Ambrogio Beccaria con Alla Grande Pirelli

Route du Rhum, vince il trimarano Ultime Maxi Edmond de Rothschild, Ambrogio Beccaria lotta per la 3a posizione

di Francesca Lodigiani
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Charles Caudrelier con suo  il velocissimo e tecnologico mega trimarano della  Classe Ultime Maxi Edmond de Rothschild ha tagliato questa mattina alle 10.02 ora italiana,  ancora notte a Point-a- Pitre in Guadalupa, il traguardo della 12° Route du Rhume. Non solo ha vinto, ma ha anche polverizzato il record precedente fissato da Francis Joyon nell’edizione 2018,  stabilendo in  6 giorni, 19 ore, 47 minuti e 25 secondi il nuovo da battere  tra 4 anni.   

Italiani protagonisti

La 12° Route du Rhum, tra avarie, ritiri,  naufragi e salvataggi non è una passeggiata. La notizia però  è che in questo contesto infernale l’Italia è protagonista. Infatti tra i 55 Class 40 partiti, Ambrogio Beccaria con Alla Grande Pirelli, dopo aver superato i giorni della dura bolina, oggi mercoledì 16 novembre, a una settimana  dal via da Saint Malo,  è salito al terzo posto e combatte a una trentina di miglia dal primo, francese. Quasi una lesa maestà. Bene anche l’altro italiano, Alberto Bona con IBSA, in settima posizione, mentre il terzo azzurro, Andrea Fornaro da Orbetello con Influence   è 19°.

Tornando a Ambrogio e Alberto, milanese 31 enne il primo, ingegnere navale, torinese 36 enne il secondo, laurea in filosofia,  con l’aria da bravi ragazzi, lontana da quella degli irsuti,  vissuti e consumati lupi di mare che spesso si incontrano tra gli oceanici, interpretano una vela affrontata con serietà e metodo. Nel caso di Beccaria – da non dimenticare l’unico italiano ad essersi mai aggiudicato, nel 2019, la Minitransat, traversata, anche in questo caso in solitario, con una barca di appena 6.50 – il valore aggiunto di correre con una barca intimamente italiana, pensata dal progettista Gianluca Guelfi e costruita dal cantiere  genovese San Giorgio Marine  di Edoardo Bianchi. A chi non è dentro a questo tipo di vela forse  il dato non fa molto effetto, ma è un settore dove da sempre la Francia è  leader quasi monopolista. Tanto che sia Bona che Fornaro hanno fatto una scelta di progettisti e costruttori transalpini. 

Mentre i velocissimi e tecnologici trimarani estremi della Classe Ultime volano negli Alisei a 30 nodi verso il traguardo in Guadalupa, i più piccoli Class 40 dove corrono Beccaria, Bona e Fornaro, hanno ancora più di 2100 miglia da macinare, e le velocità sono molto inferiori. Di toccare terra se ne parla la prossima settimana.

Discorso a parte per Giancarlo Pedote e il suo Prysmian Group, al quale nelle depressioni iniziali è esplosa una delle vele di prua, una grave perdita, per il fiorentino che però è risalito in 18° posizione. 

Fabrice Amedeo in salvo: "la morte non mi voleva oggi"

Si allunga intanto la lista delle avarie, più o meno gravi, che hanno funestato i concorrenti nella prima dura parte della regata partita lo scorso mercoledì 9 novembre in un contesto  di ripetuti  fronti di bassa pressione. Ben 17 sono già i ritirati, alcuni per disalberamento, e per altri quattro si hanno problemi al localizzatore, e quindi non sono rintracciabili sul “tracker” della regata. Fenomeni  non insoliti in questa transatlantica che in media vede all’arrivo solo il 70% dei partiti.  L’incidente più grave è quello accaduto a Fabrice Amedeo, 41 anni,  mentre stava riparando  verso Lisbona con il suo IMOCA Nexans per una falla nello scafo, con conseguente copiosa entrata d’acqua, causata dal mare impegnativo. In questo contesto già drammatico  un’esplosione improvvisa ha fatto incendiare la barca, costringendo lo skipper a saltare sulla zattera di salvataggio mentre il suo scafo affondava. “ La morte non mi voleva oggi – ha dichiarato quando è stato tratto in salvo da un cargo deviato per portargli soccorso, che lo ha recuperato e  lo sbarcherà alle Azzorre. 

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Mercoledì 16 Novembre 2022 - Ultimo aggiornamento: 18-11-2022 11:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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