La Ferrari F8 Tributo sulla pista di Fiorano

Ferrari, Tributo all'eccellenza. Al volante della F8, l'ultimo gioiello made in Maranello

di Alberto Sabbatini
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MARANELLO - Il nome già dice tutto di lei: Ferrari F8 Tributo. Una sigla facile da ricordare, un nome carico di significati. Perché la F8, prima ancora che essere la più recente vettura del Cavallino è anche un omaggio, un Tributo - come dice il nome stesso - al motore 8 cilindri a V. Un propulsore che ha scritto la storia del Cavallino. E che da 45 anni spinge le Ferrari berlinetta, come sono chiamate le coupé due posti più compatte e sportive made in Maranello. La F8 Tributo è l’ultima erede di una lunga tradizione di berlinette che parte dalla 308 GTB del 1975 e che va fino alla 488 GTB. 
 

 

Ma perché parliamo di tributo al V8? Perché in un certo senso questo motore è destinato a scomparire così come lo conosciamo oggi. La Ferrari sta preparando la rivoluzione ibrida e le prossime auto del Cavallino saranno tutte più o meno elettrificate con sistemi di recupero d’energia per ridurre emissioni e consumi e rispettare normative sempre più stringenti. Il V8 di oggi si trasformerà domani in una power unit arricchita di componenti elettriche. È la strada del futuro, già tracciata dalla Formula Uno. 

Per cui il V8 della F8 Tributo resterà l’ultimo esclusivamente termico. L’ultimo V8 duro e puro. Chi vorrà goderselo può già ora prenotarsi la F8 Tributo, che sarà venduta da metà settembre al prezzo di 236mila euro. La F8 Tributo andrà a sostituire sul mercato la 488 GTB, la berlinetta turbo di quattro anni fa. Come tutte le berlinette Ferrari, ha una fisionomia di famiglia ben identificata. Forma a cuneo, muso piatto e una coda sfuggente. Proprio la coda è l’aspetto che la fa riconoscere immediatamente. I designer del centro Stile Ferrari hanno riproposto il doppio faro tondo, da sempre simbolo delle Rosse più sportive, al posto del faro singolo delle precedenti 458 e 488. Ma dietro questa novità di stile c’è anche una motivazione tecnica: sulla nuova berlinetta non c’è più nella coda lo sfogo di uscita del condotto aria che alimentava il propulsore, per cui si è liberato lo spazio per collocare i due fari tondi. Ora da dietro la F8 assomiglia ancora di più alla mitica F40, la prima supercar del Cavallino, anche lei spinta da un V8 turbo. Della F40 c’è anche una citazione stilistica sulla F8: il cofano motore che lascia intravedere sotto di sé il V8 non è in vetro come sulle altre Ferrari, ma in policarbonato lexan trasparente, simbolo di estrema leggerezza. Rispetto alla 488 GTB da cui deriva, la F8 è migliore in tutto: eroga 50 cv di più, pesa 40 kg in meno e ha un’efficienza aerodinamica migliore del 10%.

Il lavoro sul peso e sulla potenza ha interessato sopratutto il motore, che è stato ampiamente modificato: nuove in particolare sono le bielle in titanio, l’albero motore, le molle valvole e i condotti di scarico. In questo modo sono stati limati via ben 18 kg per scendere a un peso complessivo di appena 1330 kg. Ma quel che è più importante è che il nuovo V8 alleggerito internamente genera meno inerzia, perciò sale più in fretta di giri e raggiunge una potenza superiore rispetto alla 488: 720 cv invece dei 670 del vecchio modello, sempre a 8000 giri. È la più alta potenza specifica mai toccata da un V8 Ferrari stradale nella storia del Cavallino: 185 cv per litro di cilindrata. La cosa più incredibile è che per quanto il V8 ultima generazione della F8 sia così potente, la berlinetta si lascia guidare dolcemente oppure sportivamente senza eccessiva difficoltà. Anche se chi sta dietro il volante non è un pilota professionista. Abbiamo compiuto diversi giri di prova sulla pista di Fiorano e la F8, per la sua velocità, toglie veramente il fiato: accelera da zero a cento km/h in meno di 3” e passa da fermo a 200 km/h in 7,8”. In pochi istanti, schiacciando a fondo il gas, ti proietta nell’iperspazio. La velocità è di 340 km/h ma difficilmente troverete un rettifilo così lungo da raggiungerla. In curva non mette apprensione: al contrario, si inserisce con una facilità sorprendente in traiettoria senza un eccessivo lavoro sullo sterzo. 

Parte del merito va a un sistema elettronico che migliora la dinamica di guida: si chiama Ferrari Dynamic Enhancer Plus, (FDE+) e funziona con un software che agisce pinzando leggermente sui freni per migliorare l’ingresso in curva. Funziona come un controllo di stabilità ma al contrario in fase di entrata di curva: fa ruotare leggermente il posteriore per favorire l’inserimento. Poi in uscita ci pensano i controlli di trazione-stabilità e il differenziale elettronico a compensare il sovrasterzo dell’auto. Fin qui tutto normale: è una Ferrari quindi si trova a proprio agio in pista. Ma si rivela sorprendente anche su strada: ha una maneggevolezza estrema, il freno è sensibilissimo al tocco e il feeling di guida è perfetto. In qualsiasi condizione. Ci è capitato di piombare in un nubifragio in autostrada e di affrontare curve con l’asfalto allagato: dove le altre auto si fermavano per precauzione, la F8 ha marciato senza un’esitazione. È bastato mettere il manettino delle mappature sul volante in posizione “wet” (la più morbida) e fare attenzione al rischio di aquaplaning. Quella che era la berlinetta Ferrari da brividi per antonomasia, è diventata un’auto per tutte le stagioni.

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Venerdì 13 Settembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 15-09-2019 14:56