La Lamborghini Aventador con i nuovi Pirelli P-Zero sulla pista di Valencia

Pirelli P-Zero, dalla F1 alla strada:
il massimo della vita per tutte le supercar

di Lorenzo Baroni
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Valencia - Il Pirelli P-Zero non è solo il pneumatico di punta della gamma sportiva Pirelli, ma rappresenta l’intera storia evolutiva dei pneumatici dalle altissime prestazioni della Casa Italiana. Nato ben 25 anni fa per equipaggiare le supercar che si andavano diffondendo sul mercato (come le indimenticabili Lamborghini Countach e Ferrari F40) ha sempre rappresentato la vera antenna tecnologica della tecnologia costruttiva Pirelli oltre che un riferimento per tutto il settore hypersport.
Negli la sua evoluzione ha segnato passi importanti, scandendo periodicamente tutto i progressi fatti dal costruttore in materia di pneumatici, non a caso è stato poi declinato in numerose varianti dal P-Zero Corsa al P-Zero Nero o il P-Zero Rosso, questo per adattarsi anche ad altre tipologie di auto e allargare consentire anche ad altri segmenti di auto di usufruire della tecnologia P-Zero. Oggi questo pneumatico si rinnova e viene svelato alla stampa specializzata proprio sul circuito spagnolo di Valencia con un evento che si svolge parallelamente alla gara di F1 che va in scena sull’omonimo circuito cittadino. Un sodalizio importante quello tra Pirelli e F1 che vede già da due anni il costruttore italiano impegnato come il fornitore unico di pneumatici per il più importante campionato automobilistico mondiale. Infatti il GP d’Europa si è disputato proprio sul circuito cittadino di Valencia in occasione dei 25 anni dalla nascita del mitico P-Zero Giallo realizzato nel 1987 proprio per domare le prestazioni della indimenticata Ferrari F40. Una rievocazione nata sotto i migliori auspici, perché mentre i nuovi P-Zero venivano testati e messi alla frusta sul circuito Ricardo Tormo di Valencia su auto come McLaren MP4 12C, Porsche 911 e Lamborghini Aventador, sul circuito cittadino andava in scena uno dei più bei Gran Premi degli ultimi anni vinto dalla Ferrari di Alonso dopo con un finale altamente emozionale.

La tecnologia P-Zero. In origine era il P Zero, nato per il rally di Sanremo dalle esperienze della Formula Uno degli anni Ottanta e adattato alle esigenze della Ferrari F40, la prima delle centinaia di omologazioni che avrebbe collezionato nel tempo. Sull’esperienza e sul nome di quel primo pneumatico, concepito nel 1987, si è consolidato un brand che ha segnato la storia dell’industria degli pneumatici, confermando Pirelli leader mondiale delle gomme ad altissime prestazioni, ed è diventato il punto di riferimento dell’intero settore in tutte le sue varianti: dal System al Rosso, passando per il Nero e P Zero del 2007. Alla serie P Zero sono legate innovazioni, diventate standard dell’intero settore, quali il profilo ribassato e ultra-ribassato.
Tale evoluzione e adattamento alle diverse esigenze di ogni singolo modello fa sì che non si possa
più parlare di un unico P Zero per il primo equipaggiamento, ma di uno pneumatico matrice da cui sono derivate numerose versioni speciali, appositamente sviluppate per la vettura di destinazione. Caratteristiche di base del P Zero sono gli elevati standard di sicurezza, grazie a ridotti spazi di frenata su asciutto e bagnato, tenuta sul rettilineo e in curva, manegevolezza e comfort.
Il P Zero utilizza speciali nano-compositi nelle mescole del battistrada e del tallone, che assicurano contemporaneamente alla vettura guida confortevole e prestazioni sportive. Il disegno battistrada, grazie ai tre ampi incavi longitudinali, assicura massima aderenza dello pneumatico sui fondi bagnati e garantisce comfort acustico, mentre il profilo asimmetrico consente un’usura regolare. La sua evoluzione passa attraverso l’introduzione di numerose strutture interne al pneumatico atte a fornire maggiore stabilità, migliori condizioni di contatto con l’asfalto, maggiori performance e stabilità della carcassa anche in condizioni limite, come alle altissime velocità o nell’uso in pista.
Troviamo così mescole speciali, largo utilizzo di elementi in acciaio di varia forma e spessore sia sotto il battistrada che nella zona delle spalle. Materiali speciali come il kevlar e altre fibre sono poi utilizzare nel passaggio di rigidità dalla struttura della carcassa alla mescola superficiale oltre che sulle spalle per limitare all’allungamento centrifugo del pneumatico e donare resistenza torsionale alla gomma.
La struttura di P Zero permette, inoltre, di contenere la deformazione del profilo della gomma anche a velocità elevatissime (fino a 370 km/h). P Zero è oggi disponibile in circa 130 misure, con serie tecnica da /50 a /25, con calettamenti da 17 a 21 pollici. Nel 2010 grazie alla partnership con Lamborghini, Pirelli introduce il nuovo P Zero Corsa System, studiato per la Gallardo LP 570-4 Superleggera, che abbina all’evoluzione del precedente direzionale il nuovo P Zero Corsa Asimmetrico. Grazie al carattere sportivo, il Corsa System si presta al duplice impiego, su strada e su pista, assicurando in entrambi i casi massime prestazioni e sicurezza.


