Ue, Meloni oggi in campo: mini-tour in Veneto e Lazio. Salvini ci sarà solo in video

Ue, Meloni oggi in campo: mini-tour in Veneto e Lazio. Salvini ci sarà solo in video
di Francesco Bechis
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Domenica 28 Aprile 2024, 06:20

Ci girerà intorno un po'. Ammetterà che, fosse stato per lei, avrebbe dubitato. Governare stanca. Ma alla fine cederà, Giorgia Meloni, ai cori da stadio dei Fratelli e sorelle d'Italia sotto il palco di Pescara, nel giorno che chiuderà una conferenza programmatica pensata come vetrina per questo momento. La discesa in campo alle Europee. Capolista, forse in tutte le circoscrizioni, anche se a Bruxelles, lo ha detto e ridetto, la leader della destra non andrà.

L'ANNUNCIO

È stato tutto studiato nei dettagli, nella festa del partito allestita dal responsabile dell’organizzazione Giovanni Donzelli sulla spiaggia che fu cara a D’Annunzio. Anche la foto di gruppo dei leader del centrodestra - Tajani, Salvini, Lupi - insieme alla premier-candidata. Che invece non sarà al completo. Il segretario della Lega ha fatto sapere ieri sera che a Pescara non ci sarà, solo un videocollegamento. «Impegni pregressi», si affrettano a chiarire da entrambe le parti, anche se il programma della kermesse prevedeva altro. Una presenza a metà che si farà notare, nel giorno della festa meloniana, la corsa europea della premier per tirare la volata al partito e blindare la leadership nel centrodestra. «L’obiettivo? Rifare il risultato delle politiche», stringe le spalle Raffaele Fitto, ministro agli Affari europei e gran timoniere delle manovre meloniane a Bruxelles. In realtà l’asticella è più alta e un po’ tutti qui a Pescara la sussurrano, prendono coraggio ora che la leader rompe gli indugi: «Il 30 per cento». L’Europa da cambiare - e pazienza se von der Leyen dovrà essere sacrificata, «sulla Commissione ancora non abbiamo deciso un candidato», spiega ancora Fitto facendo intendere che l’ “opzione Ursula” è sfumata da un pezzo - la “transizione ideologica” del Green deal, il “doppiopesismo” della sinistra che rievoca “le ombre” del fascismo, i migranti e il paradigma africano da ribaltare.

Ha limato per giorni il discorso, la presidente del Consiglio, ci ha riflettuto su ieri a tarda sera, arrivata in un resort in Abruzzo. Sarà il preludio di un impegno attivo nell’ultimo mese di corrida europea. Ancora da definire le tappe, col contagocce perché gli impegni a Palazzo Chigi non permettono tournée. A Roma un appuntamento, un altro nel Nord-Est, nel Veneto roccaforte leghista che Fratelli d’Italia ha messo nel mirino avvisando Luca Zaia: non ci sarà un altro giro in Regione nel 2025. Forse a Verona, in occasione della festa degli Alpini. Campagna light, incentrata sui cavalli di battaglia, a partire dal premierato che avrà un primo via libera in Parlamento a inizio maggio e già in FdI si pensa a una coreografica raccolta firme in vista del referendum. Intanto il grande annuncio abruzzese.

LE POLEMICHE

La festa è guastata dalle polemiche. Da un lato il caos nella Lega e il caso Vannacci che anche sulle spiagge di Pescara tiene banco, tra qualche risatina dei “Fratelli” e prese di distanze. Dall’altro i polveroni nati fra gli stand. Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, invita i manifestanti anti-Israele nelle piazze ad «andare a zappare» ed è subito bufera. Poi il “caso t-shirt”: sul palco, a fine incontro, il direttore dell’Agenzia cyber Frattasi e il presidente di Leonardo Pontecorvo mostrano in vista una maglietta della festa avuta in regalo e le opposizioni sono pronte a protestare in Parlamento, «un brutto segnale di come si sia dimenticata la grammatica istituzionale» dice Enrico Borghi da Italia Viva. Chissà che il clamore del grande annuncio basti a coprire tutto, questa mattina. Meloni parlerà dopo Tajani, Lupi e il collegamento di Salvini. Lunga arringa per rivendicare i risultati del governo e rifilare qui e lì stoccate all’arcirivale Elly Schlein e al “papà” dell’odiatissimo Superbonus Giuseppe Conte. Entro mercoledì, a via della Scrofa, si limeranno le liste sotto lo sguardo vigile di Meloni Arianna, la sorella e capo segreteria che a Pescara si aggira tra selfie e cordoni di militanti. Sul nome in cima alla scheda elettorale, invece, c’è ben poco da limare.

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