Il famoso pupazzo della Michelin chiamato Bibendum in un'edizione del Challenge disputata a Berlino

Da Bibendum a Movin’on, la casa francese cambia nome all'evento della mobilità green

di Nicola Desiderio
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DETROIT - Una volta si chiamava Michelin Challenge Bibendum. Quest’anno si chiamerà Movin’on e si terrà dal 13 al 15 giugno a Montreal, città che ha deciso di abbattere entro il 2020 le emissioni di CO2 del 30% rispetto al 1990 dando impulso alla mobilità elettrica all’interno della più grande area metropolitana del Canada. Ma la cosa che fa più notizia è che la casa francese di pneumatici ha deciso di ribattezzare l’evento che dal 1998 ha messo al centro della discussione la mobilità sostenibile, togliendo il proprio nome e quello del proprio simbolo, il famoso “omino Michelin”. Parliamo di uno dei marchi commerciali più antichi e riconosciuti al mondo. Nacque infatti nel 1898 per mano del disegnatore francese Marius Rossillon detto “O’Galop” ma la sua storia risale a 4 anni prima.

La leggenda dice che Édouard e André Michelin si trovavano all’Esposizione Universale di Lione e notarono una catasta di pneumatici che sembrava un uomo senza braccia. Pare che Rossillon fece vedere successivamente ad André una proposta di manifesto (rifiutata) che aveva disegnato per una birreria di Monaco: mostrava una figura simile a quella immaginata dai due fratelli e alzava il bicchiere al motto del poeta latino Orazio “Nunc est bibendum!” (“ora si deve bere”). La forza di questa immagine e di questo nome si vede proprio dal fatto che basta dire “Bibendum” per evocare Michelin e l’evento stesso che in 12 precedenti edizioni si è evoluto da vetrina sulle tecnologie per la mobilità sostenibile a summit capace di riunire per 3 giorni il mondo dell’industria, della ricerca e dei decisori politici. Il nome Movin’On mette in qualche modo il sigillo a questa trasformazione che mai era apparsa più chiara in occasione dell’ultima edizione del 2014, a Chengdu, dove tutto era ruotato intorno al Green Paper, un voluminoso documento pieno di princìpi d’azione, frutto di una riflessione pluriennale su un terreno molto più ampio della semplice automobile.

Il Challenge invece era partito – lo dice il nome stesso – come una sfida tra le tecnologie più promettenti per le automobili di domani. Ad esempio, la prima edizione del 1998, tenutasi a Clermont-Ferrand dove si trova il quartier generale della Michelin, fece da passerella per la Nissan Altra EV, un’auto elettrica equipaggiata per la prima volta di batteria agli ioni di litio. Oggi la casa giapponese è diventata leader mondiale nell’auto elettrica con la Leaf e tutti hanno adottato quella tecnologia per le batterie, in vista di una rivoluzione che – nelle intenzioni di tutti i principali costruttori – dovrebbe portare sulle strade milioni di veicoli ad emissioni zero entro i prossimi anni. Michelin, da par suo, ha già fatto sapere di voler diminuire del 20% le emissioni di CO2 generate dai propri pneumatici entro il 2030 rispetto al 2010 e di voler abbattere del 50% quelle derivanti dai processi necessari per produrli entro il 2050. È la dimostrazione che questo mondo ha bisogno ancora di visioni e che ognuno ha il dovere di elaborarne andando oltre la propria sfera e il proprio interesse. Movin’on è in questo senso davvero emblematico: un gommista che parla di mobilità sostenibile e, da quest’anno, lo fa mettendo da parte il proprio simbolo e il proprio nome significa davvero guardare oltre.
 

 

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Lunedì 20 Marzo 2017 - Ultimo aggiornamento: 22:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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