Il presidente di Volvo Cars Samuelsson a Ginevra con il Trofeo vinto dalla XC40

L'anno della Volvo. La casa svedese conquista per la prima volta il premio “Car of the year” con la XC40

di Giampiero Bottino
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GINEVRA -Probabilmente Fred van der Vlugt, direttore della rivista specializzata olandese Auto Visie, neppure immaginava l’impatto che l’idea da lui lanciata nel 1963 – creare un premio che all’inizio di ogni anno incoronasse la migliore automobile che si fosse affacciata in Europa nel corso dei 12 mesi precedenti, seguendo l’esempio di quanto già accadeva negli Usa dal 1949 – avrebbe avuto sul mondo delle quattro ruote.
 

 

Nei 55 anni trascorsi da allora, il mondo – e non solo quello dei motori – è profondamente cambiato, i 26 giudici provenienti da 9 Paesi che proclamarono la Rover 2000 “Auto dell’anno 1964” sono diventati 60, e sono di 23 diverse nazionalità, in coerenza con la nuova geografia europea dell’auto, che tiene conto dei muri che sono caduti e della motorizzazione di massa che ha conquistato territori in precedenza inesplorati. Con l’evoluzione dei mercati sono cresciuti il prestigio e l’autorevolezza del premio che gli addetti ai lavori sintetizzano nell’acronimo Coty (“Car of the Year”) e che oggi rappresenta per chi lo conquista un fiore all’occhiello da esibire con orgoglio, anche come risorsa di comunicazione dalle importanti ricadute sul business.

Questo spiega perché Håkan Samuelsson, presidente e Ceo di Volvo, abbia sfoggiato un sorriso lontano anni luce dal (presunto) distacco scandinavo al momento di ritirare il trofeo “Auto dell’anno 2018” assegnato alla Suv XC40 e consegnato dal neo presidente della giuria Frank Janssen, giornalista del settimanale tedesco Stern. «Oggi Volvo – ha detto Samuelsson – schiera nella sua gamma tre Suv. E la XC40 darà un grande contributo alla nostra crescita, inserendo il marchio nel segmento più giovane e in più rapida crescita del mercato globale, quello delle Suv compatte».

Per un paradossale scherzo del destino Håkan Matson, il “past president” della giuria che ha passato la mano dopo 9 anni di apprezzatissimo lavoro ha perso per poco l’occasione di assaporare una soddisfazione quasi storica: essere lui, svedese, ad annunciare la prima vittoria di un modello del suo Paese.
Grazie alla XC40, che alle dimensioni compatte abbina un look gradevolmente equilibrato, equipaggiamenti allo stato dell’arte della tecnologia e la proverbiale sicurezza Volvo, la casa di Goteborg ha centrato un obiettivo inseguito con determinazione negli ultimi anni e sfuggito alla C40 nel 2007, all’accoppiata S60/V60 nel 2011, alla V40 nel 2013, alla XC90 (che nel 2016 ha sfiorato l’impresa, superata di soli 18 punti dalla Opel Astra) alla coppia di ammiraglie S/V90 l’anno successivo.

Adesso a Goteborg possono festeggiare una rivincita che non ammette discussioni, visto il vantaggio accumulato nella votazione, in base al regolamento che mette a disposizione di ciascun giurato 25 punti da distribuire liberamente, con le uniche limitazioni di non poterne assegnare più di 10 a un singolo modello e non metterne più di uno in testa a pari merito, tra le 7 finaliste selezionate dalla giuria nel lotto di tutte le candidate, che in questa edizione erano 37: collocata al primo posto dai giurati di ben 11 Paesi, la Suv svedese ha conquistato 325 punti, 83 in più rispetto alla seconda classificata, la Seat Ibiza che comunque può ritenersi più che soddisfatta – come ha detto a chiare lettere Luca de Meo, presidente della casa spagnola – per un piazzamento che nessuno si aspettava, soprattutto all’esordio nel ristretto lotto delle aspiranti al titolo.

A completare il podio è stata la Serie 5 Bmw, che ha sua volta ha preceduto nell’ordine la Kia Stinger, la Citroën C3 Aircross, l’Audi A8 e l’Alfa Romeo Stelvio. Un risultato che per la Suv del Biscione rappresenta una delusione inattesa, visto che per il suo straordinario comportamento dinamico – unanimemente riconosciuto dalla stampa specializzata – le previsioni concordavano nel vederla almeno sul podio. La composizione della giuria, che prevede sei membri per ciascuno dei cinque mercati principali (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito), mentre gli altri Paesi hanno da uno a tre giurati e seconda della consistenza dei rispettivi mercati, assegna un peso determinante ai “big five” due dei quali – Germania e Uk – nell’occasione hanno penalizzato la Stelvio, attribuendole rispettivamente solo 7 e 5 voti sui 60 teoricamente disponibili e creando un gap impossibile da colmare.
 

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Martedì 13 Marzo 2018 - Ultimo aggiornamento: 14-03-2018 13:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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2018-03-14 09:20:09
è un premio dato dai giornalisti a chi li foraggia meglio nelle loro prove. le prove devono essere fatte su veicoli comperati in incognito dal concessionario e non forniti dalla casa e seguiti dai loro meccanici.