Nella foto, il momento in cui Sainz colpisce Giovinazzi rischiando di farlo capotare

Gp Mugello: ecco perché si è verificato il pericolosissimo incidente al via dopo la prima safety-car

di Massimo Costa
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Un incidente così pericoloso alla ripartenza da una situazione di safety-car non lo si era mai visto nella Formula 1 recente. Viene in mente la reazione di Sebastian Vettel su Lewis Hamilton a Baku, tre anni fa, quando il tedesco della Ferrari affiancò l'inglese della Mercedes rifilandogli una ruotata perché aveva frenato troppo quando procedeva già troppo lentamente. Domenica, al Mugello, al contrario le 18 monoposto superstiti sul rettifilo di arrivo erano lanciatissime, in piena accelerazione, ed è successo il finimondo. La safety-car era intervenuta al 1° giro per permettere ai commissari di percorso di recuperare le monoposto nella ghiaia alla curva 2 di Max Verstappen e Pierre Gasly. Dopo di che, quando la SC è rientrata ai box, Valtteri Bottas in quel momento al comando del Gran Premio, ha dettato il ritmo procedendo a circa 130 orari e aspettando fino all'ultimo momento possibile nel premere a fondo sull'acceleratore. Sul lungo rettilineo del Mugello, non voleva concedere troppa scia a Lewis Hamilton, secondo. Bottas ha agito nel pieno delle regole, mentre dietro di lui c'è stato un momento in cui Daniil Kvyat, George Russell e Kevin Magnussen hanno accelerato forte, salvo frenare pochi attimi dopo, aprendosi a ventaglio, rendendosi conto che davanti ancora non erano scattati.

Questa mossa ha tratto in inganno Nicholas Latifi, che per prendere più rincorsa aveva lasciato tra sè e Magnussen diversi metri. Il canadese della Williams quando ha visto il danese della Haas partire, ha fatto altrettanto, ma quando Kevin ha frenato, Latifi è arrivato con troppa velocità, ha sterzato bruscamente a sinistra ed è riuscito a evitare l'impatto. In scia alla Williams c'erano Antonio Giovinazzi, Carlos Sainz, Romain Grosjean, Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel, ultimo dopo il contatto alla curva 2 con Sainz e fermatosi ai box per cambiare il musetto in regime di safety-car. Quando Latifi si è spostato, Giovinazzi si è trovato la Haas di Magnussen davanti mentre procedeva a 261 km/h. Un momento terrificante per Antonio, che è riuscito con una grande prontezza di riflessi a sterzare leggermente verso sinistra. L'impatto contro la parte posteriore sinistra della Haas è stato violentissimo, l'Alfa Romeo del pilota italiano si è sollevata e subito è stata urtata dalla McLaren di Sainz, finito anche lui nel mucchio, che ha fatto quasi capotare la monoposto di Giovinazzi. Grosjean essendo poco più dietro è riuscito a frenare in tempo mentre Raikkonen e Vettel si erano già in precedenza tenuti a distanza, forse prevedendo che si stava creando una situazione pericolosa. Non per niente sono tra i piloti presenti in F1 con il maggior numero di Gran Premi disputati. 

Grosjean ha definito quella fase "il più grande spavento della mia carriera", a Carlos Sainz ha ricordato "brutte immagini del passato". Cosa non ha funzionato nella ripartenza dalla prima fase di safety-car al Mugello? Il mega-incidente nelle retrovie è stato figlio di una serie di concause, ma il direttore di gara della F1, Michael Masi, ha voluto subito chiarire: la procedura non ha bisogno di essere modificata. Anzi, l'australiano ha criticato il comportamento dei piloti: "Abbiamo i 20 migliori al mondo, ma i giovani della Formula 3 hanno gestito molto bene una situazione simile". Sotto accusa è finita la nuova regola che, rispetto al passato, vede la safety-car spegnere le luci più avanti, confermando quello che sarà l'imminente restart. L'intento sarebbe di evitare eccessi di strategia, ma Bottas, che in quel momento era in testa alla corsa, ha sottolineato: "Ora si può costruire il vantaggio abbastanza tardi. Non so chi decida, ma stanno cercando di migliorare lo spettacolo posticipando lo spegnimento delle luci". Hamilton, suo compagno in Mercedes, ha rimarcato: "Si è visto che così si creano dei rischi".

Dall'altro lato, ci sono colleghi come Esteban Ocon che hanno puntato il dito contro lo stesso Bottas ("quello che ha fatto non so se sia regolare"), il quale a sua volta ha replicato: "Io ho tenuto un'andatura costante. Bisogna guardare gli specchietti". Il finlandese è stato comunque scagionato da Masi, in quanto "il leader ha ogni diritto di fare il ritmo per evitare di dare la scia a chi sta dietro". Al Mugello il problema è stato esasperato dalla linea del traguardo situata a parecchia distanza dalla "safety-car line", circa 800 metri nei quali le vetture di F1, a pieno gas, potevano già raggiungere velocità altissime. La direzione ha inviato una reprimenda ufficiale a praticamente tutti i piloti, provvedimento ritenuto sufficiente, non essendoci un pilota a cui addebitare una responsabilità predominante. Non si è fatto male nessuno, per fortuna, ma sarà bene che l'argomento venga discusso al prossimo briefing piloti.

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Martedì 15 Settembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 16-09-2020 13:01 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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