Nico Rosberg

Nico Rosberg: «Credo così tanto nella Formula E che sono diventato azionista»

di Nico Rosberg
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L’auto elettrica per me è il futuro. E ve lo dice uno come me che ha corso e vinto il campionato del mondo di Formula 1 con una monoposto convenzionale, anche se ibrida. L’auto elettrica, secondo me, rappresenta davvero la nuova frontiera della nostra società perché ci apre la porta a un futuro più sostenibile. È una cosa bella per il nostro mondo. Ma non illudiamoci di aver già raggiunto la meta: l’auto elettrica è soltanto il primo passo verso il cambiamento, perché oltre a lei abbiamo bisogno anche e soprattutto dell’energia rinnovabile per completare il processo e rinnovare il nostro mondo. Non posseggo ancora un’auto elettrica ma la comprerò a breve, adesso che arriveranno sul mercato le auto nuova generazione, come l’Audi e-tron o la Mercedes EQC. Macchine da 400 cavalli che faranno capire agli automobilisti, che hanno un’idea ancora poco definita della mobilità elettrica, quanto sia divertente da guidare questo genere di automobili.

Hanno motori talmente brillanti, perché la coppia motrice viene erogata tutta assieme, che risulta davvero divertente guidarle. Per la gente sarà una scoperta. Credo talmente nel futuro della mobilità elettrica che, quando mi sono ritirato dalla Formula 1, due anni fa, fra le varie cose sono anche diventato azionista della Formula E. Ho comprato quote azionarie della società. Non l’ho fatto per compiere una speculazione, ma perché ritengo la Formula E l’apice dello sviluppo tecnologico verso la mobilità del futuro.

Ho avuto modo di guidare per primo, fra tutti i piloti, la monoposto di Formula E seconda generazione, quella che sarà la protagonista del campionato che scatterà il 15 dicembre in Arabia Saudita e sono rimasto stupefatto dai progressi compiuti dalla tecnologia elettrica in così pochi anni. Le nuove monoposto hanno raddoppiato l’autonomia e incrementato la potenza del 10 o 15%. Ma la cosa più impressionante non è il fatto che le monoposto abbiano duplicato la distanza percorribile con una carica, così che possono disputare l’intera corsa di 45 minuti senza pit stop, ma che la dimensione della batteria è rimasta la stessa! In appena 4 anni di sviluppo sono riusciti a concentrare una capacità doppia nella medesimo taglia della batteria. Questo è vero progresso e fa capire quanto rapidamente possiamo progredire con questa tecnologia sul fronte della mobilità elettrica.

Qualcuno vorrà sapere che impressione mi abbia dato guidare una Formula E per chi come me era abituato alla brutalità della Formula 1. La prima sensazione è che è davvero divertente perché, come capita in tutti i motori elettrici, la coppia è immediatamente disponibile quando si accelera. Quindi l’auto balza in avanti rapidamente. Certo, non è una Formula 1, né per dimensioni né per prestazioni, però siccome i circuiti cittadini dove si corre sono stretti, condurre una monoposto così scattante dentro spazi così angusti risulta divertente. Due cose, invece, non mi sono piaciute: la pesantezza dello sterzo e il fatto che la monoposto ha le ruote carenate. Il volante è veramente duro perché, per non sprecare energia, non è stato previsto il servosterzo che serve ad alleggerire lo sforzo per girare il volante. Un componente che la Formula 1 possiede da tanti anni.

Senza di quello lo sterzo era davvero duro da ruotare, specie per me che non sono più in grande forma per guidare un’auto da corsa perché da quando mi sono ritirato dalle corse ho ridotto gli allenamenti specifici e ho anche messo su qualche chilo. L’altro aspetto curioso è che le ruote sono carenate. Perciò chi guida non vede quelle anteriori, per cui non si riesce a capire quando in frenata si bloccano, è un aspetto molto importante per perfezionare l’efficacia della guida. Inoltre la carenatura delle ruote rende difficile scorgere anche il punto di corda ideale all’interno della curva quindi è difficile prendere le misure per compiere la giusta traiettoria.
L’impegno maggiore da parte dei piloti di Formula E sarà quello di risparmiare energia durante la gara. Era già una problematica importante in Formula 1 con le monoposto ibride, ma nelle corse elettriche è davvero la priorità numero uno. E sarà ancora più importante nella nuova stagione dove le auto dovranno disputare un’intera gara senza pit stop.

