Una gomma danneggiata dal fenomeno del flat spotting

Pneumatici, rischio “flat spotting” per gomme auto parcheggiate a lungo. Esperti spiegano il fenomeno appiattimento e i rimedi

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ROMA - Gli esperti lo chiamano 'flat spotting' ed è ciò che succede quando un'automobile rimane ferma per lungo tempo - settimane o anche mesi - e i pneumatici tendono ad appiattirsi sotto il peso della vettura (ricordiamo che si parla quasi sempre di masse fra 1,5 e 2,5 tonnellate a seconda del tipo di veicolo) nel punto in cui la copertura è a contatto con il suolo.

E' dunque possibile che questo stia accadendo ai veicoli di molti milioni di utenti che, dall'inizio della quarantena per il Covid-19, hanno lasciato ferma la propria vettura senza più muoverla. Gli esperti di Continental, il colosso tedesco dei pneumatici e della componentistica, spiegano come riconoscere il fenomeno, e come rimediare. Una volta che si riutilizzi la vettura che è stata parcheggiata molto a lungo, si può avvertire un leggero disturbo di guida o vibrazione, che tende a scomparire una volta percorsi i primi chilometri. Questo fenomeno - noto anche come appiattimento - nella maggior parte dei casi è temporaneo in quanto le deformazioni nono sono permanenti e sono destinate a scomparire una volta che i pneumatici abbiano raggiunto la temperatura d'esercizio e riacquistato la normale conformazione.

Va ricordato a questo riguardo - specifica Continental - che mentre si è alla guida, ogni pneumatico ruota rapidamente passando dallo stato 'scarico' allo stato 'carico' mediamente 480 volte al chilometro a seconda della velocità dell'auto.

Questo movimento costante genera calore, cosa che rende la gomma dei pneumatici più duttile, secondo un comportamento che è assolutamente normale. Da fermo, invece, l'area di contatto del pneumatico al suolo tende leggermente ad appiattirsi nel momento stesso in cui i pneumatici iniziano a raffreddarsi. E questo fenomeno si manifesta con maggiori probabilità quando i pneumatici subiscono una drastica variazione di temperatura ambiente (ad esempio se la vettura viene lasciata un'intera notte in climi rigidi) ed evidentemente nelle soste prolungate, specie se i pneumatici sono sgonfi o sovraccarichi.

L'entità del fenomeno dipende da fattori come dimensioni delle gomme, carico, struttura interna, temperatura ambiente, durata della sosta e pressione di gonfiaggio. In particolare, spiega Continental, superando un mese di sosta e con gonfiaggio insufficiente è probabile che si verifichi l'appiattimento semi-permanente. Il mantenimento della corretta pressione dei pneumatici è pertanto una strategia efficace per attenuare il rischio che si verifichi il 'flat spotting'. Ma in questo periodo in cui le auto non possono essere assolutamente guidate per andare al distributore o dal gommista, precisano esperti del settore, può essere sufficiente spostare leggermente l'auto nel punto di sosta per far compiere (aiutandosi magari con un segno tracciato col gessetto) una rotazione di 180 gradi alle ruote.

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Mercoledì 8 Aprile 2020 - Ultimo aggiornamento: 10-04-2020 17:44 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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