Il Ford Ranger Raptor nel deserto del Sahara

Ford Ranger Raptor, al volante del predatore dei pick-up che non ha paura di nulla

di Nicola Desiderio
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ESSAOUIRA – Un vero predatore, un dinosauro, un camioncino, ma soprattutto un fuoristrada. Si chiama Ford Ranger Raptor ed è la versione più estrema del pick-up che Ford commercializza in Europa, il più piccolo di una gamma che a livello globale ha la sua punta di diamante nell’F-150, l’auto più venduta in assoluto negli USA. E fu proprio l’F-150 Raptor a lanciare la moda dei pick-up estremi nel 2009, rinnovata nel 2017 dalla nuova generazione.
 

 

Raptor, figlio della Baja. La Ranger è la prima Raptor che arriva in Europa ed è un animale decisamente feroce, non tanto per il motore: un diesel 2 litri biturbo da 213 cv e 500 Nm accoppiato al cambio automatico a 10 rapporti che nel Vecchio Continente ha debuttato sulla Mustang, ma che prima ha fatto capolino in Nordamerica proprio sulla F-150 Raptor che nel cofano ha però un V6 3.5 biturbo a benzina da 450 cv e 690 Nm. L’obiettivo delle Raptor non è però la prestazione motoristica pura – parliamo di 170 km/h di velocità massima e uno 0-100 km/h in 10,5 s. – bensì quella fuoristradistica globale arricchendola di un look deciso, ispirato alla Baja 1000, una corsa che si tiene nella California messicana dal 1962 e che è diventata un fenomeno sportivo e di moda.

Ancora più cattivo. La Raptor tuttavia è stata messa a punto in Australia, dove è stata progettata anche la Ranger, ed è prodotta in Sud Africa, a Silverston, alla periferia di Pretoria, da dove provengono tutte le Ranger vendute in Europa. La Raptor ha un frontale dominato da una calandra nera, nuovi fari con firma luminosa e dalla piastra di protezione inferiore spessa 2,3 mm. In nero anche le pedane, assolutamente necessarie visto che l’assetto è stato rialzato di ben 51 mm portando l’altezza da terra a 283 mm. La lunghezza è cresciuta a 5.398 mm (+44) e la larghezza di ben 168 mm che portano la quota totale a 2.028 mm. Un aumento che è visibile soprattutto dai parafanghi anteriori bombati per contenere le carreggiate cresciute di 150 mm. Riviste anche le sospensioni, con ammortizzatori Fox e il retrotreno provvisto di molle elicoidali al posto delle balestre così da aumentare l’escursione del 18% mentre per l’avantreno, che è a ruote indipendenti, il guadagno è del 32%.

Ancora più offroad. Con queste modifiche, il pick-up americano migliora di 3 gradi gli angoli di attacco ed uscita (rispettivamente di 32,5 e 24 gradi) e porta la profondità di guado a 850 mm. Il telaio è stato rinforzato con parti in acciaio altoresistenziale mentre è rimasto identico il sistema di trazione, con riduttore (2,72:1)e l’inserimento elettrico sia del 4x4 sia del bloccaggio del differenziale posteriore. Più evoluta invece la gestione dell’elettronica che permette di avere 6 modalità di guida: Normal, Sport, erba/ghiaia/neve, fango/sabbia, Rock e Baja. I freni sono a disco sulle 4 ruote con rotori da 332 mm, quelli anteriori ventilati, e pinze a doppio pistoncino. Da vero fuoristrada gli pneumatici 285/70 R17LT. Ridotta da 3.500 a 2.500 kg la massa trainabile.

Sportività molto pratica. Anche l’abitacolo presenta soluzioni specifiche come i sedili, in misto pelle/scamosciato e la scritta Raptor, il volante sportivo rivestito in pelle traforata con il segmento di pelle rossa a metà, la grafica della strumentazione sportiva e i materiali. In più, ci sono le scritte Ford Performance sul battitacco e le levette per il cambio in magnesio. Per la parte infotelematica, c’è i Sync3 di ultima generazione, con modulo di connessione autonomo, lo specchiamento per dispositivi Android e iOs e la navigazione con funzione “breadcrumb” (letteralmente: briciola di pane) che permette di ripercorrere la strada percorsa anche dove la strada non è segnata, sicuramente utile nel fuoristrada. La Ranger Raptor è offerta solo con cabina doppia, la copertura per il cassone e la sponda a serratura elettrica e un nuovo sistema di articolazione che riduce la forza necessaria chiuderla del 66%.

Il predatore del deserto. Per provare il nuovo Ranger Raptor, Ford ci ha portato in Marocco, terra ricca di suggestioni, ma soprattutto di sabbia, roccia, sterrati veloci e sentieri riarsi infilati tra la vegetazione selvaggia, i villaggi e le spiagge che si affacciano sull’Oceano Atlantico. Il Raptor merita ampiamente la sua fama il suo nome da predatore perché affronta la sabbia come farebbe un’auto iscritta alla Dakar, saltando le dune come una moto, e divora letteralmente lo sterrato affrontato a velocità autostradali, quasi galleggiandovi sopra e permettendo al guidatore di mantenere sempre il controllo della situazione, grazie ad un assetto che non trasmette scossoni e al retrotreno che non saltella mai. Anche sull’asfalto il comportamento è ottimo perché il rollio è ridotto, nonostante la notevole altezza da terra e gli pneumatici ampiamente tassellati che non si fanno neppure sentire tanto all’udito. Qui il merito è probabilmente del sistema di soppressione attiva del rumore. Notevole anche il comportamento sulla roccia: anche nei twist di una certa entità, la Raptor riesce a tenere sempre le ruote ben piantate assicurandosi il massimo della trazione.

Il meglio costa più di tutti. Un’auto dunque entusiasmante per gli appassionati del fuoristrada, ma anche per chi è attento alle mode e con il Raptor sa di poter mostrare qualcosa di davvero particolare, sempre considerando tutti gli assurdi limiti che in Italia pesano sull’utilizzo dei pick-up. Il prezzo è di 50.900 che diventano quasi 62.851 includendo l’IVA, una quotazione importante in assoluto, ma giustificata da caratteristiche davvero uniche.

 

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Lunedì 13 Maggio 2019 - Ultimo aggiornamento: 17:35 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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