La Bmw X7 è dotata di un motore diesel 3.0 quadriturbo capace di erogare 400 cv e 760 Nm

Dal quadriturbo di BMW all’8 cilindri Volkswagen. Il motore diesel ha altissime prestazioni, coppia fantastica e un’efficienza inarrivabile

di Nicola Desiderio
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ROMA - Fino agli anni Ottanta il diesel era sinonimo di lentezza, pesantezza e rumore, un’immagine completata da una patina di modestia che derivava dalla sua parsimonia, ma lo confinava inesorabilmente al di fuori dei salotti buoni dell’automobile, dove il lusso, il prestigio e le prestazioni proibivano la parola “gasolio”, a meno che non si parlasse di riscaldamento domestico. Poi arrivarono il turbocompressore, le testate multivalvole, l’iniezione diretta multistadio ad altissima pressione e il motore inventato da Rudolf Diesel sfondò le porte di tutti quei club che lo avevano sprezzantemente rifiutato in nome di una palese inadeguatezza di schiatta e di mezzi. Qualcosa era già successo in precedenza con il primo “diesel veloce” 1.5 da 48 cv sulla Golf, la posta si era alzata ulteriormente con la GTD 1.6 da 70 cv del 1982 e la Citroën CX, salutata 2 anni più tardi come la berlina a gasolio più veloce al mondo grazie al suo 4 cilindri 2.5 da 120 cv che le faceva raggiungere i 195 km/h.

Ma quando la lettera “d” incominciò a comparire su Audi, BMW e Jaguar osando profanare santuari come Porsche, Maserati e persino Bentley, si capì che il motore a gasolio era diventato la migliore combinazione tra prestazioni e consumi. Ideale per la strada, certo, ma non vincerà mai in pista, si disse. E invece alla 24 Ore di Le Mans il diesel trionfò al suo debutto nel 2006 dominando fino al 2014 (le ultime tre volte con il supporto dell’ibrido) in forma di motori pluricilindrici traboccanti di tecnologia, cavalli e newtonmetri che iniziavano a trovare il loro riflesso sulle auto di serie. Erano già comparsi i 6 e 8 cilindri e biturbo sequenziali, ma il gruppo Volkswagen rimise il puntino sulla “i” di Diesel mettendo un V10 5 litri da 313 cv sulla sua ammiraglia Phaeton e un V12 da 500 cavalli e 1.000 Nm sull’Audi Q7 che era in predicato di entrare nel cofano anche della sportiva R8.

Oggi il connubio tra diesel e prestazioni è scontato, proprio nella fascia alta del mercato e, se non su supersportive, il motore a gasolio è il cuore di versioni ad alte prestazioni. Le Audi S5, S4 e S6 sono mosse da un V6 3 litri da 347 cv e 700 Nm dotate di turbocompressore a gas di scarico e compressore elettrico. Parliamo di auto che possono accelerare da 0 a 100 km/h in meno di 5 secondi, ma hanno emissioni di CO2 intorno ai 150 g/km e non pagano dunque l’ecotassa. Stesso sistema per il V8 4 litri da 435 cv della SQ7 (0-100 km/h in 4,8 s.) e che troviamo, in versione da 421 cv senza l’ausilio degli elettroni, anche sulla Volkswagen Touareg. Sono loro i due diesel più potenti montati su un’automobile. Il costruttore tedesco non è rimasto l’unico a fare 8 cilindri ad auto accensione. 

C’è anche la Land Rover che sulle Range Rover ha un 4,4 litri da 340 cv mentre la Range Rover Sport e altri modelli Jaguar montano un V6 3 litri da 249 cv (a prova di superbollo) o da 300 cv grazie alla sovralimentazione sequenziale con due turbocompressori. BMW è l’altro costruttore che ha sviluppato il diesel sportivo a tal punto da metterlo sulle versioni M50d di Serie 5, Serie 7, X5, X6 e X7.

Il gioiello è un 6 cilindri in linea 3 litri capace di erogare 400 cv e 760 Nm grazie alla sovralimentazione attraverso ben 4 turbocompressori. In passato la casa di Monaco aveva realizzato anche un V8 4.4 e poi un 6 cilindri triturbo da 381 cv. Di questo 3 litri c’è anche la versione biturbo da 340 cv e 700 Nm elettrificata con l’ibrido a 48 Volt. Con questo motore la M340d xDrive accelera da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi percorrendo quasi 19 km/litro pari a 139 g/km di CO2, dunque va forte quasi quanto la M40i da 374 cv (0-100 km/h in 4,4 s.), ma ha consumi tagliati di un quarto e emissioni di CO2 più basse del 12% contro un listino superiore di 700 euro. I conti si fanno presto. Anche Mercedes, antesignana del diesel, ha avuto V8 in gamma, ma oggi la punta di diamante è il 6 cilindri in linea 2.9 litri biturbo da 340 cv.

Tutto in alluminio, ha i pistoni in acciaio, il variatore di alzata sulle valvole di scarico e tutti i sistemi di post trattamento integrati accanto al motore per farli entrare subito in temperatura. Il suo punto di forza è la coppia: 700 Nm da 1.200 a 3.200 giri/min tanto da poter dare prestazioni sportive e comfort ad auto di rappresentanza come Classe S e Classe E (0-100 km/h in 4,8 s.) pur con consumi irrisori, oppure essere la scelta ideale per un la GLS, un suv 7 posti da 5,21 metri e 2 tonnellate e mezza di peso che fa lo 0-100 km/h in poco più di 6 secondi. Alla faccia di rumore, lentezza e pesantezza.

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Giovedì 2 Luglio 2020 - Ultimo aggiornamento: 09:06 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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