Il presidente Usa Joe Biden

Biden e Trump volano dagli operai dell’auto in sciopero. Duello in Michigan per appoggio a tute blu

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WASHINGTON - Joe Biden e Donald Trump, sempre testa a testa nei sondaggi, volano in Michigan la prossima settimana per contendersi in uno degli stati chiave per la Casa Bianca, nel cuore della Rust Belt, il sostegno degli operai dell’ auto in sciopero contro Gm, Ford e Stellantis per il rinnovo del contratto. Per Biden si tratta di una mossa storica: neppure Jimmy Carter, molto vicino ai sindacati, visitò mai un picchetto e l’ultimo presidente a mostrare sostegno ai lavoratori in sciopero fu Theodore Roosevelt nel 1902, quando invitò i minatori alla Casa Bianca nel timore che il Paese potesse trovarsi a corto di carbone. L’inquilino della Casa Bianca ha annunciato la sua visita su X, anticipando di un giorno quella del tycoon, benchè non sia chiaro ancora se sbarcherà a Detroit, la capitale dell’ auto, o altrove: «Martedì andrò in Michigan per unirmi ai picchetti e solidarizzare con gli uomini e le donne della Uaw (il sindacato del settore auto, ndr) mentre lottano per ottenere una giusta quota del valore che hanno contribuito a creare.

È tempo di un accordo vantaggioso per tutti che mantenga fiorente la produzione automobilistica americana con posti di lavoro sindacalizzati ben retribuiti». Biden, che nel 2008 gestì per conto dell’allora presidente Barack Obama il dossier del gigantesco salvataggio del settore, si era già schierato pubblicamente con gli operai nel primo giorno di sciopero, denunciando che «i profitti record delle case automobilistiche non sono stati condivisi equamente e i lavoratori meritano la loro giusta parte». Ma una settimana dopo Shawn Fain, presidente del potente sindacato Uaw, uno dei pochi che non ha ancora dato il suo endorsement a Biden, ha deciso di allargare lo sciopero a 38 impianti di Gm e Stellantis in 20 Stati (risparmiando solo quelli della Ford per i progressi nei negoziati), tra cui Michigan, Wisconsin, Pennsylvania, Nevada, North Carolina e Georgia, considerati ‘battleground’ per le elezioni del 2024. E ha invitato «chiunque supporti la nostra causa a unirsi ai picchetti, dai nostri amici e famigliari sino al presidente degli Stati Uniti».

L’invito ha messo pressione su Biden, che si definisce «il presidente più pro sindacato della storia Usa», inducendolo a varcare la linea rossa, anche per non farsi rubare la scena e i voti della classe operaia da Trump. La campagna del tycoon ha accusato il presidente di cercare solo una «photo opportunity a buon mercato» e denunciato che «l’unico motivo per cui va in Michigan martedì è perchè Trump ha annunciato che ci andrà mercoledì». The Donald ha scelto questo giorno per oscurare anche il secondo dibattito tv tra i suoi rivali repubblicani, che diserterà. Andrà a Detroit, non si sa ancora se tra i picchetti, per corteggiare quegli operai che nel 2016 riuscì in parte a conquistare denunciando gli accordi commerciali internazionali che li penalizzavano e strappando così il Michigan ai dem.

Ora può giocarsi la sua contrarietà alla svolta di Biden a favore dei veicoli elettrici, temuti dagli operai perchè richiedono meno manodopera. Ma Fain, che è apparso insieme al senatore socialista Bernie Sanders durante gli scioperi, non è certo un fan del tycoon: «Il sindacato sta combattendo la classe dei miliardari e un’economia che arricchisce persone come Donald Trump a spese dei lavoratori», ha detto nei giorni scorsi.

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Domenica 24 Settembre 2023 - Ultimo aggiornamento: 25-09-2023 09:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA