Uno degli attenuatori d'urti dell'azienda italiana SMA

Rete stradale, investimenti in calo. Le aziende italiane del settore forniscono il meglio della tecnologia all'estero

di Mattia Eccheli
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ROMA – L'Italia ha un debito di sicurezza: la Siteb, l'associazione Strade Italiane e Bitumi, cioè l'associazione che rappresenta la filiera dell'asfalto, denuncia da anni la contrazione degli investimenti in campo stradale, che ha condotto ad un minor uso di asfalto ed a manutenzioni carenti. Per non parlare della segnaletica stradale, che secondo l'Aneis (il sodalizio degli esperti in infortunistica stradale) era almeno inadeguata nel 2014 con la metà dei 12 milioni di pannelli fuori legge. Il Belpaese ha anche un elevato tasso di incidentalità, con un numero troppo alto di vittime della strada. Eppure, sempre in Italia, ci sono aziende che lavorano per aumentare la sicurezza stradale.

Una di queste è la Sma Road Safety di Caserta (parte della Ams Group Industry da 40 milioni di giro d'affari) non troppo profeta in patria. Perché l'80% dei suoi sei milioni di fatturato (+30%) arriva dall'estero: i suoi prodotti sono stati già venduti in 33 paesi. Per esempio in Kuwait, dove ha fornito i propri dispositivi per il quarto ponte più lungo al mondo, una sopraelevata di 37 chilometri che ha comportato investimenti per oltre 3 miliardi di dollari. In Romania si è appena aggiudicata un appalto per 7 milioni di euro (spalmati su 4 anni) per la riqualificazione delle principali arterie del paese. In Turchia, i suoi sistemi di ritenuta frontale sono stati impiegati nel tunnel che passa sotto il Bosforo: 14,6 chilometri che collegano l'Europa all'Asia. Altre grandi operazioni riguardano il Qatar e la Grecia.

I fiori all'occhiello della Sma Road Safety (una quarantina di dipendenti), che dispone di una serie di brevetti propri, sono gli attenuatori frontali che proteggono gli ostacoli alle biforcazioni (anche dei caselli per il pedaggio) ed i terminali di barriera, che assorbono eventuali impatti evitando che i veicoli (a due e più ruote) vengano “infilzati” dalle lamiere o che vengano rimbalzati verso la carreggiata rischiando di creare pericolose reazioni a catena. Con Geronimo e Leonidas, l'azienda campana ha sviluppato sistemi che allertano automaticamente i soccorsi in caso di impatto e registrano le dinamiche degli eventuali sinistri e che sono testati secondo parametri più severi rispetto a quelli imposti dalla normativa comunitaria.

La Sma Road Safety lamenta tuttavia «alcune difficoltà nel far conoscere gli elevati standard qualitativi e prestazionali delle proprie barriere». Il problema, informa una nota, è che la sola discriminante nelle gare d'appalto è il prezzo. Il criterio del maggior ribasso, fa sapere la società non premia «criteri prestazionali, di qualità o di impatto ambientale». Anche la soluzione dell'offerta economicamente più vantaggiosa (il parametro del prezzo viene mediato con altri) non sembra aver aperto spiragli particolari. «Viene adottata solo raramente e per progetti superiori a 2 milioni di euro», fanno sapere da Marcianise. «Se invece diventasse il criterio imperante per l’aggiudicazione degli appalti, a trarne un grande beneficio sarebbe l’intera collettività», garantisce la Sma.

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Venerdì 27 Settembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 19:41 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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