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MENGOUB – Tra il prologo di Marrakech e l'arrivo di Mengoub è cambiato quasi tutto nel Rally del Marocco, una gara strategica in vista della Dakar, gara di apertura del mondiale di specialità e rally raid più duro e famoso al mondo. Guerlain Chicherit e Mini si erano forse illusi dopo la doppietta nemmeno troppo simbolica del francese con la John Cooper Works dell'X-Raid e del compagno di squadra portoghese Joao Ferreira (secondo), al suo debutto con un veicolo nella classe regina. E magari anche Carlos Sainz, il 62enne spagnolo che con l'Audi aveva vinto l'ultima Dakar con un veicolo elettrico ad autonomia estesa, subito sul podio (per lui anche un successo di tappa) con la nuova scuderia, la M-Sport che compete con il Ford Raptor.
Alla fine, però, l'ha spuntata l'esponente della famiglia reale del Qatar Nasser Al-Attiyah, che ha regalato anche una storica affermazione alla Dacia, al suo esordio nella competizione desertica che precede l'ambizioso impegno nella gara saudita di gennaio. Con l'aggiornato Hunter sviluppato dalla Prodrive ed equipaggiato con un V6 turbo alimentato con un carburante sintetico, il costruttore rumeno del gruppo Renault ha trionfato in Marocco. Alle spalle di Al-Attiyah (un primo e un secondo posto parziali nelle sei frazioni, prologo incluso) si è piazzato Sébastien Loeb (due successi di tappa), sempre con la Dacia Sandriders.
Al traguardo finale, una Mini è rimasta sul podio, quella pilotata dal belga figlio d'arte Guillaume De Mévius (anche il padre Grégoire, coetaneo di Sainz, è stato rallista con due presenze alla Dakar), da poco strappato dalla X-Raid alla Overdrive Toyota. La sfida è stata interessante, soprattutto in vista della massacrante gara saudita quando, con macchine diverse rispetto all'ultima edizione, torneranno a confrontarsi i grandi protagonisti della specialità.
Loeb e Al-Attiyah con la Dacia Sandriders (tre affermazioni nelle cinque tappe marocchine) dopo le dure accuse di gennaio del qatariota alla ProDrive e Sainz e Mattias Ekström (entrambi si sono ritirati nel corso dell'ultima frazione) con la Ford Rapotor della M-Sport (anche lo svedese è stato ingaggiato dalla scuderia britannica dopo il disimpegno della casa dei Quattro Anelli). Ma anche Lucas Moraes, 14° in Nord Africa, ma terzo nel mondiale assoluto con il pick-up Hilux della Toyota Gazoo Racing, e Yazeed Al Rajhi (Overdrive Toyota), vice campione iridato, oltre allo stesso Chicherit. Il Rally del Marocco ha sancito il trionfo di Al-Attiyah nel W2rc, il terzo consecutivo, ossia dalla sua costituzione in questa “configurazione”.