La grinta della nuova Toyota Supra in livrea camuffata sul circuito spagnolo di Jarama

Toyota Supra, al volante in anteprima del prototipo preserie: una supercar che garantisce il massimo piacere di guida

di Lorenzo Baroni
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MADRID - Si è fatta attendere a lungo, sedici anni per la precisione, tanto hanno dovuto aspettare i fan della Toyota Supra per vedere materializzarsi la nuova versione della mitica supercar giapponese. Il nome in codice dell’attuale Supra è A90 che dopo il forzato oblio riceve il testimone dalla precedente serie A80 in produzione dal 1993 al 2002. La nuova Supra rivendica tutto il Dna sportivo del marchio giapponese, portando con se quel carico emotivo e quell’ambizione tecnologica che ha permesso a Toyota di primeggiare in questi anni sia nel mondiale Rally che nel campionato WEC.
 

Un’auto emozionale che rilancia il marchio tra gli automobilisti più sportivi ed esigenti, preludio forse di una seconda ancor più estrema destinata al segmento delle hypercar che potrebbe affiancare la Supra completando la gamma verso l’alto. Toyota rappresenta attualmente il punto di riferimento mondiale in tema di motorizzazioni ibride e rispetto dell’ambiente. Ma pur reputando vincente sui grandi volumi urbani la tecnologia ibrida, rivolge la Supra ad un pubblico di nicchia che richiede prestazioni sportive.
La risposta è una coupé a due posti e a trazione posteriore, arricchita da un differenziale autobloccante a controllo elettronico e spinta da un potente motore turbocompresso a benzina da 3 litri e sei cilindri in linea di produzione BMW. Anche la scocca e gran parte degli interni sono il frutto di una stretta collaborazione con la Casa tedesca, non ha caso la Toyota Supra vedrà nella BMW Z4 la sua cugina in configurazione spider.

Abbiamo testato sulle strade spagnole e sullo storico circuito di Jarama, una versione camuffata della Supra, una sorta di prototipo in configurazione semi definitiva. Sotto la livrea camouflage si intravedono comunque le sue linee muscolose, morbide e sinuose che richiamano quelle della precedente Supra. I fari a led sono sottili, affilati e bellissimi e rendono grintosa e filante l’intera vista frontale, un alettone non troppo pronunciato spicca sulla zona posteriore, mentre il lungo cofano tradisce la sua configurazione meccanica con motore anteriore e trazione posteriore.
 

 

Ciò che colpisce è l’armonia del profilo laterale seppur ricco di bombature e allargamenti. L’auto è molto compatta e leggera, questo la rende facile e maneggevole, agile da utilizzare anche su strade strette o nel traffico metropolitano al pari di vetture molto meno potenti. Il suo punto di forza è proprio questa capacità di regalare una guida sportiva di altissimo livello rendendola fruibile a chiunque e in ogni situazione. Uno degli obbiettivi raggiunti della nuova Supra è stato quello di porre il piacere di guida al vertice delle priorità progettuali, ampliando cosi quel concetto di contatto e integrazione tra uomo e auto già dimostrati con la più piccola GT86. Il risultato verificato guidando il primo prototipo è che sia stato fatto un grande passo avanti sotto due aspetti, uno è il feeling di guida che trasmette a chi sta al volante nel lavoro sinergico tra sterzo, risposta del motore e del cambio automatico a 8 rapporti, l’altro aspetto è la capacità di mettere a disposizione di chiunque in modo fruibile le prestazioni altissime che è in grado di raggiungere.

L’auto infatti avrà circa 340 cv: un valore non elevatissimo ma molto incisivo se associato al peso contenuto, alla disponibilità di coppia sin da bassi regimi (circa 500 Nm il valore di coppia massima) e soprattutto alla capacità di mettere a terra i cavalli in modo rapido ed efficace. Questo è possibile grazie alla scocca leggera e rigidissima, al passo, alla distribuzione dei pesi perfettamente bilanciata (50% anteriore 50% posteriore) e al baricentro bassissimo.

L’erogazione è fluida e molto dolce alle basse aperture del gas e quindi molto gestibile, anche affondando l’acceleratore non si avvertono scompensi nell’assetto eppure l’auto accelera in modo rapidissimo. Merito della buona gestione della turbina e del cambio, impressionante invece la trazione sulle ruote posteriori che garantisce un grip meccanico altissimo tanto da non necessitare praticamente mai l’intervento del controllo di trazione. Tutto questo mantenendo un buon livello di comfort sia in autostrada che su asfalti poco regolari.
 

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Martedì 27 Novembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 28-11-2018 13:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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