Fabio Quartararo e Pecco Bagnaia

Motomondiale: tutto in 3 GP, Bagnaia conta su Sepang e Valencia. Layout favorevole alla Yamaha in Australia

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Lo meriterebbero entrambi, Fabio Quartararo e Francesco Bagnaia, il titolo 2022 della MotoGP. Per come hanno saputo riempire di emozioni un mondiale che, per la prima volta dopo 26 anni, non vedeva al via Valentino Rossi e partiva con un Marc Marquez lontanissimo dal suo standard. Con queste premesse era concreto il timore di vedere il circus delle due ruote uscire dai radar dell’interesse diffuso. Invece, i giovani campioni di Yamaha e Ducati - anche grazie alla presenza di un cast degno di loro - hanno dato vita ad un film appassionante. Il cui finale, quando mancano tre gare, si gioca sul filo di appena 2 punti. Fin qui si sono idealmente divisi la stagione: dominata fino in Germania dal campione in carica Quartararo e ‘ripartità dall’Olanda, trampolino di lancio della rimonta di Bagnaia. Tra meno di due settimane il primo dei tre appuntamenti decisivi, in Australia, sul mitico circuito di Phillip Island. Poi la Malesia (Sepang), infine Valencia (Ricardo Tormo). Causa la pandemia, sia il nizzardo che il torinese sui primi due hanno corso solo nel 2019 con la MotoGP. Per Quartararo un ritiro ed un settimo posto, per Bagnaia un quarto ed un 12/o.

Quanto a Valencia, il miglior piazzamento del pilota Yamaha - tutte le categorie comprese - è il secondo posto del 2019, mentre Bagnaia ci ha vinto l’anno scorso. Tre layout molto diversi e quello di Philip Island sembra il meno adatto alle caratteristiche Ducati: un solo vero rettilineo, molte curve piuttosto secche. L’ultimo ducatista a vincere lì è stato Casey Stoner, nel 2010. Compito di Bagnaia superare l’ostacolo australiano mantenendo il distacco immutato o quasi, mentre Quartararo può avere l’occasione di ricostruire parte del suo vantaggio. Altra musica a Sepang, pista votata alla velocità, con quattro curve lente, due lunghi rettilinei principali ed una decina di tornate abbastanza rapide. Andrea Dovizioso e la Ducati ci hanno vinto nel 2016 e 2017, spezzando il dominio Marquez-Honda.

Qui la pattuglia delle moto di Borgo Panigale dovrebbe avere buon gioco ad accerchiare una Yamaha in debito di grip, un pò come accaduto a Buriram. Chiusura a Valencia. Pista tecnica e veloce, lunga quattro km con cinque curve a destra, otto a sinistra e un rettilineo di 876 metri. Dovizioso nel 2018 e lo stesso Bagnaia nel 2021 hanno portato alla vittoria la Ducati in quello che è fu a lungo il regno di Jorge Lorenzo, quando era in sella alla Yamaha. L’anno scorso fu addirittura tripletta Ducati, con Jorge Martin e Jack Miller sul podio. Insomma, a Valencia conta molto l’abilità di guida e quella di certo non manca ai pretendenti al titolo MotoGP.

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Mercoledì 5 Ottobre 2022 - Ultimo aggiornamento: 17:35 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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