Europee, obiettivo 4 per cento. Da Calenda e Renzi, da Bonelli a De Luca, le strategie (e le trovate) dei piccoli partiti

Europee, obiettivo 4 per cento. Da Calenda e Renzi, da Bonelli a De Luca, le strategie (e le trovate) dei piccoli partiti
di Francesco Bechis
4 Minuti di Lettura
Sabato 18 Maggio 2024, 18:22

In equilibrio sul crinale. Un comizio in più, una trovata di marketing elettorale. Bisogna inventarsele tutte, per superare la soglia fatidica del 4 per cento. Sono giorni frenetici e febbrili, per i piccoli partiti italiani alla riscossa europea. Tre settimane li separa dal voto. E un velo di incertezza: ce la fanno o no?

La rincorsa

Azione e Italia Viva, ex gemelli del Terzo Polo poi separati (quasi) alla nascita, corrono in liste diverse e a sentire Carlo Calenda e Matteo Renzi non temono la matematica delle urne: "Ce la facciamo benissimo". Poi gli altri, più o meno in bilico. Come Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), l'armata eco-progressista di Bonelli e Fratoianni che per il voto europeo ha arruolato nientemeno che Ilaria Salis, insegnante sotto arresto in Ungheria e candidata capolista. Difficile che riesca a tutti il colpaccio. Ecco allora che la corsa delle piccole taglie della politica italiana si accende e diventa intrigante, nell'ultimo miglio di campagna elettorale. Tra gomitate e spintoni, trovate più o meno geniali per conquistare cuori e schede degli elettori.

I sondaggi

Ma i sondaggi, che dicono? Chi può dormire sonni tranquilli e chi, invece, deve tenere due occhi aperti? Per farsi un'idea si può partire dall'ultima Supermedia Agi/Youtrend con le intenzioni di voto rilevate la scorsa settimana, tra l'8 e il 13 maggio. Sopra la soglia, di poco, la lista "Stati Uniti d'Europa", rassemblement centrista capitanato da Renzi e Più Europa di Emma Bonino: 4,6 per cento. Tallonata di pochissimo da Avs, al 4,2 per cento. Pericolo scampato, se i sondaggi dovessero aver ragione. E Calenda? Eccolo lì, subito dietro: anche la lista di Azione, in crescita di due decimali, sembra destinata a raggiungere la soglia, al 4 per cento. E chissà che le Europe non siano un punto di partenza. Meloni ha ricordato di recente, a Pescara, la delusione per l'ingresso mancato di Fratelli d'Italia all'Europarlamento nel 2014, di un soffio.

Poi la storia ha preso un'altra piega. Ma torniamo ai sondaggi. L'inseguimento prosegue uno, anzi due passi indietro con la lista Libertà di Cateno de Luca, il vulcanico leader di Sud chiama Nord e Pace Terra Dignità, il contenitore creato fra gli altri dal giornalista Michele Santoro, entrambe ferme al 2 per cento.

Il marketing elettorale

C'è poco da stupirsi se è qui, nella parte bassa (per ora) della classifica, che la partita per l'8 e 9 giugno si fa più frizzante. Tra trovate pubblicitarie e coupe de theatre per fare man bassa di preferenze e prendere posto nel prossimo Europarlamento. Chissà cosa avranno pensato, per dire, i passanti caricati in auto da Calenda. In tour su quattro ruote per lo Stivale con Blablacar: lui, l'ex ministro, al volante e chi vuole sui sedili accanto, a chiacchierare dell'Europa che sarà (e convincerli a votarlo). Bonelli e Fratoianni si sono aggiudicati il colpaccio del calciomercato elettorale. E cioè la candidatura di Salis - molto contestata ma anche molto discussa sui media - l'insegnante  che ha trascorso più di un anno nelle celle di Orban in attesa di processo e ora è agli arresti domiciliari, a incrociar le dita per un'elezione a Strasburgo che le darebbe l'immunità.

E se Santoro punta le sue fiche sul pacifismo militante, l'appello a tambur battente per il cessate il fuoco in Ucraina, costi quel che costi, Cateno De Luca è un fiume in piena. Le prova tutte, e ci riesce anche, per avere i riflettori addosso. Dal record di sigle elettorali inserite nel simbolo - un puzze caleidoscopico, da Italexit al Popolo per la famiglia - agli acquisti annunciati a sirene spiegate negli ultimi mesi. Su tutti, un colpaccio anche questo, mediaticamente si intende, il Capitano Ultimo, cioè Sergio De Caprio, il comandante che ha arrestato Totò Riina e che per la prima volta in trent'anni in un evento pubblico proprio con De Luca ha scoperto il volto in pubblico. Ma i candidati non bastano. Ci sono ancora tre settimane per cambiare gli equilibri, spostare in là una virgola quel tanto che basta per assicurarsi uno scranno a Bruxelles.

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