica in avvio di anno, andranno a deprimere i risultati del 2023 che dovrebbe rimanere su un volume sottotono da noi stimato in 1.400.000 unità, +7,7% sul 2022».
Dopo la conferma dello stop dal 2035 alla vendita di auto nuove a combustione interna, decisa in sede europea il 27 ottobre, per Crisci «è necessario e urgente un piano puntuale su come affrontare la riconversione industriale nel nostro Paese. Una riconversione possibile solo a fronte di un mercato in buona salute e di stimoli per una diffusione accelerata delle vetture a zero emissioni, e questo avrà impatti benefici sulla componentistica italiana impiegata massicciamente da tutti i Costruttori, sia italiani che esteri. Siamo pertanto disponibili e pronti a collaborare con il nuovo Governo appena insediato portando la nostra esperienza per affrontare questo delicato processo di transizione, che richiede interventi prioritari incentrati su tre punti cardine».
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