La nuova Mazda 2

Rinnovata nello stile e nei contenuti: Mazda 2 diventa una piccola ammiraglia ibrida

di Sergio Troise
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ATENE - Il segmento B, quello delle auto compatte attorno ai quattro metri, non vive un momento particolarmente felice: tra 2018 e 2019 il mercato italiano ha perso l’8%, e sono crollate, in particolare, le vendite delle motorizzazioni Diesel. Ma c’è chi crede fermamente nelle possibilità di rilancio e investe su modelli innovativi, puntando su argomenti come la tecnologia ibrida, lo stile, le dotazioni, e sforzandosi di avvicinare queste piccole auto a quelle di segmento superiore.

E’ il caso di Mazda, che lancia sul mercato la nuova Mazda 2, evoluzione del modello entry level della propria gamma, ora disponibile con motorizzazione 1.5 benzina mild-hybrid da 75 cv/135 Nm o 90 cc/148 Nm e con allestimenti che ne fanno una vera e propria “piccola ammiraglia”. Il tutto senza imporre prezzi da capogiro e proponendo anzi un listino competitivo rispetto alla concorrenza più qualificata, dalla quale la Mazda 2 – vale la pena sottolinearlo - si distingue soprattutto per il propulsore di cilindrata superiore (nel segmento quasi tutti adottano 3 e 4 cilindri tra 900 e 1000 cc). 17.800 euro è il costo chiavi in mano della Mazda 2 Evolve da 90 cv; 19.900 quello della versione intermedia Exceed; 22.550 viene la superequipaggiata Exclusive. Chi l’ha ordinata “al buio”, prima del 31 gennaio, ha usufruito di uno sconto di 2300 euro, ma Mazda Italia fa sapere che per festeggiare il centenario dell’azienda saranno praticate campagne promozionali che potranno comportare sconti di circa 2000 euro.

L’obiettivo dichiarato della casa giapponese è “aprire la strada a una nuova era di vetture compatte che ridefiniscano la qualità nel segmento B”. Per questo si è lavorato sul design, sulle dotazioni e sulla tecnologia ibrida. Le dimensioni non sono cambiate: l’auto rimane dunque lunga 4,96 metri, larga 1,70, alta 1,50, con 4 porte, 5 posti e vano bagagli da 250 litri. Ma la rivisitazione del frontale, ora più simile a quello delle sorelle maggiori (griglia e paraurti ridisegnati), dà “importanza” all’aspetto della vettura, che acquista carattere grazie anche ai nuovi cerchi in lega da 16 pollici (in alternativa a quelli da 15) e ai nuovi fari a LED (di serie).

Gli interni presentano materiali di alta qualità e l’abitacolo è di una raffinatezza che va al di là degli standard del segmento. I progettisti si sono dedicati, in particolare, al comfort, concentrando l’attenzione sui sedili, con l’obiettivo di regalare il piacere di guidare senza affaticarsi. In sintonia con quanto abitualmente viene fatto in casa Mazda, la progettazione è stata incentrata dunque sul rapporto uomo-macchina, integrando nuove tecnologie strutturali alla base di quella Skyactiv-Vehicle Architecture che mira ad esaltare la capacità umana di mantenere l’equilibrio. In questo ambito un lavoro apprezzabile è stato fatto per migliorare la posizione al volante, a cominciare dal bacino, anche se risulta eccessivo parlare – come si fa in casa Mazda - di “un’auto che si guida con la naturalezza di quando si cammina, come se la macchina fosse una estensione dei piedi”. Esagerato.

Piuttosto sono dati oggettivi la silenziosità, la qualità dei materiali e la ricchezza di strumentazione e dotazioni: sono previsti, tra l’altro, l’head-up display, lo specchietto retrovisore a commutazione automatica e una serie di sistemi di assistenza alla guida che includono la frenata automatica con rilevamento notturno dei pedoni, il mantenimento di corsia, il riconoscimento dei segnali stradali, il view monitor a 360 gradi con 4 telecamere e sensori di parcheggio. Il Mazda Connect, inoltre, ora supporta Apple CarPlay e Android Auto e non manca il joystick nel rinnovato sistema infotainment con display da 7 pollici. In questa cornice stona soltanto un dettaglio (per altro condiviso con altre auto del segmento B): sulla Mazda 2 i freni a disco sono montati soltanto all’anteriore, mentre dietro ci sono i tamburi.

Per quanto riguarda la motorizzazione benzina Skyactive-G 1.5 Mild-Hybrid, si può scegliere, come detto, fra le potenze di 75 cv (adatta ai neopatentati) e 90 cv, entrambe abbinate a un cambio manuale a 6 marce (in Italia non è disponibile l’automatico). I rapporti sono piuttosto lunghi e, nella marcia in città, per avere “risposte” pronte, bisogna schiacciare a fondo l’acceleratore. Sui percorsi extraurbani si utilizzano ovviamente le marce più alte, ma la quinta e soprattutto la sesta sono marce da riposo, e spesso è richiesta una scalata per ritrovare un po’ di brio. Sarebbero stati forse preferibili rapporti più corti. Ma tant’è: i tecnici giapponesi hanno puntato su altro, mettendo l’auto in condizione di viaggiare in sesta marcia con regime di rotazione a 1000 giri. Circostanza che può incidere positivamente sui consumi.

