Grand Soleil 44 del Cantiere del Pardo

Esordio al Salone di Genova per Grand Soleil 44 del Cantiere del Pardo

di Maurizio Caldera
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GENOVA - Arriva un 44’ (m.13,40 ft) ad inserirsi tra il 34’ e il 48 piedi già in produzione, e il Cantiere del Pardo pone molta fiducia sul nuovo modello, realizzato con la consueta cura già dalla progettazione - modus operandi di default per il Cantiere del Pardo - dimostrando al mondo della nautica a vela che le imbarcazioni forlivesi avevano molto spesso una valenza in più.

Il Grand Soleil 44’ è, dunque, la nuova sfida del Cantiere, che ha chiesto al “Mago dell’ORC”, Matteo Polli – forte di un palmarès di 3 campionati del mondo e 2 italiani, oltre a numerosi successi in regate europee - di progettare uno scafo in grado di combinare la comodità di una navigazione in crociera con la grinta necessaria a vincere le regate. Al progetto hanno collaborato, inoltre, Nauta Design (Exterior & Interior Design) e l’Ufficio Tecnico del Cantiere del Pardo.

Come sul 48’, anche il 44’ sarà disponibile, infatti, nelle versioni Performance e Race, con un diverso allestimento di piano velico e coperta, mentre stile ed eleganza riprendono il family feeling degli altri modelli del cantiere. La linea guida richiesta al progettista, Matteo Polli, è stato realizzare una carena con buona stabilità di forma, vincente in regata, ma non estrema nelle linee per non penalizzare le volumetrie interne.

All’interno la distribuzione degli ambienti prevede tre cabine matrimoniali (a prua, ovviamente, quella dell’armatore) e due bagni, entrambi con box doccia. La cucina ad “L” è posizionata sulla sinistra, la dinette è a centro barca con un divano ad U e tavolo da pranzo per otto persone mentre, a destra, un divano a murata da tre posti con tavolo da carteggio contro la paratia di prua. Al comfort contribuisce la luce esterna, grazie alle tante finestrature di scafo e coperta.

La coperta, che riprende il family feeling dei modelli più grandi, ha linee pulite e gli spazi disponibili in coperta, in regata o in crociera, hanno un grande punto di forza nelle dimensioni del pozzetto, ancora più grande e abitabile. Le linee filanti dello scafo seguono la tendenza di posizionare l’albero arretrato, per dare maggiore importanza (e rendimento) alle vele di prua. La maggiore superficie velica a prua, infatti, permette di sfruttare favorevolmente le condizioni di venti leggeri, le più frequenti nel Mediterraneo. “Fiocchi più grandi rendono la barca anche molto scattante in uscita dalle virate – ha sottolineato Matteo Polli - Inoltre, questa peculiarità permette l'utilizzo di vele autoviranti o rollabili, che in crociera permettono di uscire con equipaggio meno numeroso.”

Il baglio massimo di 4,30 metri determina grande stabilità di forma e insieme grandi volumetrie interne, in coperta la versione Race vanta 6 winch (la Performance 4) per un piano di coperta che coniughi velocità nelle manovre in regata a una facile conduzione in crociera. Due i piani velici tra cui scegliere, lo standard con albero in alluminio per la crociera e il Race, maggiorato e in carbonio per le competizioni. Il pescaggio standard è di m.2,50, ma si può preferire quello da 2,80 per usi agonistici.

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Giovedì 1 Ottobre 2020 - Ultimo aggiornamento: 02-10-2020 11:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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