La Bugatti Chiron durante il record di velocità

Bugatti regale e velocissima, con il salotto Chiron in volo a 500 km/h

di Nicola Desiderio
  • condividi l'articolo

MOLSHEIM - A Molsheim giurano che questa è l’ultima volta, che la smetteranno di dimostrare che le loro auto sono le più veloci al mondo. Intanto l’hanno fatto ancora e sul circuito di Ehra-Lessien una Chiron ha superato le 300 miglia orarie, 304,773 per la precisione che, tradotto in numeri “continentali”, vogliono dire 490,484 km/h. La prima Bugatti dell’era moderna, la Veyron era stata la prima a superare i 400 km/h, invece ora i 500 sembrano ad un soffio. «Se avessimo provato a fare il record in altura, avremmo raggiunto i 515 km/h» fanno sapere dall’Alsazia, col nobile distacco di chi poteva e non ha voluto. Colpa della densità dell’aria che ai 50 metri di altitudine del circuito di prova del gruppo Volkswagen è un muro ancora più duro da perforare, anche per un trapano da 1.600 cavalli prodotti dal suo 16 cilindri con 8 litri di cilindrata, quadriturbo e a trazione integrale. 

Tutto sulla Chiron è multiplo di 4, come le ruote gommate Michelin che, per farla viaggiare a 136 metri al secondo – aritmeticamente, è 4 per 34 – devono fare 4.100 giri al minuto e avere cinture che resistono ad accelerazioni centrifughe di 5.300 G. Per essere sicuri al 100%, il gommista francese ha provato le super coperture al banco fino a 511 km/h e poi le ha analizzate ai raggi X. Come ogni animale che si rispetti, c’era infine bisogno di chi sapesse farlo correre e dominarlo. Il domatore del caso è stato Andy Wallace, uno che ha vinto la 24 Ore di Le Mans del 1988, tre Daytona e due 12 Ore di Sebring. Il britannico aveva già conquistato il record di velocità per auto stradali a Ehra-Lessien con la McLaren F1, ma di sicuro non poteva immaginare che 21 anni dopo avrebbe superato quel limite di oltre 100 km/h.


Per farlo ci sono voluti quasi mille cavalli in più e un’aerodinamica degna di un’auto da corsa, con un frontale modificato, una coda allungata e un estrattore posteriore reso più efficiente grazie ad una diversa conformazione dell’impianto di scarico. A tutto questo ha pensato uno che se n’è intende come l’ingegnere Giampaolo Dallara, di stanza a Varano de’ Melegari: abbastanza vicino a Campogalliano, che dal 1987 al 1995 fu la casa della Bugatti, e non troppo distante da Milano che il 15 settembre 1881 diede i natali a Ettore Bugatti. Da qui è partito il Grand Tour, un corteo che ha portato 23 Bugatti dal capoluogo lombardo fino a Parigi, passando anche per Monte Carlo, dove la Type 35 vinse il suo primo Gran Premio un secolo fa dopo aver dominato 5 edizioni di fila la Targa Florio, 10 anni prima che la Type 57 conquistasse la sua seconda 24 Ore di Le Mans. Un esercizio tecnico che si è trasformato in realtà: la Chiron 300+ sarà prodotta in 10 esemplari entro il 2021, manterrà la livrea del prototipo, in carbonio nudo con le due bande longitudinali arancioni, e costerà 3 milioni e mezzo di euro, ovviamente senza tasse. 

  • condividi l'articolo
Domenica 6 Ottobre 2019 - Ultimo aggiornamento: 08-10-2019 12:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
1 di 1 commenti presenti
2019-10-06 22:44:49
Sabavano dietro una macchina che inquina e consuma quanto un aereo e costa quanto il PIL di uno stato africano...poi fanno il friday for future...