Devi guidare tenendo costantemente l’occhio e la mente concentrati sul risparmio di energia, sulle manovre da compiere con la ripartizione della frenata per ottimizzare questo obiettivo e sulle indicazioni del display di bordo che ti aiutano a tenerti informato. La gestione dell’energia in corsa è davvero un compito super difficile e può veramente fare la differenza ai fini del risultato se l’azzecchi bene. Bisogna affinare il proprio stile di pilotaggio per andare forte risparmiando energia.

Se siete incuriositi di sapere a questo punto se tornerò mai a correre scegliendo la Formula E, la risposta è no. E non farò nemmeno il team manager di qualche squadra. Il percorso che ho scelto dopo il ritiro non cambia. Ho raggiunto il mio obiettivo in F1 che era diventare il migliore. Ho avuto due compagni di squadra in Mercedes come Schumacher e Hamilton. Due leggende della F1. Li ho battuti entrambi e ho vinto il titolo mondiale di Formula 1. Cosa potrei volere di più? Per questo motivo ho detto basta e non torno indietro. Il mio ruolo nel motorsport adesso è un altro. Sono diventato azionista della Formula E e seguo con interesse questa categoria perché è la tecnologia del futuro per le automobili; però mi diverto anche ad allevare giovani piloti nel karting per farli crescere e sono orgoglioso di aver appoggiato quest’anno un giovane corridore italiano, Lorenzo Travisanutto, aiutandolo a vincere il titolo mondiale di kart. Continuo a frequentare i circuiti perché sono ambasciatore testimonial di alcuni sponsor della Formula E e della F1, come Heineken e Hugo Boss.

Perciò non mancherò alle gare europee della Formula E. Ma state tranquilli che non vedo l’ora di sedermi davanti alla tv a casa e godermi la prima corsa del prossimo mondiale di Formula Uno. Perché sono davvero curioso di assistere alla lotta fra Vettel e Leclerc, compagni di squadra in Ferrari. Leclerc va davvero fortissimo mentre Vettel esce da un anno difficile: dovrà restare molto concentrato e dare il massimo se vuole restare il leader della Ferrari. Sono ancora stupito dai tanti errori commessi da lui e dalla squadra quest’anno. Dopo le prime gare del 2018 mi ero quasi convinto che ce l’avrebbero fatta a vincere il titolo. Dimostravano una certa superiorità. Invece la Mercedes ha recuperato tantissimo; Hamilton e il team sono stati praticamente perfetti da metà stagione in poi mentre Vettel e la Ferrari all’opposto sono entrati in una spirale di errori.

Battere l’accoppiata Hamilton-Mercedes non è impossibile, ma bisogna essere perfetti. Invece ci sono stati troppi sbagli da parte di Vettel e della Ferrari. Compiuti da entrambi. Sbagli del pilota, errori di strategia del team, difetti nello sviluppo tecnico della macchina, errori di gestione dei rapporti in squadra. E tutto questo alla fine ha fatto la differenza e creato un divario di punti enorme.

Cosa sia passato per la testa di Vettel quest’anno non lo so. Ma lo sport è fatto così: a volte va tutto bene, poi all’improvviso commetti uno sbaglio, perdi la concentrazione, a quel punto entri in una spirale negativa da cui non ti risollevi più. La pausa invernale servirà a Vettel per fare un reset completo delle sue potenzialità.
Anch’io ero incappato in una stagione negativa contro Hamilton nel 2015 finendo battuto, ma poi mi sono imposto di cambiare atteggiamento e carattere contro di lui e ha funzionato. L’anno dopo ho vinto io. Hamilton è un talento, un vero fuoriclasse, ma Vettel possiede alcune doti che mancano a Lewis: ha una dedizione al lavoro nel team, all’approfondimento dei piccoli dettagli con gli ingegneri che Hamilton non ha. Vettel deve sfruttare queste sue qualità specifiche se vorrà imporsi. Ma dovrà anche superare la pressione che gli imporrà Leclerc.
 

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Martedì 25 Dicembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 28-12-2018 08:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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