Provata in anteprima sulle strade della Grecia, nei dintorni di Atene, la Mazda 2 ha messo comunque in evidenza interessanti capacità di accelerazione (0-100 in 9,8 secondi con il motore da 90 cv; 11,4 con quello da 75) e una fluidità di marcia che si fa apprezzare sui percorsi extraurbani, dove l’auto mostra un comportamento dinamico eccellente, presumibilmente legato anche alla rivisitazione delle sospensioni. Ma non solo.

Un valore aggiunto è rappresentato infatti dal G-Vectoring Control Plus, geniale sistema studiato per migliorare l’handling e scongiurare i rischi d’imbardata. Quando si sterza in uscita da una curva riportando il volante in posizione centrale, il sistema applica una leggera forza frenante alle ruote esterne, generando un momento di stabilizzazione che aiuta a riportare il veicolo in linea retta. In tal modo viene in qualche modo trovato un equilibrio tra rollio, beccheggio e imbardata. Il sistema è stato studiato anche per migliorare la maneggevolezza in caso di manovre evasive d’emergenza e per offrire un rassicurante senso di controllo nei cambi di corsia in autostrada e nella guida su fondi stradali innevati o comunque sdrucciolevoli.

La novità più interessante del Model Year 2020 di Mazda 2 sta comunque nel sistema di elettrificazione MHEV (Mild Hybrid Electric Vehicle), mirato al contenimento dei consumi di benzina e delle emissioni di CO2, ma anche al miglioramento dell’esperienza di guida. Il sistema, tutt’altro che semplice, e anzi decisamente ingegnoso, non si avvale di una batteria supplementare, ma di un supercondensatore.

Viene combinata la tecnologia di frenata rigenerativa i-ELOOP di Mazda con un generatore-motorino di avviamento integrato azionato a cinghia (B-ISG). L’energia cinetica recuperata viene convertita in energia elettrica e immagazzinata nel condensatore. Quando ne è stata immagazzinata una quantità sufficiente, il sistema impiega le funzioni di generazione di energia e di trazione del B-ISG per sfruttare al meglio l’elettricità.

Agendo in combinazione con il cambio manuale, il B-ISG offre una sensazione di guida raffinata consentendo al sistema di fornire assistenza alla trazione e di aiutare il motore termico a riavviarsi più rapidamente e silenziosamente dopo periodi di spegnimento da parte del sistema i-Stop del motore.

La funzione di assistenza del motore elettrico del B-ISG riduce il carico sul motore termico e consente rapidi riavvii che aiutano a ridurre le emissioni di anidride carbonica e a migliorare i consumi estendendo il tempo d’intervento dello spegnimento automatico del motore. Che rimane spento finché non è stata inserita la prima marcia e il conducente sta per rilasciare i freni. Il tutto – vale la pena sottolinearlo - avviene in assenza di rumorosità e vibrazioni e autorizza il conducente di Mazda 2 ad entrare nelle ZTL.

In casa Mazda non si sono dunque risparmiati per aggiornare il modello entry level della gamma in funzione del contenimento di consumi ed emissioni imposto dalle sempre più restrittive regole europee e dalle limitazioni alla circolazione nelle città. Ciò detto, la Casa giapponese non ha varato un piano di riconversione totale all’elettrificazione, in quanto convinta che non sia questa l’unica via da seguire per affrontare le emergenze imposte dal surriscaldamento e dall’inquinamento del pianeta. “Occorrono soluzioni complesse a problemi complessi” dicono in casa Mazda, consapevoli del fatto che “sulle responsabilità dell’automobile c’è confusione e disinformazione”.

Nel corso della presentazione della nuova Mazda 2 ne ha parlato Claudio Di Benedetto, responsabile della comunicazione di Mazda Italia, rammentando che “la responsabilità dell’auto per il riscaldamento globale provocato dalla CO2 incide, in base ai dati relativi a 28 Paesi dell’UE, appena per lo 0,75%”. Il manager della filiazione italiana della Casa giapponese ha ricordato anche che “negli ultimi 22 anni i costruttori di automobili hanno ridotto le emissioni nocive del 36%, e l’Unione Europea impone ora di fare il doppio in due anni. Tutto ciò mentre si moltiplicano nelle nostre città i divieti di circolazione per auto diesel Euro 6D, che rappresentano lo stato dell’arte per la lotta alla CO2 e agli NOX”.

In questo scenario sospeso tra transizione tecnologica e incertezza normativa, a Hiroshima si sono dati una regola: andare avanti non battendo una sola pista, ma sperimentando un insieme di tecnologie, ovvero procedendo sulla strada del “Multi Solution Approch”. Ciò vuol dire ricerca avanzata su motori a benzina e diesel, sul mild hybrid (non sempre uguale per tutti i modelli), sul plug-in (ricaricabile alla spina) e sul full electric (la prima Mazda a emissioni zero, la MX-30, arriverà a fine agosto). Intanto la filiazione italiana della casa nipponica insiste: “Andrebbe varato un serio piano di incentivi alla rottamazione, non legato all’acquisto di auto costose, ibride o elettriche, ma Euro 6 o anche Euro 5 usate, certamente meno inquinanti delle troppe euro 3, euro 2, euro 1 e euro 0 ancora in circolazione”.

 

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Giovedì 30 Gennaio 2020 - Ultimo aggiornamento: 31-01-2020 19:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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