Alex Zanardi

Alex Zanardi, l'inchiesta sugli ultimi metri della corsa. Sequestrato il telefonino

di Alessia Marani e Francesca Monzone
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dal nostro inviato 
SIENA Gli inquirenti hanno sequestrato handbike e cellulare di Alex Zanardi. La ricostruzione degli ultimi metri della corsa è fondamentale per ripercorrere, con le immagini già acquisite e altre che potrebbero saltare fuori nelle prossime ore, ore nelle quali è previsto il sopralluogo degli inquirenti senesi con alcuni supertestimoni cche hanno riferito come il campione avesse filmato con il suo telefonino alcuni panorami all'inizio della discesa con curve poi risultata fatale per l'impatto con il tir venerdì pomeriggio. 
In un video girato dal giornalista e cameraman perugini Alessandro Maestrini si vede Zanardi riprendere con il cellulare alcune centinaia di metri prima della curva dell'impatto. Sarà poi al vaglio della magistrature anche la testimonianza di un ciclista che faceva parte della carovana. Si stanno invece cercando video che riguardino il momento in cui Alex perde il controllo dell'handbike, imbarcatosi come riferivano in molti a caldo per finire poi contro il tir. 
Alex Zanardi, il campione paralimpico, ex pilota di Formula 1 finito in Rianimazione a Siena, gravissimo, dopo lo scontro con un camion sulla provinciale 146 tra Pienza e San Quirico d’Orcia. Uno dei testioni è un ciclista di Sinalunga che correva al suo fianco venerdì pomeriggio proprio quando si è verificato l’impatto, a confermare quanto già registrato in una ripresa effettuata da un cameraman freelance appassionato di corse e circuiti enogastronomici che seguiva i due atleti a bordo di una Golf cabriolet a breve distanza. Si tratta di immagini, poco meno di un minuto di riprese che scagionerebbero il camionista da gravi responsabilità, già acquisite dalla Procura per mano dei carabinieri e subito messe agli atti. 

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IL RACCONTO
L’uomo avrebbe raccontato che Zanardi stava effettuando dei video con il telefonino, mentre si trovavano sulla strada che da Pienza va verso San Quirico nella Val d’Orcia. «Voleva riprendere il panorama mentre correva». In base alla testimonianza, l’atleta azzurro non si sarebbe accorto di avere invaso la corsia opposta. Chi procedeva alle sue spalle avrebbe detto che Zanardi si sarebbe trovato con il camion di fronte e che, nel tentativo di frenare o sterzare, avrebbe perso il controllo dal suo mezzo. In pratica, la handbike (un velocipede adattato per i disabili che al posto dei pedali ha delle manovelle spinte a braccia) si sarebbe “imbarcata”, sbandando più volte, per poi andare a urtare prima sulla fiancata dell’autoarticolato, poi una seconda volta contro il parafango di una ruota.

A quel punto si sarebbe sfilato il casco e il corpo dell’ex pilota, dove aver battuto con la testa in modo violento contro un triangolo metallico posto sul parafango, sarebbe volato a terra, battendo ancora il capo sull’asfalto. «Ho visto Alex planare sopra di me, schiantarsi sulla strada e poi atterrare fino a rotolare in una cunetta, sembrava come una lancia schizzata via dopo avere rimbalzato sull’oggetto colpito», ha raccontato il testimone di Sinalunga al gruppo di amici. Dopo avere trascorso una prima notte insonne, già oggi si recherà in caserma per rendere spontanee dichiarazioni.

I FRAME
Il cameraman segue il ciclista di Sinalunga su una bici tradizionale e Zanardi che è davanti a loro sulla handbike. Che il pilota potesse essere distratto appare già dalla prima curva, dolce, che degrada verso sinistra. L’obiettivo della videocamera inquadra chiaramente Alex che oltrepassa la linea di mezzeria, per poi riprendere il controllo delle manovelle e riaddrizzarsi. In quel momento il pilota non corre reali pericoli perché dall’altra parte non arriva nessuno.

Qualche secondo dopo, però, nella curva successiva che si snoda verso destra, accade l’irreparabile. Zanardi, questa volta, sembra “tagliare” la curva ancora più decisamente, ma sul lato opposto sopraggiunge il camion con rimorchio guidato da Marco C., 44 anni. Zanardi non riesce a riprendere il controllo, la handbike non ha servosterzo, una distrazione, un momento di “buio” possono essere fatali. 

Forse Alex prova a frenare, ma a quel punto la bici speciale, per l’attrito, sbanda paurosamente e finisce per schiantarsi sulla fiancata. Rimbalza, ma carambola con la testa sul pesante triangolo d’acciaio sopra il parafango. La scena è terribile. Il casco schizza via insanguinato. Il camion si ferma, l’autista è disperato. Secondo una prima ricostruzione degli investigatori il mezzo pesante procedeva correttamente nel suo senso di marcia e non andava a velocità sostenuta. 

Andava piano anche Alex Zanardi che seguiva l’auto di uno degli organizzatori che avrebbe detto di non viaggiare a più di 50 chilometri, quindi il campione azzurra marciava ancora più piano. La voglia di riprendere quel panorama di estrema bellezza in un giorno di festa e spensieratezza con gli amici di sempre e i nuovi, lo avrebbe tradito. 

 

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Domenica 21 Giugno 2020 - Ultimo aggiornamento: 15:27 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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