La Jeep Gladiator ha debuttato al Los Angeles auto show

Nel pianeta dei giganti la locomotiva è Fiat Chrysler

di Giorgio Ursicino
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LOS ANGELES - Trump è arrabbiato, ma il mercato dell’auto va. E l’economia pure. Era tempo che da questa parte dell’Atlantico non si ricordava una fase positiva tanto lunga. Il presidente, come era prevedibile, ha fatto fuoco e fiamme quando la signora Barra ha annunciato un nuovo piano di riorganizzazione della General Motors, un programma duro che prevede la chiusura di diversi stabilimenti in Nord America e il taglio di quasi 15 mila posti di lavoro. Trump ha tuonato con i suoi tweet, lo impone lo scenario politico, poiché buona parte del suo consenso elettorale si basa proprio sul made in Usa e sulla difesa dell’occupazione.
 

 

Ma dietro le manovre dei vertici della più grande azienda automotive americana non c’è la volontà di penalizzare gli States, di esternalizzare, di produrre fuori per vendere in patria. In realtà, è ancora la coda della cometa della grande crisi di fine decennio scorso, un uragano che ha rischiato di cancellare l’America a quattro ruote. In più c’è la svolta ormai inevitabile, ma da tutti benvenuta, verso la mobilità sostenibile che vede svettare soprattutto l’elettrificazione e la guida autonoma. Per competere in questo scenario servono gli equilibri giusti, un flusso di casa generato dai modelli attuali in grado di alimentare gli investimenti futuri e un costante bilanciamento fra domanda e capacità produttiva poiché fabbriche in eccesso creano costi che appesantiscono la corsa e piegano le gambe anche ai colossi come dimostra il passato. GM pare voglia rimanere fra i grandi, forse non tornerà ad essere il primo costruttore del pianeta come è stato per tanti decenni, ma ha puntato sull’innovazione e deve completare il riassetto del network industriale in casa dopo avere preso la decisione dolorosa di ritirarsi dall’Europa.

Sulla mobilità del futuro sta lavorando con intensità anche Ford che non è molto effervescente sul palcoscenico delle novità da spedire negli showroom, ma almeno in casa non dovrebbe avere problemi di esuberi e presto annuncerà un suo piano che la vede in pole position sul fronte delle nuove sfide. Chi attualmente è messa meglio dal punto di vista della produttività e da quello delle vendite è Fiat Chrysler: al compianto Sergio Marchionne non mancava certo coraggio nel fare scelte audaci e innovative e il disimpegno dal segmento delle vetture per concentrarsi sui truck ha portato Jeep e Ram ad essere i nuovi fenomeni della scena, brand in forte crescita che garantiscono margini rilevanti e fanno guadagnare quote di mercato come dimostra l’ormai duello per le immatricolazioni proprio con Ford. Un’atmosfera positiva e tanto denaro fresco che danno tranquillità anche a “region” più complesse e, come ha dimostrato il piano illustrato ai sindacati italiani nei giorni scorsi, consentono di avere progetti ambiziosi anche nella rivoluzione verso le emissioni zero.
 

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Mercoledì 5 Dicembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 08-12-2018 04:32 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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