Una carrellata di campioni del volante: da sinistra Ayrton Senna, Alain Prost, Nigel Mansell e Nelson Piquet

Storia della F1, gli anni della coppia esplosiva della Ferrari: i duelli Mansell-Prost e l'esordio del kaiser Schumacher

di Franco Carmignani
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La Ferrari si presenta al via dell’edizione 1990 del Campionato mondiale F1 con una coppia esplosiva, paragonabile come forza a quelle degli anni settanta con Lauda-Regazzoni e Scheckter-Villeneuve. Ad affiancare Nigel Mansell arriva a Maranello Alain Prost, che lascia la McLaren dopo sei stagioni condite da tre titoli mondiali. La convivenza con Ayrton Senna sia sul piano sportivo che quello caratteriale è diventata ormai impossibile. La Scuderia Ferrari, la 641 progettata da John  Barnard che Alain conosce bene, la presenza di uomo carismatico come Cesare Fiorio al timone della squadra, e lo stesso Mansell come team-mate  per il “Professore” rappresentano una solida garanzia per potersi battere al massimo livello con quello che è ormai il suo “nemico”. Così sarà. Sulla seconda macchina di Ron Dennis sale Gerhard Berger, in pratica è uno scambio di volanti, che si rivelerà un ottimo compagno di squadra per Senna. Il ruolo di terza forza se lo condividono la Williams di Riccardo Patrese e Thierry Boutsen equipaggiata con il motore Renault in esclusiva e Benetton-Ford con Nelson Piquet e Alessandro Nannini che hanno vinto le ultime due corse della stagione passata.

L’esordio al Gran Premio degli USA a Phoenix è favorevole a Senna mentre Prost è costretto al ritiro, ma rifà subito vincendo in Brasile davanti alle due McLaren di Berger e del pilota di casa. Un grande rivincita è pure quella di Patrese a Imola. Sul circuito del Santerno dove nel 1983 era stato osteggiato dal pubblico che teneva per la Ferrari di Tambay, “Riccardo Cuor di Leone” è primo con la Williams Renault davanti a Berger e al suo grande amico Nannini. Il campionato entra nella sua fase calda. Senna mette a segno due colpi consecutivi a Montecarlo, dove mette in luce Jean Alesi con la sorprendente Tyrrell con il musetto ad ali di gabbiano, che si piazza secondo come in Brasile, e a Montreal, in questo caso grazie alla penalizzazione inflitta a Berger per partenza anticipata.

Prost si scatena nei tre Gran Premi seguenti: Messico, Francia e Gran Bretagna, con una Ferrari all’altezza delle sue ambizioni. A Silverstone, proprio sulla pista dove aveva vinto il suo primo Grand Prix iridato, la “rossa” festeggia le prime 100 vittorie nel mondiale, mentre Patrese disputa il suo duecentesimo Gran Premio.Ma proprio nel momento migliore del suo avversario, Senna si dimostra un vero “fighter”: Hockenheim, Hungaroring, Francorchamps, Monza, Estoril, tre primi e due secondi posti per il brasiliano. Mancano tre corse alla fine, ci sono palio 27 punti. Senna ne ha 17 di vantaggio , ma Prost non demorde, vince in Spagna e riduce il gap a sole otto lunghezze, visto il ritiro del rivale. I due si ritrovano a Suzuka in una situazione rovesciata rispetto all’anno prima. L’epilogo è lo stesso, ma questa volta è Senna a tamponare Prost, che perde così ogni possibilità di titolo. Divampano le polemiche. Ma alla fine non succede niente, e Senna è Campione del Mondo per la seconda volta.

Per il terzo posto Nelson Piquet vincendo gli ultimi due Gran Premi – Giappone e Australia – con la Benetton-Ford la spunta su Gerhard Berger, che in ogni caso ha contribuito a far vincere il titolo costruttori alla McLaren. Nigel Mansell con l’altra Ferrari 641 con la quale ha vinto in Portogallo, completa la top-five. Nei primi dieci tre italiani, il solito bravissimo Patrese, Nannini, e Ivan Capelli con Leyton House (ex March), che è una delle piacevoli note della stagione assieme a Jean Alesi. Purtroppo la meno piacevole riguarda proprio Nannini, che in un drammatico incidente con l’elicottero poco prima del Gran Premi vede compromessa la sua carriera di pilota di F1.

Le speranze di rivincita che la Ferrari ripone nella nuova stagione subiscono un duro colpo dai primi quattro Gran Premi della stagione. Senna infila infatti un poker autoritario. Negli USA, in Brasile, a San Marino e nel Principato. Solo a Phoenix Prost sale sul podio in seconda posizione. A Imola il francese è protagonista di un’uscita fantozziana sul bagnato durante il giro di riscaldamento! Seguono polemiche da una parte e dall’altra, che questa volta non coinvolgono l’altro pilota. Nigel Mansell che evidentemente non gradisce la “politica” del campione del mondo francese è tornato in Williams e sarà il principale concorrente di Senna per il titolo. Al posto del baffuto inglese, in Ferrari arriva sulle ali dell’entusiasmo Jean Alesi, voluto da Fiorio. Il supermanager torinese lascia la squadra che aveva portato a grandi livelli nel ‘90 dopo solo quattro gare.

E’ il caos. Le prestazioni sono da podio, ma la vittoria non arriva, e le polemiche avvelenano l’ambiente. Prost se ne esce con il famoso paragone infelice con un camion della monoposto ’91, e prima dell’ultimo Gran Premio della stagione dovrà accomodarsi anche lui fuori da Maranello. In Australia con la sua Ferrari correre Gianni Morbidelli che conclude con un discreto sesto posto, che non sposta però il fallimento della stagione. Di contro il ’91 è la migliore stagione di Patrese. Per il padovano che fa coppia con Mansell alla Williams due vittorie, in Messico e in Portogallo, due secondi e quattro terzi posti e il terzo posto finale con il quale completa il bellissimo podio del campionato.

Della colonia italiana, forte di dodici unità, entrano nella top ten Stefano Modena che strappa un magnifico secondo posto in Canada con la mai doma Tyrrell, equipaggiata con il motore Honda V10, e Andrea De Cesaris. “Mandingo” è approdato all’esordiente Jordan, voluto dal manager irlandese proprietario della squadra per sviluppare la nuova macchina e attirare sponsor, Eddie è un vero mago in materia. Ma la Jordan farà notizia per due fatti sostanziali. Il compagno di squadra di De Cesaris, il belga Bertrand Gachot, finisce in galera proprio alla vigilia della gara di casa per aver adoperato dello spray urticante contro un tassista a Londra. I giudici inglesi sono inflessibili e Gachot rimarrà per qualche mese in gattabuia.

Rimasto senza una guida Jordan punta su un ventiduenne pilota dello junior team Mercedes, che corre lontano dai clamori nel campionato mondiale sport con la Sauber motorizzata dalla stella di Stoccarda: Michael Schumacher. Basta il settimo tempo in prova, in gara si ferma dopo su un circuito sconosciuto, al volante di una macchina con cui ha fatto pochi giri, a scatenare l’interesse sul giovane di Kerpen. Il più abile a fargli firmare un contratto è Flavio Briatore che gira Moreno alla Jordan. A Monza con la Benetton Michael è di nuovo settimo in griglia e quinto sotto la bandiera a scacchi. Un anno dopo a Spa Schumacher coglierà la sua prima vittoria iridata.

E così inizia la storia del “Kaiser”. E’ il 1993, la griglia della F1 prevede spostamenti importanti. Abile come sempre, Alain Prost è riuscito ad accasarsi con Williams. Nigel Mansell questa volta non ci sta ad avere un compagno di squadra ingombrante, e lascia la F1. Esce dalla squadra anche Riccardo Patrese, che si accasa in Benetton, anche Piquet si è ritirato, per affiancare quell’emergente giovanotto tedesco scoperto da Eddie Jordan. Nella sua vecchia squadra il padovano è sostituito da Damon Hill, il figlio del baffo campione del mondo ’62-’68.

In Ferrari rientra invece Gerhard Berger. All’austriaco e a Jean Alesi è destinata la nuova 041, ma nel corso della stagione ci sarà qualche ritiro di troppo, e la coppia Ferrari finirà fuori dalla top-five.

Il campionato, come era fin troppo facile pronosticare è dominato dalla Williams-Renault che vince sei volte con Prost e tre volte con Damon Hill che indossa un casco dai colori uguali a quello del padre, blu scuro con otto remi stilizzati, a significare l’armo con il quale aveva gareggiato nel canottaggio il grande  Graham. Per il “Professore” arriva dunque il quarto titolo, con il quale chiude la sua carriera.

E’ Senna? Il brasiliano sarà solo secondo nella classifica del mondiale, ma forse è questa la sua annata più bella. Dopo il ritiro della Honda, McLaren è rimasta senza motori. Ron Dennis che ingaggia Michael Andretti, il figlio di “Piedone”, campione in carica della Formula Indy, si arrangia con il V8 Ford HB, nettamente inferiore al V10 Renault. Eppure Senna si batte come un leone, vince cinque gare, tre volte è secondo, ed è secondo alle spalle del rivale di sempre, ma davanti all’altra  Williams-Renault di Damon Hill.

Purtroppo sarà la sua ultima stagione completa nel mondiale F1…        

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Giovedì 15 Aprile 2021 - Ultimo aggiornamento: 16-04-2021 09:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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