La protesta degli Ncc

Covid, Ncc in rivolta: subito ristori o paralizziamo l’Italia. Siamo fermi, uno su 4 chiude e il turismo tornerà solo nel 2022

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ROMA - «Ci servono ristori per recuperare il 50-60% di quello che abbiamo perso nel 2020, perché anche nel 2021 staremo fermi. Siamo stufi, con le nostre 25mila auto siamo pronti a paralizzare le città e le autostrade». È l’avvertimento che arriva dal settore del Noleggio con conducente, in piazza a Roma per manifestare assieme ad altri comparti del turismo, colpiti dalla crisi legata al Covid. «Siamo qua davanti al ministero dell’Economia per chiedere ristori, quelli ci hanno dato finora non bastavano nemmeno per fare la spesa» dice all’ANSA Arnaldo Liburdi, presidente del Comitato sindacale Ncc di Fiumicino, rilanciando la protesta del Coordinamento nazionale che, spiega, conta «quasi 25mila aziende e circa 50mila dipendenti in Italia».

Liburdi sottolinea che «stando due anni fermi c’è uno spaventoso ammortamento delle macchine e dei pullman. Di turismo - continua - si parlerà di nuovo nel 2022. Ci hanno dato bruscolini per il fatturato di aprile, per quello di giugno non è arrivato nulla nessuno nonostante le proteste. Oltre il 25% delle nostre aziende ha già chiuso, i titolari si barcamenano, quando scadrà il blocco dei licenziamenti 50mila persone si ritroveranno a casa. E ora - sorride amaro - ci mancava anche la crisi di governo...» 

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Giovedì 14 Gennaio 2021 - Ultimo aggiornamento: 17-01-2021 13:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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