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MARANELLO - Clima favorevole, ambiente protetto, popolazione in crescita, economia sana. È la New California, uno dei posti-paradiso dell’America, rifugio dei ricchi di mezzo mondo, meta privilegiata di vacanzieri, viaggiatori e pensionati di lusso. Un luogo da sogno. Che fa rima con l’ennesimo sogno fabbricato da quest’altra parte dell’oceano, a Maranello. Dove è appena nata la nuova California, stavolta in provincia di Modena, terra di mutur, di competenze e tecnologie d’eccellenza. Un luogo del cuore e della passione, dove i sogni si costruiscono nella celebre fabbrica del cavallino rampante, e poi magari si realizzano proprio sulle strade della California. O della Florida, o di qualsiasi altro luogo di piacere del pianeta.
La nuova California è la versione 2012 della prima spider-coupè Ferrari con motore anteriore-centrale a 8 cilindri e tetto ripiegabile: una fantastica 2+2 capace di scoprirsi con un sistema automatico che la consegna alle strade dell’american dream. E non solo: il modello nato tre anni fa è stato finora venduto in ottomila esemplari equamente distribuiti tra Stati Uniti, Europa e area Asia-Pacifico (Cina in testa). Una sfida già vinta» dicono a Maranello, sottolineando che il 70% degli acquirenti della California non è un abituale cliente Ferrari, ma proviene da altri marchi. «Clienti di conquista» si dice nel gergo.
Conquistati, ma come? Proponendo la prima spider/coupè Ferrari comoda, spaziosa, versatile, meno impegnativa nella guida e nella gestione, e capace di conciliare fascino e prestazioni con altre qualità un tempo inesplorate, come lo spazio nel bagagliaio e l’insonorizzazione degna d’una berlina. «Ci risulta che il 20% dei possessori della California ne fa un uso quotidiano, percorre mediamente più chilometri, circa il 30%, di un cliente medio Ferrari, e che il 65% la usa nei fine settimana con la famiglia, ovvero con moglie e bambini, o comunque con un passeggero» spiega Nicola Boari, responsabile marketing di Maranello.
Insomma, la California mette insieme valori che sembravano inconciliabili: tra questi, anche gli incrementi di potenza e prestazioni con la riduzione dei consumi e delle emissioni nocive. Come? Con la tecnologia e l’elettronica, certo, ma anche con un accurato lavoro sui materiali, ovvero sull’alluminio campione di leggerezza, sistemato dalla Ferrari al centro di tutti i programmi di ricerca e sviluppo avviati con la controllata Scaglietti. Un lavoro metodico, costante, che - dicono a Maranello - «ha per obiettivo la riduzione del 20% del peso di tutta la gamma».
La nuova sfida è impegnativa, anche perché esclude - per modelli come la California, che non vogliono essere supercar estreme - l’impiego di materiali compositi come kevlar e carbonio, in grado di assicurare il massimo nel rapporto tra rigidità e leggerezza. «Ma - spiegano gli ingegneri - sono materiali costosi, che richiedono lavorazioni complesse, con scarsa riparabilità e riciclabilità. Li conosciamo bene, disponendo di un laboratorio avanzato come la F1, e li abbiamo anche sperimentati su modelli a tiratura limitata come la F40, la F50, la Enzo. Proprio per questo siamo decisi ad andare avanti sulla strada dell’alluminio. Una scelta che ci ha dato e ci darà grandi soddisfazioni».
Un tempo piccola carrozzeria fondata da Sergio Scaglietti, storico collaboratore e amico di Enzo Ferrari, la Scaglietti si è trasformata da bottega artigiana, regno dei battilamiera che davano forma alle Rosse del secolo scorso, in vero e proprio centro di eccellenza al servizio della casa di Maranello. Qui oggi si lavora alla ricerca avanzata, allo sviluppo, alla realizzazione di prototipi e alla produzione di telai e carrozzerie. La vicinanza con la fabbrica madre assicura rapporti agili e veloci.
La California è stata aggiornata anche nella motorizzazione. Il V8, 4,3 litri, a iniezione diretta (abbinato all’ottimo cambio doppia frizione 7 marce) ha guadagnato 30 cavalli (da 460 a 490), ha migliorato i valori di coppia (505 Nm a 5.000 giri) e le prestazioni: ora il passaggio da a 100 km/h avviene in 3,8 secondi (contro 3,9), mentre la velocità massima è fissata in 310 km/h. Ciò è stato possibile con interventi mirati sulle valvole (con tecniche mutuate dai motori a 12 cilindri), sui pistoni, sui collettori di scarico e sul software di gestione, che provvede anche - particolare non trascurabile - il mantenimento dei livelli dei consumi ed emissioni.
Nell’allestimento HS, la California adotta dunque sospensioni più rigide, ammortizzatori magnetoreologici comandati da una centralina più reattiva (i tempi di risposta si riducono del 50%) e una diversa scatola dello sterzo, che assicura risposte più dirette e inserimenti in curva più rapidi.
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