Il 48 Wallytender

Ferretti Group, tre nuovi 48 Wallytender già venduti prima del debutto mondiale a Cannes

di Sergio Troise
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FORLI’ - Le trattative per l’acquisizione di Wally da parte di Ferretti Group sono state lunghe e laboriose. E sono approdate a conclusione soltanto dopo un lungo periodo di partnership strategica culminato nella definitiva acquisizione del marchio annunciata il 16 aprile scorso a Milano, in occasione della presentazione dei risultati finanziari 2018 e dei programmi futuri della holding controllata dai cinesi di Weichai.

Quel giorno l’avvocato Alberto Galassi, amministratore delegato della holding Ferretti, annunciò che grazie all’acquisizione di Wally il Gruppo si sarebbe cimentato, a partire dal 2020, anche nella costruzione di barche a vela, pur continuando a puntare con rinnovato vigore sulle imbarcazioni a motore. Non è dato sapere se già avesse in tasca qualcosa di concreto, ma una cosa è certa: la fiducia nello storico marchio fondato 25 anni fa da quel formidabile innovatore che è stato Luca Bassani (rimasto nello staff) è stata ben riposta, visto che ben tre 48 Wallytender sono stati già venduti (tra Europa e USA), prim’ancora della loro presentazione ufficiale, prevista a settembre al Salone di Cannes.

“Una dimostrazione dell’appeal globale del marchio Wally” sottolinea una nota del Gruppo grondante fiducia e ottimismo sul rilancio appena avviato. Un rilancio che ha previsto la celere attivazione del sito produttivo di Forlì, dove sono già in costruzione gli esemplari numero 3 e 4: il primo (di colore gunmetal grey) sarà in acqua a Cannes e disponibile per le prove in mare, mentre la barca numero 4, con una livrea “Sahara sand” richiesta dal proprietario, verrà esposta a terra.

“Questo successo commerciale conferma l’intuito di Ferretti Group nell’acquisire uno dei marchi più iconici del panorama nautico” osserva Stefano de Vivo, manager del Gruppo Ferretti al quale è stata affidata la guida di Wally. “In termini di ricerca, sviluppo, ingegneria e produzione – aggiunge De Vivo – siamo in grado di dare ulteriore impulso al potenziale unico di Wally”.

La fiducia riposta nell’operazione si spiega con la consolidata fama di prodotto d’avanguardia che Wally ha saputo crearsi sin dall’inizio degli anni 2000, quando introdusse sul mercato il Wallytender, identificato come un vero e proprio runabout ideale per uscite diurne e brevi crociere, adatto dunque sia a ricoprire il ruolo di day cruiser, sia di tender per grandi yacht. “Il nuovo 48 Wallytender – dice in proposito Luca Bassani - è la prova che il design distintivo del DNA Wally continua a prosperare sotto la proprietà di Ferretti Group, confermandosi come simbolo del puro piacere del navigare open air”.

Ma vediamo com’è fatto il Wally di nuova generazione che vedremo a Cannes, cominciando con il ricordare che i materiali scelti per la costruzione spaziano dalla fibra di carbonio (introdotta dal cantiere sin dal 1991) al classico teak. Altro elemento di spicco che da sempre caratterizza lo stile di queste barche è il parabordo nero che circonda tutto lo scafo: una pratica soluzione per semplificare le manovre. Lunga poco meno di 15 metri, la barca presenta spazi esterni organizzati all’insegna del comfort e del relax, con comode sedute, ampi prendisole e una zona pranzo all’aperto servita da una cucina ben attrezzata.
 

 

Unico nel suo segmento di mercato, il 48 Wallytender offre in dotazione standard le sezioni di murata a poppa della barca abbattibili su entrambi i lati: un’evoluzione dell’innovazione introdotta nel 2002 con il 118 Wallypower, che consente di ampliare gli spazi vivibili in coperta quando si è all’ancora. Altra dotazione standard è la passerella retrattile, che si trasforma in una pratica scaletta di accesso al mare, mentre i sedili di poppa possono essere rivolti sia verso prua che verso il tavolo da pranzo. Lo speciale sistema di ancoraggio a scomparsa alloggiato nel gavone di prua è comandato da un pulsante in plancia. Per il resto, la barca offre un’elegante suite con volumi interni generosi, vincendo la scommessa di alzare il bordo libero senza intaccare la purezza delle linee dello scafo, segno distintivo di tutti i Wally.

La motorizzazione standard prevede due Volvo IPS 650 per 960 hp totali, per una velocità massima di 38 nodi. Non manca un pratico joystick di manovra per facilitare le fasi d’ormeggio. Rendere agevole e sicura la vita a bordo è uno dei must del progetto, e infatti il cantiere tiene a sottolineare che “grazie alla coperta in teak che si sviluppa su un solo livello e alle alte murate protettive si è sempre “nella” barca e non “sulla” barca”.


 

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Lunedì 1 Luglio 2019 - Ultimo aggiornamento: 12:23 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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