Una Peugeot 208 di Share Now

Mobilità condivisa, lo show dei servizi. L’evoluzione della specie coinvolgerà anche il modo di muoversi. Sharing in pole position

di Mattia Eccheli
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«Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti». La teoria dell’evoluzione di Charles Darwin si applica perfettamente anche alle case automobilistiche come dimostrano le scelte di questi ultimi anni per non esporre il fianco alle sfide delle società hi-tech e alla fioritura di start-up (ormai ex) che hanno lanciato applicazioni con le funzioni disparate hanno avviato una metamorfosi. Da semplici sviluppatori, produttori e venditori di veicoli, i costruttori si sono imposti diventare fornitori di servizi alla mobilità anche per sfruttare l’enorme quantità di dati che sono in grado di raccogliere ed elaborare.

Attraverso la controllata Free2Move, Stellantis offre car sharing e noleggio: una realtà consolidata destinata a diventare il vero punto di riferimento a livello europeo dopo l’intesa con Mercedes e Bmw per l’acquisizione di ShareNow, il ramo d’azienda per le auto in condivisione della joint-venture delle due case tedesche. La flotta europea superava le 10.000 unità (3.000 elettriche) distribuite in 17 città. Con eSolutions, di cui Stellantis detiene il 50,1% del capitale, il gruppo ha avviato anche la commercializzazione dei sistemi di ricarica: le colonnine già vendute sono 65.000. La società è pure partner tecnologico del progetto Atlante per all’espansione della rete di ricarica rapida. La galassia Stellantis include Aramis, il portale per la vendite online dell’usato che comprende anche Cardoen, Clicars e CarSupermarket, attraverso il quale ogni tre minuti un’auto cambia di proprietà.

Sul cosiddetto noleggio “free floating” ha investito pure il gruppo Volkswagen con l’opzione We-Share, lanciata esclusivamente con veicoli a zero emissioni. Il colosso tedesco rileverà poi Europcar, la società francese di autonoleggio che ha controllato tra il 1999 e il 2006. Le autorità hanno già concesso il benestare all’acquisizione, un’operazione da circa 2,5 miliardi di euro portata avanti alla guida di una cordata. Per accelerare la svolta elettrica, il gruppo Volkswagen è entrato nella jont venture Ionity per sviluppare la rete di ricarica veloce in Europa. Mentre nel Vecchio Continente ha altri costruttori come soci (Bmw, Ford, Hyundai, Kia e Mercedes), negli Stati Uniti ha puntato su Electrify America, controllata al 100%. La sussidiaria è nata nel 2016 e dispone di oltre 2.400 punti di ricarica distribuiti in oltre 730 stazioni differenti.

Con Kinto anche Toyota propone servizi alla mobilità: car sharing, carpooling, noleggio a lungo termine e, con la app Kinto Go, anche la possibilità di pianificare spostamenti e prenotare taxi, pagare parcheggi o acquistare titoli di viaggio. La casa nipponica è la sola a mettere a disposizione anche vetture a idrogeno (la Mirai, anche a Venezia) con un proprio marchio. Quanto siano strategici i nuovi servizi per il gruppo Renault lo dimostra la nomina di Clotilde Delbos, per mesi Ceo ad interim della Losanga, a capo di Mobilize, una delle quattro divisioni del costruttore. Il car sharing a zero emissioni aveva debuttato a Bergamo, ma le attività riguardano anche opzioni energetiche e possibili soluzioni per rendere più efficiente la mobilità. Il marchio aveva esibito il concept Mobilize Ez-1 destinato alla condivisione urbana e ha appena ha presentato Limo, la prima elettrica con il proprio marchio che fungerà solo da “macchina di servizio” (taxi e noleggio con conducente). Eni, la multinazionale italiana dell’energia, è attiva nel settore dei servizi alla mobilità con Enjoy dal 2013. È attiva in 7 città italiane con oltre duemila Fiat 500 con motore a combustione, in tre con poco meno di cinquecento scooter Mp3 Piaggio e a Torino anche con cento Xev Yoyo elettriche fornite dalla Società Italiana Flotte Aziendali (Sifà).

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Giovedì 30 Giugno 2022 - Ultimo aggiornamento: 11-07-2022 11:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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