La locandina dell'evento

Toyota oltre l’auto: nel carcere di Poggioreale per la “sfida di parole” detenuti-studenti

di Sergio Troise
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NAPOLI - L’innovazione in campo automotive avanza a passi da gigante contribuendo in misura significativa a modificare non solo il nostro approccio con l’oggetto automobile, ma anche i nostri interessi, i gusti, le tendenze, le abitudini. Piaccia o meno, è in atto una rivoluzione, un mutamento culturale che ci sta cambiando la vita. E, come in tutti i cambiamenti epocali, c’è qualcuno che ha l’occhio più lungo, che sa guardare avanti meglio di altri, individuando in anticipo i contorni di un futuro tutto da scrivere e di vivere il presente senza imbarazzi.

Uno degli esempi più calzanti, in questo scenario, viene da Toyota, il colosso giapponese dell’automotive che per primo ha puntato sull’elettrificazione attraverso la tecnologia ibrida, ormai dilagante. E non solo: negli ultimi anni Toyota ha intensificato gli sforzi per imporsi come azienda in grado di assicurare a tutti le migliori condizioni di mobilità, con soluzioni di trasporto innovative, tecnologie avanzate sia nelle auto sia all’interno delle mura domestiche, anche a sostegno di chi vive diverse forme di disabilità o nei confronti delle persone anziane.

E’ in questo ambito culturale/strategico che la filiazione italiana della casa giapponese ha deciso di “scendere in campo” anche per sostenere l’originale iniziativa dell’Associazione per la retorica PerLaRe, che venerdì 4 maggio organizza, all’interno del carcere napoletano di Poggioreale, una singolare “sfida di parole” tra detenuti e studenti universitari sul tema del reddito di cittadinanza. Perché una “gara di retorica”? Perché – spiegano i promotori dell’iniziativa – la retorica contribuisce a preparare i partecipanti ad affrontare la vita e il lavoro, contesti in cui è inevitabile confrontarsi con opinioni diverse.

La retorica – vale la pena rammentarlo – nella sua accezione storica è l’arte del parlare in modo efficace, intesa come tecnica del discorso teso a persuadere. Meglio ancora se alle parole si fanno seguire poi i fatti. Come dimostra la storia di Toyota, la cui partecipazione a certe iniziative apparentemente lontane dal proprio core business, dimostra invece l’effettiva capacità di vivere l’innovazione in sintonia con i mutamenti della società e dei suoi molteplici e mutevoli bisogni.

Assieme a Toyota sono partner del progetto la Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), l’Università Federico II, la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale con l’Unione Camere Penali Italiane-Osservatorio Carcere UCPI e la Onlus Carcere Possibile. Obiettivo dichiarato dell’iniziativa è valorizzare le capacità espressive gestendo al meglio la voce e il corpo, grazie anche alle tecniche del teatro. La “guerra di parole” – spiegano ancora i promotori - vuole essere infatti un confronto dialettico che premia la squadra maggiormente in grado di difendere la propria tesi con argomentazioni credibili e sintetiche, senza perdere la calma o insultare l’avversario: un sofisticato esercizio di autocontrollo e di civiltà, che consiste nell’affermare le proprie ragioni solo con lo strumento pacifico della parola.

I detenuti e gli studenti non avranno la possibilità di incontrarsi prima del confronto, ma parteciperanno a quattro sedute formative sui temi dell’oratoria e del linguaggio del corpo, ai quali prenderà parte anche l’attore e regista Enrico Roccaforte. La selezione preventiva dei partecipanti, divisi in due squadre di 20 persone ciascuna, è avvenuta esclusivamente in base alla loro motivazione, e il portavoce che parteciperà al confronto-dibattito del 4 maggio sarà scelto in totale autonomia. Questi dovrà impegnarsi a sostenere le tesi del proprio gruppo parlando in due round da 20 minuti ciascuno. Allo scadere del round, le posizioni si invertiranno.

Della giuria presieduta da Mauro Caruccio, amministratore delegato di Toyota Motor Italia, fanno parte anche l’attore Francesco Paolantoni; Valeria Della Valle dell’Accademia della Crusca; il produttore creativo tv Ludovico Bessegato; Gaetano Eboli, magistrato di sorveglianza; Vincenzo Siniscalchi, avvocato penalista; Ema Stokholma, Dj e conduttrice radiofonica; Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale; Francesco Piccinini, direttore di Fanpage. Al di là del verdetto finale, vale la pena ricordare che obiettivo dell’iniziativa è dimostrare che tutti, attraverso l’applicazione e la conoscenza di alcune strategie, possono diventare oratori migliori, anche se ancora in formazione (studenti) o impegnati a recuperare se stessi (detenuti).

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Venerdì 27 Aprile 2018 - Ultimo aggiornamento: 28-04-2018 17:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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