Seggiolini antiabbandono, pronta la moratoria. Nella manovra più entrate per 6 miliardi

Seggiolini antiabbandono, pronta la moratoria. Nella manovra più entrate per 6 miliardi
di Jacopo Orsini
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Domenica 10 Novembre 2019, 10:31 - Ultimo aggiornamento: 12:17

Governo al lavoro per cercare di rimediare al pasticcio dei seggiolini anti-abbandono. L'obbligo dei nuovi dispositivi per i bambini con meno di quattro anni è scattato giovedì scorso. La norma, pensata per evitare che un genitore possa dimenticarsi in auto in figlio con conseguenze a volte tragiche, ha colto impreparati quasi tutti e scatenato subito grandi polemiche. Anche perché l'incentivo di 30 euro promesso dall'esecutivo non è ancora disponibile (manca un decreto che arriverà nei prossimi giorni). Da qui la corsa a rimediare. È in arrivo dunque una moratoria sulle sanzioni per chi non installa nell'automobile il meccanismo anti-abbandono.

Il Pd ha preparato un emendamento al decreto fiscale collegato alla manovra che fa slittare di quattro mesi fino al 6 marzo 2020 le multe per chi non si adegua al nuovo obbligo. I 5 stelle propongono invece un rinvio fino a giugno e anche la possibilità di farsi restituire i soldi pagati per le sanzioni prese fino alla conversione del decreto, quando la moratoria diventerà operativa. Nei giorni scorsi anche il ministro delle Infrastrutture, Paola
De Micheli
, aveva già dato la disponibilità a trovare una soluzione.

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La multa per chi viaggia con un bimbo in auto senza i nuovi dispositivi va da 81 euro (56,70 se si paga entro cinque giorni) a 326 euro, con la decurtazione di 5 punti dalla patente (si può arrivare anche alla sospensione del permesso di guida da 15 giorni a due mesi se si commettere la stessa infrazione più di una volta in due anni). I costi dei nuovi sensori variano da qualche decina a un centinaio di euro e in questi giorni sono andati a ruba, diventando spesso introvabili. Anche per questo le associazioni dei consumatori avevano fin da subito chiesto di rinviare le multe.

IL DOSSIER
Intanto dal dossier preparato dai tecnici del Parlamento emerge che il disegno di legge di bilancio introduce nel 2020 nuove entrate per 6,1 miliardi, pari al 38,7% delle coperture (escluso l'aumento del deficit). Fra le nuove voci il documento segnala in particolare quelle «tributarie relative all'introduzione dell'imposta sul consumo dei manufatti in plastica monouso, stimate per circa 1,1 miliardi di euro nell'anno 2020». L'abrogazione della flat tax per i redditi delle persone fisiche oltre i 65.000 euro, che in base a quanto stabilito dal precedente governo gialloverde sarebbe dovuta entrare in vigore nel 2020, porterà invece circa 155 milioni. Il differimento della deducibilità a fini Ires e Irap vale circa 1,3 miliardi.

«Non sarà il festival delle tasse», ha sottolineato però il vice ministro dell'Economia, Antonio Misiani. «Io sto ai numeri - ha spiegato in una intervista a L'Eco di Bergamo l'esponente del Pd -. La legge di bilancio annulla 23 miliardi di aumento dell'Iva e, con la riduzione del cuneo fiscale, taglia 3 miliardi di tasse ai lavoratori che diventeranno 5 dal 2021. In totale sono circa 27 miliardi di riduzioni fiscali a fronte di misure discusse, ma molto contenute nel quadro complessivo della manovra».

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Intanto si va verso la conferma della cedolare secca al 21% per gli affitti commerciali, quelli dei negozi della categoria catastale C/1. «Ci stiamo lavorando, credo che si farà», ha detto il presidente della commissione Bilancio del Senato, Daniele Pesco (5 stelle). Già nel corso dell'audizione sulla manovra di Confedilizia, che chiede con forza una conferma della misura, Pesco aveva aperto all'ipotesi, spiegando che si tratta di «una cosa di cui il nostro Paese continua ad avere bisogno».

La possibilità di applicare un'imposta sostitutiva del 21% sul reddito derivante da questo tipo di locazioni, al posto del normale e di solito più oneroso regime Irpef, era stata prevista in via sperimentale nella scorsa legge di bilancio solo per i nuovi contratti stipulati nel 2019. Un'opzione che ricalca quella in vigore da tempo per gli affitti delle case e che aveva l'obiettivo di spingere il settore immobiliare e far emergere il sommerso. Nella manovra inviata alle Camere nei giorni scorsi è stata inserita la proroga della tassazione ridotta al 10 per cento per le locazioni abitative a canone concordato, ma non c'era traccia della norma sui negozi. Da qui la decisione di correggere il tiro e inserire una modifica che confermi l'aliquota agevolata anche per l'anno prossimo.
 

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