Ddl seggiolini salvabebè diventa legge. Senato approva all unanimità

Salvabebè, il ddl seggiolini diventa legge. Senato approva all’unanimità

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L’Aula del Senato approva praticamente all’unanimità il disegno di legge che obbliga a installare dispositivi di sicurezza per evitare l’abbandono dei minori in automobile. I sì sono stati 261.«Mai più bambini dimenticati sui
seggiolini in automobile. Mai più tragiche morti di piccoli lasciati in auto dai propri genitori.
 


E per evitare che tragedie del genere si possano ripetere, anche Forza Italia ha presentato in Senato un disegno di legge per rispondere a una questione sociale purtroppo meno rara di quanto si pensi. Avremmo voluto perfezionare ulteriormente il provvedimento, ma era necessario approvarlo il più presto possibile. Per questo abbiamo trasformato i nostri emendamenti in ordini del giorno, sul cui recepimento da parte del governo, vigileremo e che vanno dai
minori oneri per i consumatori al prolungamento del tempo di entrata in vigore della legge per consentire un'efficace
preparazione dei sistemi». È quanto ha dichiarato Alessandra Gallone, vicepresidente dei senatori di Forza Italia,
intervenendo in Aula durante l'esame del disegno di legge che prevede l'obbligo dell'installazione di dispositivi per
prevenire l'abbandono dei bambini nei veicoli chiusi.

La leader di fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha seguito dalla tribuna dell’Aula del Senato l’esame del disegno di legge che impone l’obbligo di installare dispositivi di sicurezza per evitare l’abbandono di bambini in automobile. Il provvedimento, già votato alla Camera, ha lei come prima firmataria. «Il gruppo del Partito Democratico ha votato a favore del disegno di legge per introdurre l’obbligo in Italia di un allarme anti abbandono sui seggiolini per i bambini in auto, abbiamo anche contribuito con la presentazione di un disegno di legge. I numeri impressionanti e in crescita dei tragici abbandoni in tutti i paesi occidentali, compresa l’Italia, ci imponevano un intervento, che oggi arriva con l’ampio consenso politico che merita una questione che riguarda i nostri bambini». Lo dice il senatore dem Vincenzo D’Arienzo, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama a favore del provvedimento.

«Permangono nel testo alcune criticità che avevamo affrontato con emendamenti che la maggioranza ha respinto - prosegue D’Arienzo - avevamo proposto che l’obbligo arrivasse fino ai 5 anni d’età dei bimbi, che venisse chiarita meglio la contraddizione dell’entrata in vigore dell’obbligo, fissata entro 120 giorni dall’emanazione del decreto ministeriale per la definizione delle caratteristiche tecniche dei seggiolini e comunque entro il 1 luglio, ma che dovrà avvenire in vigenza del decreto ministeriale di attuazione per non generare molta confusione. Noi proponevano un termine unico proprio per evitare il caos. E soprattutto avevamo proposto un’agevolazione fiscale per l’acquisto dei nuovi seggiolini, che avrebbe incoraggiato e sostenuto le famiglie. Anche se questi emendamenti non sono stati accolti, per il bene supremo della tutela dei bambini abbiamo votato a favore».

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Martedì 25 Settembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 27-09-2018 12:06 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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2 di 2 commenti presenti
2018-09-26 15:57:23
Ma questi geni hanno mai visto un bimbo di 5 anni? Ci hanno mai parlato? Nella loro sublime ignoranza sarebbero capaci di imporre I seggiolini fino ai 20 anni. Oggigiorno un bimbo di 4 anni parla, si relaziona e non si fa abbandonare in auto, ma costoro debbono essere
2018-09-26 16:05:43
Ma questi geni hanno mai visto un bimbo di 5 anni? Ci hanno mai parlato? Nella loro sublime ignoranza sarebbero capaci di imporre I seggiolini fino ai 20 anni. Oggigiorno un bimbo di 4 anni parla, si relaziona e non si fa abbandonare in auto. Comunque immagino la felicita' dei produttori e dei venditori: ammazza che regali da niente gli hanno fatto. Per quanto angoscianti e dolorosi gli 8 casi in dieci anni costituiscono una percentuale infinitesimale in confronto ai milioni di bimbi trasportati senza problemi. Rendere obbligatoria l'adozione di dispositivi a milioni di persone sembra uno sproposito. Sarebbe stato sufficiente incentivare l'acquisto senza minacciare sfracelli. E soprattutto senza imporre un ulteriore balzello. Piuttosto si preoccupassero delle vaccinazioni, la cui omissione comporta conseguenze indicibilmente piu' pesanti.