Un frame del progetto cinematografico What's Behind

L’intrigante viaggio nei segreti di Fca. What's Behind, dietro le quinte di come nasce un’auto

di Giampiero Bottino
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TORINO In un momento in cui la sensibilità alle problematiche sociali legate al business induce alcuni protagonisti dell’industria dell’auto ad alzare il velo sui propri segreti tecnologici, mettendoli a disposizione di tutti – concorrenti compresi – come ha fatto Volvo nel campo della sicurezza in cui gode di indiscusso prestigio, piuttosto che Toyota per quanto riguarda la propulsione ibrida che ne rappresenta un riconosciuto punto di forza, anche FCA sposa la filosofia della trasparenza e spiega come e dove vengono progettate, sviluppate, provate e validate le vetture di tutti i suoi marchi. L’iniziativa si caratterizza per la formula creativa e originale utilizzata per illustrare cosa c’è dietro le quinte del gruppo, quali sono le procedure preliminari senza le quali nessun modello del gruppo può essere avviato alla produzione di serie.
 

La scelta è caduta su un progetto cinematografico culminato nella realizzazione di una vera e propria serie Tv di elevata qualità tecnica (i filmati sono in 4K) e grande impatto spettacolare i cui episodi sono destinati alla progressiva pubblicazione sui siti e sui profili social del Gruppo. Vista la scelta del tipo di media, non è un caso che il progetto “What’s behind” (letteralmente “Cosa c’è dietro”) sia stato presentato in uno storico cinema nel centro di Torino nel corso di un evento durante il quale i giornalisti specializzati europei hanno potuto visionare in anteprima i due filmati inaugurali (disponibili in italiano e in inglese) il primo dei quali, già on air, restituisce fedelmente la bianca suggestione delle sterminate foreste del grande Nord. Sono passati infatti 45 anni da quando l’allora gruppo Fiat – seguendo come altri costruttori l’esempio della Bosch che vi aveva installato la struttura per la valutazione dell’Abs in condizioni estreme – aprì il proprio centro prove invernale ad Arjeplog, cittadina svedese all’interno del Circolo Polare, a 1.000 km sia da Stoccolma, sia da Capo Nord. In questo ambiente, dove in inverno la temperatura può scendere fino a -40°, sorge oggi un villaggio in puro stile artico, nel quale le strutture tecniche spesso rigorosamente top secret convivono con i caldi e accoglienti cottage in legno dove alloggiano stabilmente più di 50 dei 150 tecnici altamente specializzati che durante la stagione fredda frequentano a rotazione il sito dove si effettuano in assoluta sicurezza, grazie alle generose vie di fuga che circondano le piste di prova ghiacciate, i test in condizioni quasi proibitive.
 

 

Per assistere al secondo atto della serie bisogna fare idealmente mezzo giro del mondo e cambiare radicalmente scenario: dal bianco abbagliante alle desertiche, ma non meno spettacolari, dune del Kalahari dove i 40 gradi, questa volta con il segno «+», rappresentano la regola più che l’eccezione. Nell’Africa Australe, dove si incontrano i confini di Sudafrica, Botswana e Namibia, c’è il grande Parco Kgalagadi che già nel nome (“Posto senz’acqua” in lingua Bantu) rivela il carattere del territorio. Upington, la città che del parco costituisce la porta d’accesso ed è uno dei posti più caldi dell’intero Sudafrica, rappresenta quindi il sito ideale per verificare sul campo il comportamento delle vetture all’estremità opposta della “scala” climatica. L’intrigante viaggio nei segreti di Fca è destinato a continuare con cadenza mensile, alla scoperta di altre realtà strategiche del gruppo – come il centro Prove di Balocco, a metà strada tra Milano e Torino o il Safety Center e il Centro Ricerche Fiat di Orbassano – piuttosto che di componenti e caratteristiche tecniche che spaziano dall’efficienza dei motori alle modalità di trazione, dal piacere della guida all’aerodinamica, dal comfort ai contenuti tecnologici.
 

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Domenica 19 Maggio 2019 - Ultimo aggiornamento: 18:19 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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