La seconda generazione della Nissan Leaf

Nissan, l'auto a pedale. Nella 2^ generazione della Leaf l’acceleratore gestisce andatura e frenata

di Giorgio Ursicino
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TOKYO - Tutto vero, bisogna riconoscerlo, la prima generazione non ha centrato gli ambiziosi volumi di vendita che aveva posto il suo “inventore” Carlos Ghosn. Un insuccesso? Niente affatto, la Leaf si è già conquistata un posto al sole nel corposo libro della storia dell’auto. Se è vero come è vero (ormai lo dicono tutti) che in futuro la mobilità sarà al 100% sostenibile, con vetture ad emissioni zero equipaggiate quasi totalmente con propulsori elettrici (anche le “fuel cells” ad idrogeno sono spinte questo tipo di motore), ad accendere la miccia che ha innescato la rivoluzione è stata sicuramente la compatta Nissan che è poi diventata l’auto ecologica più venduta del pianeta.
A volte, a quanto pare, gli “esperti” (o presunti tali) ci azzeccano, e i giurati del premio “Auto dell’Anno” avevano intuito in anticipo che era arrivata l’automobile della svolta. Senza non qualche polemica, il gioiello orientale ha conquistato il prestigioso trofeo di “Car of the Year 2011”. Certo l’autonomia era limitata e le colonnine di ricarica ancora merce rara; per il resto la Leaf dava già la paga alle rivali alimentate con cuore termico da diversi punti di vista. Impagabile il silenzio.
 


Sorprendente il comfort. Fulminea l’accelerazione e con pochi rivali il piacere di guida grazie all’immediata risposta ai comandi dell’acceleratore e al baricentro ottimale per il posizionamento della batteria adagiata sul pianale. Il plus principale, poi, era quasi scontato: muoversi anche in città senza emettere alcuna sostanza inquinante e nemmeno un grammo di CO2. Scusate se è poco. Sia come sia, spinti anche dalle polemiche che si sono accese sulle omologazioni delle emissioni, quasi tutti i costruttori hanno rivisto i programmi mettendo le vetture a batterie al centro del villaggio. Ora sono in fase di sviluppo le “vere” piattaforme elettriche che, complice la crescita dei volumi, consentiranno di abbassare i costi e dei rendere questi veicoli migliori dei precedenti anche dal punto di vista del prezzo. Per le performance, poi, sembra non ci saranno paragoni: anche senza scomodare la Tesla Roadster e la Maserati Alfieri (pare si fumino lo 0-100 intorno ai due secondi), i vecchi motori a scoppio dovranno battere la ritirata.


Nel frattempo Nissan non sta certo a guardare ed è pronta a sfruttare al meglio il suo ruolo d’apripista lanciando la seconda generazione di Leaf. Protagonista assoluta (anche con la grintosa versione Nismo) del recente motor show di Tokyo, la nuova Leaf è in vendita in Giappone dal 2 ottobre, giorno in cui la produzione nello stabilimento nipponico di Oppama era già iniziata: in un solo mese sono stati stipulati tanti contratti quanti nel semestre precedente. La nuova generazione di batterie di questi primi esemplari (le celle sono realizzate in collaborazione con un’azienda cinese) provengono dalla fabbrica di Zama (sempre in Giappone). Poi, come avviene per la prima generazione di Leaf già dal 2013, sia le vetture che le batterie verranno realizzate in altri due continenti, a Smyrna negli Stati Uniti e a Sunderland nel Regno Unito per soddisfare rispettivamente i mercati americano ed europeo. L’intero settore dell’auto elettrica in Nissan è diretto da Daniele Schillaci, un top manager italiano che vive a Yokohama ed ha la responsabilità anche delle vendite e del marketing del Gruppo. Si vede che Leaf 2 è un’auto “matura”, come dimensioni e tipologia va a posizionarsi nel cuore del segmento di mercato più grande del mondo.
 

 

Lunga due centimetri meno di quattro metri e mezzo, offre un eccellente spazio per 5 persone (nei posti posteriori si possono accavallare le gambe) grazie ad un generoso passo di 270 cm e un bagagliaio molto capiente per niente penalizzato dalla batteria adagiata sotto l’abitacolo. Nel frontale spicca la griglia “V motion” che ha già reso famosi altri modelli Nissan, i gruppi ottici hanno un disegno a boomerang, il tetto appare sospeso grazie ai montanti neri. La plancia è realizzata con materiali di qualità, al centro c’è un display da 7 pollici, le cuciture dei sedili in pelle e del volante sono in blu, il colore dell’ecologia Nissan. Ma il grande passi in avanti sono il comportamento su strada e le performance. Nonostante l’autonomia sia salita a quasi 400 km, Leaf 2 ha un motore più potente (da 80 a 110 kW, 150 cv) e con maggiore coppia (da 254 a 320 NM) ed offre un’accelerazione migliore del 20% (la velocità sfiora i 145 km/h).

I moduli della batteria hanno un raffreddamento diverso, la ricarica con 3 kWh avviene in 16 ore, con 6 kWh in 8 ore, ma con le colonnine “fast” bastano 40 minuti per fare l’80% del pieno. Grazie all’innovativo e-Pedal cambia completamente il modo di guidare (in positivo). Si fa infatti tutto con il pedale dell’acceleratore, quello del freno resta solo per le emergenze. Spingendo l’auto accelera, sollevando il piede entrano in azione anche i freni che, oltre a recuperare energia, consentono alla vettura di fermarsi senza indietreggiare in salita. Ma la nuova Leaf, che è il massimo testimonial della filosofia Intelligent Mobility di Nissan, non è una semplice EV, è un modello che corre spedito verso la guida autonoma grazie alla tecnologia Pro-Pilot che consente all’auto di guidarsi da sola nelle strade a più corsie e senso unico di marcia: accelera, mantiene la velocità, frena fino a fermarsi e tiene la traiettoria pure in curva anche se chi guida deve sempre avere le mani sul volante. Grazie a 4 telecamere e 12 sensori, il ProPilot Park parcheggia Leaf automaticamente, sia in longitudinale che in trasversale, sia a marcia avanti che a marcia indietro. Il “pilota” deve solo spingere un pulsante. Il futuro è arrivato.

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Mercoledì 6 Dicembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 07-12-2017 14:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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