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PARIGI - Per rilanciare la sfida nel segmento C europeo Toyota a scelto la nuova Auris, radicalmente rivista nello stile e nei contenuti rispetto all'omonimo modello che si appresta a cederle il testimone dopo aver collezionato risultati che, soprattutto in Italia, sono risultati inferiori alle aspettative. I pur significativi, e positivi, cambiamenti stilistici che hanno interessato la vettura dentro e fuori difficilmente sarebbero bastati, da soli, a mettere l'Auris in condizioni di battersi alla pari con rivali del calibro di Volkswagen Golf, Ford Focus e Opel Astra.
L'anello mancante. Occorreva senza dubbio colmare una lacuna che ha fortemente penalizzato la compatta Toyota: la mancanza di una versione station wagon. Con l'arrivo della nuova generazione, la missione può dirsi felicemente conclusa: Auris completa la gamma con la familiare, battezzata Touring Sports e caratterizzata da un look a nostro avviso accattivante anche se non ridondante di personalità (caratteristica spesso comune alla produzione made in Japan), nonostante l'evoluzione ispirata al nuovo linguaggio stilistico definito Under Priority. La linea filante e le proporzioni equilibrate sono comunque garanzia di un impatto piacevole, che consente alla nuova famiglia Auris di andare finalmente a competere in un sottosegmento che a livello europeo vale il 25% del mix di vendita delle auto compatte e dal quale si era finora autoesclusa.
Lo spazio. Nella condivisione pressoché totale dei componenti, la Touring Sports si differenzia dalla berlina per le dimensioni: mentre il passo non è cambiato, la lunghezza è cresciuta di 285 mm, andati totalmente a vantaggio del volume destinato ai bagagli. Posteriormente, l’Auris Touring Sports si caratterizza dal nuovo design del paraurti e del portellone, il cui margine inferiore è collocato 80 mm più in basso rispetto alla berlina.
I motori. Accompagnati da tutti gli accorgimenti di miglioramento dell'efficienza riuniti sotto l'etichetta Toyota Optimal Drive, i motori dell'Auris familiare sono i medesimi della berlina e regalano all'intera gamma un elevato grado di compatibilità ambientale, testimoniato da una media delle emissioni di CO2 che nel ciclo combinato è di 109 g/km. L'offerta comprende due unità a benzina e altrettante diesel. Della prima coppia fanno parte l'1.3 da 99 cv e l'1.6 da 132 cv, mentre le motorizzazioni a gasolio sono i turbodiesel 1.4 D-4D e 2.0 D-4D (quest'ultimo abbinato allo Stop & Start di serie) che vantano potenze di 90 e 124 cv rispettivamente. Al quartetto va poi aggiunta la motorizzazione ibrida che fa dell'Auris l'unica station wagon sul mercato a offrire questa soluzione tecnologica: 136 cv, 180 km/h di velocità massima e 89 g/km di CO2 ne costituiscono il succinto identikit.
Analisi. Se in Italia Auris non ha fatto sfracelli, a livello globale l'esperienza non viene giudicata altrettanto deludente. Ce lo ha spiegato Daniele Schillaci, senior vice president Vendite e Marketing di Toyota Europa che abbiamo incontrato al Salone di Parigi: «I risultati ottenuti dall'attuale generazione sono stati a macchia di leopardo. È andata bene in Spagna, Turchia e Nord Europa, mentre ha fatto più fatica laddove il design è determinante. Adesso arriva il nuovo modello, che può tra l'altro schierare la prima e unica station wagon full hydrid del mercato. Con questa gamma arricchita e rinnovata il nostro obiettivo è di conquistare il 5% del segmento C europeo».
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