Uno stand Maserati ad un recente salone dell'auto

Fca a Francoforte solo con Maserati, la Ferrari mostra in pubblico la Portofino

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FRANCOFORTE - Al Salone dell’Auto di Francoforte Fiat Chrysler sarà uno dei grandi costruttori assenti: mancheranno per la prima volta i brand Fiat, Alfa Romeo e Jeep, mentre ci sarà la Maserati. L’appuntamento che prende il via domani, il primo dopo la pausa estiva, resta comunque l’occasione per affrontare i grandi temi dell’industria automobilistica europea ed è per questo che, sulla scia dei rumor estivi su alleanze e operazioni finanziarie, i riflettori saranno puntati anche su Fca.

Non si sa ancora se Sergio Marchionne arriverà a Francoforte per la presentazione della Ferrari Portofino, la nuova Gran Turismo V8, attesa al debutto ufficiale ma già ‘svelatà nel week end scorso nel borgo ligure di cui porta il nome. Mercoledì nell’ambito del Salone - tempio dei gruppi tedeschi Volkswagen, Bmw e Daimler - ci sarà la consueta riunione dei costruttori europei dell’Acea: non sarebbe però la prima assenza per l’ad di Fca che, nelle due scorse edizioni della kermesse di Francoforte, ha dato forfait per altri impegni nonostante i brand del gruppo fossero presenti. Il tema delle alleanze tra i costruttori resta centrale e nello scacchiere internazionale Fca è certamente uno dei protagonisti.

Marchionne ha smentito l’esistenza di qualsiasi trattativa con gruppi cinesi, nonostante le indiscrezioni su un interesse dell’azienda Great Wall a comprare l’intera Fca o soltanto il marchio Jeep. Le voci sulle avances cinesi hanno anche riaperto il tema di un’alleanza con Gm che potrebbe essere sostenuta dall’amministrazione Usa di Donald Trump per evitare che il marchio Jeep finisca in Cina. «Nessun big deal con un grande costruttore è allo studio, probabilmente non sarò io a farlo», ha detto nei giorni scorsi Marchionne. Anche l’amministratore delegato di Volkswagen, Matthias Mueller, ha liquidato come «speculazione e niente di più» i nuovi rumors su colloqui con Fca per una fusione tra i due gruppi. L’altra questione centrale è lo spin off di Magneti Marelli, storica azienda di componentistica del gruppo, operazione che sarebbe simile a quella realizzata per Ferrari e potrebbe essere varata entro fine anno.

Non è neppure esclusa la vendita della società che ha un valore stimato fra i 4 e i 5 miliardi di euro. Lo spin off della componentistica, che oltre alla Marelli potrebbe coinvolgere anche il Comau, aiuterebbe a raggiungere l’obiettivo di azzeramento del debito previsto dal piano industriale al 2018, l’ultimo che Marchionne firmerà a fine mandato, ma contribuirebbe anche ad “alleggerire” il gruppo nella prospettiva di una alleanza. Nessuno scorporo invece almeno per ora per Maserati e Alfa Romeo, le due aziende del polo del lusso, «ancora non mature per viaggiare con le proprie gambe», ha detto Marchionne.

Non è neppure esclusa la ricerca di un partner con cui realizzare un polo europeo del lusso: tra i candidati potrebbe esserci proprio un’azienda tedesca, la Bmw, con cui Fca ha stretto nei mesi scorsi un accordo per lo sviluppo di una piattaforma per la guida autonoma. Resta anche da definire - il nuovo piano industriale è annunciato a metà del 2018 - il futuro degli stabilimenti italiani a partire da Pomigliano che vedrà la Panda emigrare in Polonia. Aspetta un secondo modello Mirafiori e a Melfi si dovrà sostituire la Punto. L’obiettivo della piena occupazione è stato più volte confermato, ma mancano alcuni tasselli. Marchionne li metterà a punto nel 2018, ultimo anno in Fca.
 

 

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Martedì 12 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 19:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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