La Ferrari 296 GTB

Ferrari 296 GTB, cuore piccolo grande amore. Il primo Cavallino stradale con motore V6 fulmina con prestazioni sensazionali

di Alberto Sabbatini
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L’emblema della Ferrari è sempre stato il motore a 12 cilindri, ma se andiamo a guardare la storia delle corse il Cavallino ha spesso gareggiato e vinto con un propulsore 6 cilindri. Aveva un sei cilindri a V la 156 F1, con cui nel 1961 la Ferrari vinse il primo dei tanti titoli mondiali Costruttori F1. Era un 6 cilindri turbo anche la F1 con cui Gilles Villeneuve conquistò l’ultimo Gran Premio della sua vita. Ed è un 6 cilindri anche la F1-75 che Leclerc ha portato al trionfo nella prima gara del mondiale F1 2022, in Bahrain. Ironia della sorte, la Ferrari – a dispetto di tanti successi sui circuiti – non ha mai prodotto una vettura da strada con motore 6 cilindri. Soltanto otto e dodici cilindri. L’unica sei cilindri fu la Dino del 1965, che Ferrari chiamò così in omaggio al figlio prematuramente scomparso. Ma quella biposto di quasi sessant’anni fa non portava il nome Ferrari né aveva il Cavallino rampante sul cofano. 

A colmare la lacuna arriva adesso questa 296 GTB. La prima Ferrari stradale con motore 6 cilindri turbo ibrido. Proprio come il propulsore della F1 di Leclerc e Sainz; sulla 296 GTB però il V6 è a V di 120 gradi e le turbine al centro delle bancate sono due invece di una. È anche la prima plug-in ricaricabile con motore V6 costruita a Maranello. Il nome si rifà alla tradizione delle sigle numeriche: qui i primi due numeri sono riferiti alla cilindrata (2.992 cc) mentre 6 indica il frazionamento dei cilindri; la sigla GTB, invece è l’abbreviazione di Gran Turismo Berlinetta. La 296 è la Ferrari con il motore di minor cilindrata di tutta la gamma. Ma non crediate sia una Ferrari economica. A parte il prezzo (da 269 mila euro in su) che la colloca a metà del listino, è la potenza complessiva del V6 turbo ibrido che rende quest’auto unica e preziosa: 830 cavalli. Un valore elevatissimo. Tanto più per un tre litri. Si tratta della più alta potenza specifica per un’auto stradale di serie. Nessun’altra supercar raggiunge una potenza per litro di cilindrata così elevata.

Con la 296 GTB la Ferrari cerca una clientela speciale: il ferrarista che vuole divertirsi alla guida. Questa berlinetta è stata progettata fin dal primo istante pensando al “fun to drive”; cioè al piacere di guidare l’auto in sbandata controllata facendo fumare le ruote posteriori. Come se si praticasse il drifting. La potenza spaventosa, il passo corto (2600 mm di interasse), una mappatura elettronica tarata per far derapare le ruote motrici posteriori e un assetto lievemente sovrasterzante sono studiati appositamente per produrre questo risultato. Per carità, anche le altre Ferrari hanno un surplus di potenza da far sbandare allegramente il posteriore, ma in quel caso soltanto chi è un vero professionista del volante riesce a gestire senza difficoltà il sovrasterzo di potenza. La 296 GTB invece è davvero facile da guidare in sbandata. Intuitiva anche da controllare in controsterzo. Se volessimo semplificare in un’espressione il feeling che trasmette diremmo: il brivido senza il rischio. 

È anche una coupé comodissima e confortevole. Con la stessa facilità con cui si riesce a fare il pieno di emozioni in pista, si può viaggiare per strada con grande scioltezza. A velocità turistica. La posizione di guida non è stancante, i sedili sportivi sostengono bene la schiena. Ci vuole invece un po’ di dimestichezza quando si impugna il volante la prima volta. Non tanto per la sezione della corona, quanto perché la Ferrari ha portato anche sulla 296 GTB un concetto che ha derivato dalle proprie esperienze in Formula 1. Su questa 296 GTB (com’era anche sulla SF90 Stradale) tutti i principali comandi sono sulle razze del volante: dalle frecce al clacson, dalle mappature di guida ai tergicristalli.

In pratica chi guida non ha mai bisogno di abbandonare la presa del volante: per azionare ogni comando gli basterà spostare i pollici o gli indici perché tutti i comandi sono raggiungibili muovendo le dita. I pulsanti, a partire dal bottone dell’avviamento, sono touch e non fisici e si azionano a sfioramento. Essendo un’ibrida, i manettini sono diventati due: uno sulla razza di destra del volante, per selezionare le cinque mappature di dinamica di guida e uno a sinistra a quattro posizioni che gestisce invece il funzionamento del motore e i flussi di energia della parte ibrida. Essendo un’ibrida, la Ferrari 296 GTB parte in elettrico nel silenzio assoluto e può marciare a batterie per un massimo di 25 km. Ma basta schiacciare il gas oppure spostare il manettino in Performance per ritrovarsi nell’abitacolo tutto il rombo possente del V6 turbo. E in quel caso i brividi non si contano più.

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Giovedì 31 Marzo 2022 - Ultimo aggiornamento: 14-07-2022 11:15 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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