Il viaggio dimostrativo organizzato da Toyota è durato 107 giorni. L auto ha viaggiato 16 ore al giorno, percorrendo, i suoi primi 100.000 chilometri in Europa. Cuore del test la Germania, in particolare Amburgo e i suoi dintorni. La sessione ha avuto

Idrogeno no problem: con Toyota Mirai 100.000 km a emissioni zero in Europa

di Sergio Troise
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AMBURGO - Centomila chilometri in auto a emissioni zero sulle strade dell’Europa. Senza problemi, senza stress da batteria scarica, senza lunghe attese per il rifornimento. Tre minuti per il pieno, e via, emettendo dallo scarico esclusivamente vapore acqueo! Un sogno? Una aspirazione da inguaribili visionari? Macché. E’ esattamente ciò che si può fare con la Toyota Mirai, la prima berlina elettrica con celle a combustibile alimentate a idrogeno.
 

Una realtà concreta. La Mirai è un’auto rivoluzionaria, che finora abbiamo potuto ammirare soltanto sotto i riflettori dei motor show e in qualche passerella promozionale dedicata all’innovazione tecnologica. Ma la berlina giapponese a emissioni zero è una realtà concreta, funzionante, per ora frenata soltanto dai costi di produzione (e di listino, 66.000 euro più IVA in Germania) e dai ritardi dei governi (quello italiano su tutti) nel disporre un piano normativo e di infrastrutture per la distribuzione dell’idrogeno.

Percorso tracciato. Ma è opinione diffusa che la strada da seguire è questa, ormai. Quando la rete distributiva dell’idrogeno sarà adeguata, le auto in grado di emettere nell’aria solo vapore acqueo si diffonderanno sempre più e i prezzi di listino non potranno che scendere: gli esperti assicurano che se nel 2020 la differenza di costo medio tra un’auto a idrogeno e una a gasolio sarà ancora del 50% circa, si può prevedere che nel 2030 il divario sarà quasi del tutto annullato. E già ora vengono smantellati i luoghi comuni sul rischio esplosione. “Una bombola a idrogeno – assicurano i tecnici – resiste anche a un colpo di fucile”. Semmai va regolamentata la pressione di stoccaggio, che può variare tra 350 e 700 bar.

Sulle strade tedesche. Il viaggio dimostrativo organizzato da Toyota è durato 107 giorni. L’auto ha viaggiato 16 ore al giorno, percorrendo, come detto, i suoi primi 100.000 chilometri in Europa. Cuore del test la Germania, in particolare Amburgo e i suoi dintorni. La sessione ha avuto inizio il 21 settembre 2015 e si è conclusa il 10 febbraio 2016. Secondo le informazioni fornite dalla casa giapponese, “non sono stati rilevati problemi meccanici, neanche quando le temperature sono scese sotto i 20 gradi; è stata impiegata circa una tonnellata di idrogeno; le gomme sono state sostituite due volte e le pasticche dei freni anteriori una sola volta”.

Otto piloti al volante. Dei test si è occupata l’azienda KJ Tech Services GmbH di Amburgo seguendo le indicazioni di Toyota relative ai chilometri da percorrere e alla quantità di tempo da passare su diversi tipi di tracciato: città, campagna, autostrada. Otto piloti si sono alternati alla guida, coprendo due turni quotidiani per sei giorni a settimana. Sempre secondo le informazioni fornite dalla Casa “nessuno ha lamentato problemi”. E, aldilà del vantaggio oggettivo di viaggiare a emissioni zero e con una silenziosità di marcia non riscontrabile su auto tradizionali di pari categoria, “tutti hanno sottolineato anche le doti di comfort e spaziosità dell’auto, le buone prestazioni e il buon comportamento dinamico, anche in curva”.

Rifornimento in tempi rapidi. Ma la qualità più interessante di questa avveniristica berlina giapponese è legata al rifornimento: le differenze tra un serbatoio tradizionale e uno di idrogeno sono infatti minime, mentre il vantaggio, in termini di tempo, rispetto alle auto elettriche, sono enormi. La Mirai infatti non necessita di ricarica notturna, momento nel quale una normale vettura EV rimane inutilizzabile (fino a 8 ore). Il rifornimento per la Mirai può avvenire in qualsiasi momento, poiché dura soltanto tre minuti, in pratica come un pieno di benzina, o di gasolio.

Diffusione limitata. Il problema delle auto che sfruttano la tecnologia delle celle a combustibile alimentate a idrogeno è, al momento, esclusivamente quello della scarsa disponibilità di stazioni per il rifornimento. In Italia, per ora, è attiva un’unica stazione per veicoli a celle combustibile, capace di erogare idrogeno a 700 bar (pressione necessaria per rifornire la Mirai) e si trova nel polo tecnologico H2 Alto Adige di Bolzano.

Scelta obbligata. Altre città stanno dimostrando un certo interesse, ma ci sono ancora molte, troppe resistenze a impedire lo sviluppo di quella che Toyota considera, senza tanti giri di parole, “la scelta obbligata per il futuro della mobilità sostenibile”. Una discesa in campo importante e credibile, anche perché proviene dal costruttore che per primo s’è impegnato nell’innovazione, introducendo e sviluppando la tecnologia ibrida e, ora, mettendo 5680 brevetti gratuitamente a disposizione di chiunque voglia contribuire allo sviluppo della tecnologia legata all’uso dell’idrogeno.

Istituzioni in ritardo. In Italia, il colosso giapponese ha avviato un difficile dialogo con le istituzioni al fine di abbattere le limitazioni normative che impediscono la definizione di una strategia orientata alla promozione e allo sviluppo di un’infrastruttura nazionale per i veicoli a idrogeno. E’ un percorso ancora lungo, e tuttavia incoraggia l’industria dell’automotive l’impegno del mondo accademico e della ricerca, da tempo schieratosi a favore dell’opzione idrogeno per un futuro green e clean, verde e pulito.

Impegni e scadenze. Come è noto, l’Italia si deve dare da fare per definire al più presto un piano energetico che avanzi in sintonia con gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Ue entro il 2050. La scadenza intermedia più imminente è il 18 novembre di quest’anno, quando il governo dovrà presentare a Bruxelles il piano nazionale di sviluppo delle infrastrutture di rifornimento a idrogeno, proiettato al 2025, in conformità con la direttiva europea sullo sviluppo dei combustibili alternativi (DAFI). La bozza del piano dovrebbe essere sul tavolo del ministro dell’Ambiente Galletti entro maggio.

 

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Giovedì 7 Aprile 2016 - Ultimo aggiornamento: 23:19 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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