Dalla F1 alla strada con l’Interactive development process. A guidare i ricercatori della P lunga è un metodo di lavoro, l’Interactive development process, derivato dall’impegno di Pirelli nel motorsport e reso ancora più efficiente e veloce dalla partecipazione alla Formula 1. L’Interactive development process, sul quale si fonda la partnership di Pirelli con le più prestigiose Case auto a livello mondiale, punta al costante miglioramento dei prodotti e alla loro segmentazione al fine di soddisfare le crescenti e differenziate esigenze del primo equipaggiamento e dei consumatori finali.L'Interactive development process si è arricchito negli ultimi anni con la modellistica virtuale, utilizzata per lo sviluppo degli pneumatici di Formula Uno, che consente di effettuare al computer migliaia di prove, incrociando differenti soluzioni con differenti condizioni di utilizzo.
Dall'impegno nel motorsport di Pirelli non derivano solo il metodo di lavoro dei ricercatori e la
modellistica, ma anche indicazioni e spunti concreti per l'evoluzione dei singoli elementi compositivi degli pneumatici, in particolare le mescole e la struttura. Nel dettaglio, le mescole dei prodotti stradali si avvalgono di sofisticati processi, volti all'esatta composizione dei materiali e messi a punto per la produzione degli pneumatici F1.

Come vanno i nuovi P-Zero. La specifica struttura conferisce al P Zero Corsa System massima stabilità ad alte velocità e in curva, consentendone, così, l’uso in pista. Due differenti battistrada, direzionale per l’anteriore e asimmetrico per il posteriore, permettono al P Zero Corsa System di ritardare il fenomeno
dell’aquaplaning, tipico nell’uso su bagnato di pneumatici semi-slick di derivazione Motorsport. Il
disegno direzionale presenta incavi longitudinali in grado di espellere l’acqua dall’area di impronta, conferendo precisione di sterzata e migliorando la tenuta in curva. Il disegno asimmetrico, grazie all’ampia area di contatto e alla maggiore rigidità, migliora l’handling. I tasselli robusti a spalla piena permettono all’Asimmetrico di massimizzare le prestazioni su asciutto anche nelle condizioni di guida più estreme. Il nostro test è avvenuto su vetture come la McLaren MP4 12C, la Lamborghini Aventador, la Porsche 911 e ha evidenziato le altissime performance che questi pneumatici riescono a garantire anche con un utilizza in pista stressante e prolungato su supercar di questa caratura. Anche il feeling di guida si mantiene ai massimi livelli e l’auto trasmette al pilota ogni informazione sulle condizioni di aderenza tra gomma e asfalto, anche le eventuali perdite di grip sono avvertibili con un certo anticipo e non influiscono sulla stabilità e l’efficacia di guida. Sottolineiamo infine come negli ultimi 20 anni le misure di questi pneumatici non siano aumentate in modo significante nonostante le potenze delle supercar, così come il loro peso siano quasi raddoppiati. La tecnologia moderna però permette di raggiungere performance elevatissime e di strasferire oggi maggiori quantità di coppia e potenza attraverso superfici minori, questo pur garantendo percorrenze chilometriche superiori rispetto al passato.
Un altro aspetto importante di questo tipo di pneumatici riguarda anche il loro comportamento su fondi bagnati, coperture tanto specifiche e pensate per l’uso in pista, erano infatti penalizzate in passato da un grip limitato su fondi bagnati o dalla bassa aderenza. Oggi invece, grazie all’evoluzione tecnica, anche in queste condizioni i nuovi P Zero riescono a garantire un grip adeguato e una forte sicurezza di marcia.

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Mercoledì 27 Giugno 2012 - Ultimo aggiornamento: 04-07-2012 19:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA