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ROMA - Silverstone ci ha consegnato una certezza ormai assodata: la Red Bull e la Honda hanno raggiunto, se non superato, la Ferrari. E' un passo enorme quello che ha compiuto la squadra diretta da Christian Horner e dai tecnici giapponesi. Se in le Mercedes W10 avevano incontrato gravi difficoltà, e il confronto per la vittoria è stato tra Red Bull e Ferrari fino all’ultimo giro, a Silverstone le monoposto di Toto Wolff erano pressoché imbattibili. Ma se leggiamo con attenzione i tempi delle qualifiche, ci si accorge che il divario della Red Bull dalla Mercedes in pole era poco meno di due decimi, Veramente poco se pensiamo a come era iniziata la stagione.
Con Lewis Hamilton e Valtteri Bottas che hanno fatto gara a sé, le RB15 avevano un passo superiore a quello delle SF90. Verstappen lo ha dimostrato con Leclerc, nel bellissimo duello ingaggiato, in cui la sua monoposto era comunque più veloce mentre il monegasco ha dovuto fare i miracoli per contrapporsi all'olandese. Altra dimostrazione, come Verstappen dopo il secondo pit-stop abbia facilmente allungato andando a prendere con comodità Sebastian Vettel, terzo. Il confronto con il tedesco della Ferrari è finito male. Nonostante la violenta tamponata ricevuta, il salto sul cordolo, la strisciata su erba e ghiaia, Max è ritornato in pista e dopo aver ritrovato la concentrazione, ha girato sui tempi abituali. Non solo è veloce la RB15, ma è anche una sorta di carro armato indistruttibile.
Verstappen ha terminato in quinta posizione dietro a Pierre Gasly. E qui va aperta una parentesi sul pilota francese che arrivava da un lungo periodo di crisi. Gasly fin dal venerdì ha iniziato a girare forte, spesso meglio di Verstappen. Non in qualifica però, dove ha comunque colto la quinta posizione a soli tre decimi dal compagno di squadra. Un segnale inequivocabile di un concreto passo in avanti, confermato in gara, con Pierre che ha dimostrato qualità e solidità oltre che intelligenza strategica. D’accordo, ha perso il duello con Leclerc, autore di un magistrale sorpasso all’esterno ai suoi danni, ma l’importante era concludere al meglio il weekend inglese e mostrare alla Red Bull, oltre che al mondo intero, che anche lui può essere competitivo.
I sorrisi della dirigenza della squadra di Dieter Mateschitz erano anche per lui e per la consapevolezza che se Gasly ingrana nella corretta maniera anche nelle prossime gare, i punti che la Red Bull porta in saccoccia cominciano a diventare tanti e pesanti. La Red Bull con ancora undici gare da disputare ha totalizzato 191 punti, la Ferrari ne ha 243 e farebbe bene a non dormire tranquillamente perché il telaio della RB15 non sembra avere particolari pecche, le gomme lavorano bene, il motore Honda è sempre più veloce. Non è un caso che Leclerc sia preoccupato ed abbia dichiarato: «Dopo pochi giri le mie gomme mi mollavano mentre questo non accadeva a Verstappen». E, si badi bene, non c’entra la guida del pilota, bensì come lavora la vettura.
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