Il catamarano ad idrogeno Energy Observer

L'idrogeno prende il largo. A bordo dell'ecologico catamarano Energy Observer a Venezia

di Mattia Eccheli
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VENEZIA - Il tassista è abbronzato. Ha gli occhiali da sole e sembra godersi il panorama. Spiega che l’acqua della laguna è pulita: «Se sotto ci fossero rocce – sorride – sarebbe trasparente come in Sardegna». Il problema di Venezia è il traffico, come in “Johnny Stecchino”, il film di Roberto Benigni. Il suo taxi acqueo solca le acque relativamente calme attraversate quotidianamente da migliaia tra vaporetti e gondole e decine di colossali navi da crociera: secondo una recente ricerca un solo gigante del mare inquina quanto un milione di auto al giorno. Se non fosse per l’indotto turistico, costituirebbero la “peste” del Terzo Millennio. Per la liberazione di quella del secondo dal 1577 si celebra la festa del Redentore.
 

 

Alla vigilia del rito del 2018, quest’anno anticipata al secondo fine settimana di luglio, ha attraccato a Venezia un’imbarcazione che potrebbe risolvere almeno una parte dei problemi delle emissioni. È un catamarano francese ribattezzato Energy Observer dai suoi nuovi armatori, dopo essere stato per anni timonato dal neozelandese Peter Blake, che al termine della sua carriera agonistica e prime di venire ammazzato dai pirati in Sud America era stato lo skipper della Antartic Explorer ed era stato nominato inviato speciale della Nazioni Unite per il programma ambientale.

L’Energy Observer è il primo catamarano elettrico al mondo. È un’imbarcazione ad alimentazione ibrida capace anche di trasformare l’energia in idrogeno. È stata varata a Saint Malo il 14 aprile del 2017, giusto 20 minuti dopo la nascita di Georges, il secondogenito di Victorien, capitano e iniziatore dell’operazione. Solo pochi mesi dopo, il 4 luglio, era a Parigi, lungo la Senna, per la prima tappa del suo viaggio di 6 anni che lo porterà in ogni continente toccando una cinquantina di paesi e oltre un centinaio di località. Il catamarano è un ambasciatore tecnologico ed è la speranza di un futuro più sostenibile. «Il mondo non lo abbiamo ereditato dai nostri avi, ma preso in prestito dai nostri nipoti», recita un adagio la cui attribuzione è dubbia, ma il cui significato è profondo.

Tra i sostenitori del progetto c’è anche Toyota, il costruttore nipponico pioniere dell’ibrido che crede e investe sulle celle a combustibile. Il catamarano a zero emissioni approderà anche a Tokyo in occasione dei Giochi Olimpici del 2020, quando sarà in funzione una flotta di veicoli fuel cell destinata ad assicurare almeno una parte degli spostamenti. «In mare – sintetizza Erussard – abbiamo bisogno tanto del sole e del vento quanto dell’idrogeno. E la situazione non è diversa sulla terraferma». Ha convinto la proprietà della catena di alberghi Accord e la famiglia Mulliez che, tra le altre cose, controlla le catene Auchan e Le Roy Merlin a finanziare il suo sogno. «Quello che mi ha sorpreso di lui – dice Nicolas Hulot, giornalista ed ambientalista oggi ministro francese dell’ecologia – è che sembra non aver paura di niente». Ad eccezione del mondo che cambia. E che peggiora.

L’Energy Observer è un appello per un domani migliore. Naviga silenzioso, quasi sonnacchioso (non supera i 10 nodi), anche nella laguna di Venezia, all’ombra dei grossi transatlantici popolati di turisti assiepati sui ponti più alti. Solo l’occhio esperto di qualche “lupo di mare” gli riserva un’occhiata più lunga. Molto più lunga. Per scoprire che è rivestito con quattro diversi tipi di panelli solari fotovoltaici per un totale di circa 170 metri quadrati. Per accorgersi delle due turbine eoliche. E per non vedere quello che nasconde: uno smart kite da 50 mq (una vela tipo un paracadute) per sfruttare ancora di più il vento e otto bombole di idrogeno autoprodotto in grado di assicurare 6.200 chilometri di autonomia alla Toyota Mirai. Il catamarano hi-tech è costato 5,5 milioni di euro: per il momento è un esemplare unico, ma il progetto è di realizzarne un secondo, ancora più avanzato. Due equipaggi di 8 persone si alternano ogni tre settimane a bordo. Quest’anno l’itinerario marino tocca il Mediterraneo.

L’imbarcazione da 30,5 metri di lunghezza e 12,8 di larghezza è completamente autosufficiente del punto di vista energetico. Quando è baciata dal sole accumula l’energia nelle batterie agli ioni di litio che poi alimentano i due motori elettrici da 40 kW, il riscaldamento e la cucina. Con l’elettrolisi, l’energia in eccesso viene trasformata in idrogeno, immagazzinato ad una pressione di 350 bar: la “marcia in più” dell’Energy Observer quando manca il sole. Il catamarano è un laboratorio galleggiante che raccoglie ed elabora dati. L’idrogeno è disponibile in quantità illimitate in nature, ma va prodotto: questa imbarcazione dimostra quanto si possa ottenere sfruttando al meglio anche solo poco più di una manciata di metri quadrati di superficie. E la barca va...per sempre.
 

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Domenica 22 Settembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 12:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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